Autovelox: l’operazione trasparenza del ministro Salvini confonde anche di più?

Autovelox: l’operazione trasparenza del ministro Salvini confonde anche di più?
Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti spiega lo stop improvviso al decreto che era stato inviato a Bruxelles, quello che doveva mettere ordine sul tema autovelox. Adesso dice che occorre un censimento. Le sue parole creano ancora più confusione e l’Anci protesta
27 marzo 2025

Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture ha motivato alla Camera lo stop al decreto autovelox, quello stop inatteso che avevamo raccontato nel video del 24 marzo scorso. Ricorderete la vicenda: la settimana scorsa il MIT aveva annunciato l’invio a Bruxelles di un decreto che regolamentava gli autovelox e di fatto sanava con l’omologazione tutti i dispositivi “approvati” dopo il 17 agosto del 2017 e spegneva tutti quelli approvati in precedenza.  Ma subito dopo era arrivata la clamorosa notizia della frenata “per i necessari approfondimenti”.

Rispondendo a una interrogazione, presentata da diversi deputati della maggioranza, Salvini alla Camera ha detto: si è trattato di una operazione di trasparenza.

“Una operazione trasparenza a tutela dei cittadini. Intendiamoci, l’autovelox nelle vie strette ad alto tasso di incidentalità, vicino a ospedali, asili, scuole e case di riposo è sacrosanto. Invece l’autovelox furbetto, mal segnalato, utilizzato per ripianare i debiti nei bilanci dei comuni è un altro paio di maniche, è una tassa occulta sulla pelle di lavoratrici e lavoratori”.

Il 14 marzo scorso la Corte di Cassazione aveva chiarito che gli autovelox sono tutti “verificati” sì, ma non hanno la “omologazione” che la legge da trent’anni richiede e non è mai stata normata con un decreto attuativo. I ricorsi dei cittadini multati, che erano già numerosi, sono diventati migliaia.  

Adesso il vice premier si propone di eseguire un censimento di tutti i dispositivi italiani.

“Con la collaborazione del ministero dell’Interno e dell’Anci - ha detto - intendo eseguire una ricognizione di tutti i dispositivi attualmente in uso. Potremo finalmente approfondire se c’è conformità alle regole e se ci sono dispositivi totalmente non conformi. Solo alla luce dei dati potremo valutare l’impatto effettivo delle nuove regole di omologazione sulla sicurezza stradale. Insomma, autovelox per salvare vite assolutamente sì, autovelox furbi e non omologati che tassano i cittadini assolutamente no”.

L’Anci ha protestato per bocca di Luigi Altamura, comandante della Polizia locale di Verona e referente Anci in Viabilità Italiana. 
“Anci - sono le sue parole - ha sempre collaborato sui temi della sicurezza e anche questa volta daremo il nostro contributo. Ma ricordo che le postazioni fisse sono autorizzate dai prefetti e non dai sindaci”. 

Insomma, i bilanci comunali non c’entrano nulla, assicura Altamura. E magari qualche dubbio alcuni cittadini lo hanno, ma indubbiamente è clamoroso che a sostenere la tesi sia un ministro e vice premier. Cosa ci porterà questo censimento, ammesso e non concesso che parta davvero? Qualche anno di ritardo nella regolamentazione degli autovelox e alla fine una regressione in tema di sicurezza stradale.

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