Automotoretrò: belle le moto, ma esponiamone di più!

Automotoretrò: belle le moto, ma esponiamone di più!
È abbastanza ovvio che alla storica fiera torinese ci siano sempre molte più auto che moto. Ma secondo noi, volendo, si potrebbe fare molto di più
10 febbraio 2014

La 32esima edizione di Automotoretrò, famosa manifestazione torinese dedicata al motorismo d’antan, tenutasi lo scorso weekend (7-9 febbraio) nella suggestiva cornice di Lingotto Fiere, ha accolto oltre 50.000 appassionati visitatori (+16% circa, rispetto al 2013). Una notevole affluenza per questa ormai consolidata kermesse per appassionati di auto e moto stile vintage, molti dei quali arrivati dall’estero per godersi una grande vetrina ricca di pezzi molto interessanti quanto preziosi, oltre che di oggettistica in tema, memorabilia, bancherelle di ricambi e modellini. Mentre il recente padiglione Oval ospitava i numerosi specialisti del custom, tuning e racing di entrambi i settori, anch’essi con parecchie proposte spesso intriganti.

È abbastanza logico che il numero delle auto presenti al Lingotto abbia come sempre abbondantemente superato quello motociclistico. Che comunque non ha mancato di numerosi spunti interessanti per i fan del “come eravamo” a due ruote, anche parecchio a ritroso negli anni. Prendiamo come esempio la bicilindrica Hirsch - marchio berlinese attivo solo dal 1923 all’anno seguente – esemplare unico e antesignana del motore boxer, un Bosch Douglas da 350 cc sistemato longitudinalmente anziché trasversale e caratterizzata da un telaio in frassino!

Suzuki Titan 500
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Per me che ci sono andato per la prima volta, Automotoretrò è stato un evento interessante: e pur non essendo propriamente sfegatato per le auto (molto delle quali erano comunque decisamente notevoli), mi sono comunque divertito a curiosare in giro e a cercare tra i vari gruppetti di motociclette sparsi nei padiglioni del Lingotto, quelle particolarmente interessanti da fotografare per la nostra Gallery a due ruote. Come la bella Honda CB450 Scrambler, bicilindrica abbastanza rara in Italia, piuttosto che i numerosi modelli di Vespa, molti dei quali personalizzati e coloratissimi. O alcune racer derivate da valide moto di serie dei primi anni settanta, vedi Suzuki Titan 500 bicilindrica a due tempi, molto competitiva e apprezzatissima dai piloti privati in quegli anni, anche a livello di Motomondiale. O le stesse bicilindriche Benelli 250, pure a due tempi e anch’esse gettonatissime, specie a livello di campionato italiano. Interessanti anche le vecchie Harley esposte nel grande stand di Harley-Davidson Torino, mentre nel minuscolo stand allestito dal Museo Piaggio ho ritrovato la gloriosa Gilera 500 a 4 cilindri da GP dei primi anni sessanta (ex scuderia Duke, quindi guidata dai vari Caldarella, Hartle, Minter, Read) che io e gli amici Cereghini e Gissi trent’anni fa abbiamo avuto il privilegio di provare per qualche giro a Monza.

Una rara Hirsch 350
Una rara Hirsch 350


E che dire dei numerosissimi modellini di moto e auto, alcuni davvero stupefacenti, come una splendida Citroen 2CV di generose dimensioni, e tre motociclette storiche da corsa anni 50/60 – una Gilera 500 a 4 cilindri, una Morini Bialbero 250 ed una Aermacchi Ala D’Oro 250 – che sfido chiunque a distinguere da moto vere se fotografate in primo piano… L’artista che le ha costruite pazientemente a mano ha realizzato da solo ogni minimo particolare, ad esclusione dai marchi a decalcomania sui serbatoi: pensate che ha realizzato perfino gli stampi per costruire gli pneumatici, ovviamente col disegno del battistrada fedele all’originale! Per realizzare la Gilera 500 ci è voluto un anno, per le altre è bastato la metà.

Automodello Citroen 2CV
Automodello Citroen 2CV


Concludo con un modesto suggerimento - che credo non impossibile da realizzare, volendo – per far sì che i grandi spazi espositivi di Automotoretrò possano mettere in giusta luce le tantissime motociclette d’epoca oggi potenzialmente reperibili. Sarebbe bello che ogni Casa motociclistica riuscisse, tramite i suoi concessionari ma anche in collaborazione con i vari collezionisti, ad allestire dei veri e propri stand “ufficiali” con il maggior numero possibile di modelli più o meno vintage, in particolare per quanto riguarda le moto prodotte dagli anni settanta ai novanta, sia stradali che da competizione: Ducati, Piaggio e Benelli hanno i loro musei, idem per Giancarlo Morbidelli a Pesaro, e poi Cabassi e Sarti a Milano, e chissà quanti altri…

Credo che per molti sarebbe davvero suggestivo rivivere l’atmosfera da vecchio Salone della Moto, e per gli appassionati più giovani sarebbe un’ottima opportunità di ammirare dal vivo moto che magari hanno visto solo in foto.

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