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Il Corriere della Sera pubblica alle 16 del 21 marzo una notizia di quelle grosse: il giornalista Alessio Ribaudo scrive che il governo ha deciso di mettere ordine nella giungla degli autovelox: tutti i dispositivi approvati dal 13 agosto 2017 in poi potranno restare in funzione. Senza bisogno di ulteriori passaggi, in quanto sono quelli che rispettano già le norme sulla taratura introdotte proprio quell’anno.
Il Corriere è stato in grado di anticiparlo dopo aver letto il testo del decreto attuativo che il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture ha appena inviato a Bruxelles e che si trova, ora, in fase di revisione.
L'Unione europea avrà tempo sino al 24 giugno per inviare a palazzo Chigi eventuali osservazioni. Se non ce ne saranno, il provvedimento potrà essere pubblicato direttamente sulla Gazzetta Ufficiale italiana ed entrare definitivamente in vigore entro l'estate. Con questo testo di fatto per una decina di modelli di autovelox, già allineati con le normative, non servirà alcuna formalità in più.
Per tutti gli altri misuratori di velocità scatterà invece un doppio binario. Chi ha già la documentazione che dimostra che il proprio autovelox rispetta i nuovi standard avrà trenta giorni di tempo dall’entrata in vigore del decreto per inviarla al ministero. Chi ne è sprovvisto, cioè i dispositivi più datati, dovrà invece essere spento e potrà tornare a funzionare solo dopo aver superato un nuovo esame tecnico.
In questo caso il produttore, infatti, potrà entro sei mesi presentare una domanda di omologazione al ministero, allegando i documenti che dimostrano la conformità dell’apparecchiatura alle regole più recenti. Il ministero dei Trasporti avrà, poi, altri sessanta giorni per valutare ogni richiesta. Se l’esito sarà positivo, arriverà il decreto di omologazione e il dispositivo potrà tornare a essere usato.