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Oggi cambio genere e vi parlo delle tassellate, o meglio di come vedo io questo universo a due ruote per me nuovo sotto molti aspetti.
Negli ultimi tempi tirano tanto le scrambler, le street scrambler e le flat scrambler, con una miriade di sfumature che nascondono una precisa filosofia. Sono moto che con semplicità vengono customizzate e che uniscono stile e facilità di guida come forse nessun'altra moto.
Oggi parliamo della Kawasaki Z400 del 1982 by North East Custom. Questa street scrambler nasce da un Kawa Z400 seconda serie che è stata abbastanza sconvolta dai fratelli Diego e Riccardo.
La colorazione è di base nera, il serbatoio è stato "trasparentato" su metallo spazzolato a vivo ed è stata aggiunta una grafica sobria con due baffi nero/oro e filetto rosso.
Il serbatoio, i cerchi a raggi, il faro e il contagiri sono della Kawa KH 400 del ‘76, e sono stati aggiunti i soffietti agli steli alla forcella. Le staffe del faro sono artigianali, la pompa del freno anteriore è presa da una Moto Guzzi California, il manubrio è di una Honda CRF450 e proseguendo nella considerazione estetica e tecnica della moto vediamo che hanno montato una sella in similpelle lunga, bassa e nera con doppie cuciture rosse che si abbinano con gli altri particolari dello stesso colore, come i filtri BMC montati sui carburatori.
La batteria è stata spostata molto in basso e il telaietto posteriore accorciato di 10 cm, le piccole frecce sono di derivazione automobilistica. Il parafango posteriore è corto, mentre il parafango anteriore qui non c’è ancora, ma vista l’utilità i ragazzi hanno assicurato che sarà montato.
Gli ammortizzatori posteriori sono originali ma verniciati di nero. Una cosa che balza all’occhio sono gli scarichi che rifiniscono l’interpretazione e la filosofia della moto: banda termica sui collettori con terminali molto corti. A completare la sua natura offroad pensano due gomme Heidenau K60 ovviamente tassellate!
La descrizione della moto è doverosa ma ora passiamo al test della moto. Sono partita per il mio giro su asfalto e sterrato. Ho guidato con il sorriso questa special, che nel motore è gestibilissima: pochi cavalli e di facile erogazione, un impianto frenante che non ti assicura staccate estreme ma per l’uso normale è più che sufficiente. Il divertimento si è amplificato percorrendo alcuni argini e delle stradine nella campagna padovana, dove erano ancora evidenti i segni di una precedente pioggia disastrosa.
La moto è molto maneggevole, ha un baricentro abbastanza basso, ti permette di accelerare e stare in piedi tranquillamente sulle pedane, dato il peso ridotto è una cosa agevole e divertente.
Consiglierei una moto di questo genere a chi si vuole divertire con naturalezza; i ragazzi nell’uso “scrambler” sono sempre avvantaggiati, ma è sicuramente adatta a quelle donne che vogliono fare la passeggiata in città, la gita fuori porta e magari fare percorsi anche più lunghi, basta interpretare con buon senso la filosofia e lo stile di questa tipologia di moto.
Vi consiglio l’uso di una maschera da cross con linee classiche, che oltre a essere bella ha un’ottima protezione da fango e sassi.
I pantaloni che ho indossato sono jeans neri da moto con tessuto rinforzato, li ho preferiti sobri per non essere eccessivamente colorata.
Il foulard dal colore molto femminile è rosa a pois, un accessorio utile e che si abbina sempre molto bene!
I boots sono molto classici e neri.
Fin da giovanissimi Diego e Ricky hanno iniziato a smanettare sulla moto con modifiche e elaborazioni. Non solo moto, il loro curriculum è arricchito da qualche anno passato nel mondo dei kart.
Mentre Ricky ha proseguito con la professione di meccanico, Diego ha frequentato la Scuola di Design dove ha coltivato il gusto per l’estetica e l’ha proietta nelle motociclette.
Il cross, che è poi lo sport prediletto dei fratelli Coppiello, e l’enduro hanno influenzano la loro tendenze. La loro passione dà vita alla customizzazione di moto anticonformiste dalle linee decise e a volte pure spigolose, e questo insieme di fattori crea quello che io chiamo il “fenomeno North East Custom”.
A tutti voi un bacio e a presto,
Babila
RAUR