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La 32esima edizione di Automotoretrò, famosa manifestazione torinese dedicata al motorismo d’antan, tenutasi lo scorso weekend (7-9 febbraio) nella suggestiva cornice di Lingotto Fiere, ha accolto oltre 50.000 appassionati visitatori (+16% circa, rispetto al 2013). Una notevole affluenza per questa ormai consolidata kermesse per appassionati di auto e moto stile vintage, molti dei quali arrivati dall’estero per godersi una grande vetrina ricca di pezzi molto interessanti quanto preziosi, oltre che di oggettistica in tema, memorabilia, bancherelle di ricambi e modellini. Mentre il recente padiglione Oval ospitava i numerosi specialisti del custom, tuning e racing di entrambi i settori, anch’essi con parecchie proposte spesso intriganti.
È abbastanza logico che il numero delle auto presenti al Lingotto abbia come sempre abbondantemente superato quello motociclistico. Che comunque non ha mancato di numerosi spunti interessanti per i fan del “come eravamo” a due ruote, anche parecchio a ritroso negli anni. Prendiamo come esempio la bicilindrica Hirsch - marchio berlinese attivo solo dal 1923 all’anno seguente – esemplare unico e antesignana del motore boxer, un Bosch Douglas da 350 cc sistemato longitudinalmente anziché trasversale e caratterizzata da un telaio in frassino!
Per me che ci sono andato per la prima volta, Automotoretrò è stato un evento interessante: e pur non essendo propriamente sfegatato per le auto (molto delle quali erano comunque decisamente notevoli), mi sono comunque divertito a curiosare in giro e a cercare tra i vari gruppetti di motociclette sparsi nei padiglioni del Lingotto, quelle particolarmente interessanti da fotografare per la nostra Gallery a due ruote. Come la bella Honda CB450 Scrambler, bicilindrica abbastanza rara in Italia, piuttosto che i numerosi modelli di Vespa, molti dei quali personalizzati e coloratissimi. O alcune racer derivate da valide moto di serie dei primi anni settanta, vedi Suzuki Titan 500 bicilindrica a due tempi, molto competitiva e apprezzatissima dai piloti privati in quegli anni, anche a livello di Motomondiale. O le stesse bicilindriche Benelli 250, pure a due tempi e anch’esse gettonatissime, specie a livello di campionato italiano. Interessanti anche le vecchie Harley esposte nel grande stand di Harley-Davidson Torino, mentre nel minuscolo stand allestito dal Museo Piaggio ho ritrovato la gloriosa Gilera 500 a 4 cilindri da GP dei primi anni sessanta (ex scuderia Duke, quindi guidata dai vari Caldarella, Hartle, Minter, Read) che io e gli amici Cereghini e Gissi trent’anni fa abbiamo avuto il privilegio di provare per qualche giro a Monza.
E che dire dei numerosissimi modellini di moto e auto, alcuni davvero stupefacenti, come una splendida Citroen 2CV di generose dimensioni, e tre motociclette storiche da corsa anni 50/60 – una Gilera 500 a 4 cilindri, una Morini Bialbero 250 ed una Aermacchi Ala D’Oro 250 – che sfido chiunque a distinguere da moto vere se fotografate in primo piano… L’artista che le ha costruite pazientemente a mano ha realizzato da solo ogni minimo particolare, ad esclusione dai marchi a decalcomania sui serbatoi: pensate che ha realizzato perfino gli stampi per costruire gli pneumatici, ovviamente col disegno del battistrada fedele all’originale! Per realizzare la Gilera 500 ci è voluto un anno, per le altre è bastato la metà.
Concludo con un modesto suggerimento - che credo non impossibile da realizzare, volendo – per far sì che i grandi spazi espositivi di Automotoretrò possano mettere in giusta luce le tantissime motociclette d’epoca oggi potenzialmente reperibili. Sarebbe bello che ogni Casa motociclistica riuscisse, tramite i suoi concessionari ma anche in collaborazione con i vari collezionisti, ad allestire dei veri e propri stand “ufficiali” con il maggior numero possibile di modelli più o meno vintage, in particolare per quanto riguarda le moto prodotte dagli anni settanta ai novanta, sia stradali che da competizione: Ducati, Piaggio e Benelli hanno i loro musei, idem per Giancarlo Morbidelli a Pesaro, e poi Cabassi e Sarti a Milano, e chissà quanti altri…
Credo che per molti sarebbe davvero suggestivo rivivere l’atmosfera da vecchio Salone della Moto, e per gli appassionati più giovani sarebbe un’ottima opportunità di ammirare dal vivo moto che magari hanno visto solo in foto.