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Con la ragguardevole cifra 12,9 milioni di due ruote a motore vendute nell'ultimo anno, l'India rappresenta un mercato gigantesco in termini di volumi. E' composta da moto di cilindrata medio piccola, come del resto nella maggior parte dei mercati emergenti, ma la qualità dei modelli made in India sta crescendo rapidamente, mentre la competitività industriale ha convinto importanti aziende occidentali, oltre che giapponesi, a delocalizzare parte della produzione grazie ad accordi industriali, oppure facendolo direttamente.
Bajaj Auto che produce per il 97% moto, nonostante il nome, e tre ruote – di cui è leader - è una delle maggiori realtà del Paese. Nell'ano fiscale 2016 ha venduto 3,36 milioni di moto, di cui oltre il 40% (1,46 milioni per la precisione) sono state piazzate all'estero.
I mercati di riferimento per l'export sono attualmente l'Africa (per il 43%), il sud est asiatico (31%) e l'America Latina (20%).
Bajaj Auto, com'è noto, controlla circa il 48% di KTM, e per la marca austriaca produce negli stabilimenti indiani le Duke e le RC , quelle che vanno dai 125 ai 390 cc, per le vendite in tutto il mondo.
Questa sinergia industriale è naturalmente utile anche a Bajaj, e di riflesso all'industria della componentistica locale. Costruttori e fornitori sono infatti impegnati ad aumentare il livello qualitativo dei nuovi modelli se vogliono conquistare i più esigenti clienti occidentali.
Con la Dominar 400 presentata di recente in India Bajaj punta a un salto di qualità, perché la nuova moto non soltanto è la più grande come cilindrata fra quelle prodotte dalla casa, ma si segnala anche per una costruzione più raffinata dello standard e per la una superiore ricerca stilistica.
Insomma la nuova 400 è pronta per sbarcare anche in mercati nei quali Bajaj era finora assente. Rajiv Bajaj, managing director di Bajaj, nel presentare la nuova moto ha detto che sarà proprio l'Europa uno degli obiettivi principali, Turchia compresa, della nuova Dominar che sarà esportata a primavera inoltrata. Poi inizieranno le esportazioni anche in Malesia, Thailandia e Filippine, per spingersi in Sud Africa e in America Latina. La produzione prevista è di 10.000 moto al mese, a cui se ne aggiungeranno altre 5.000 destinate all'export.
Anche la rivale indiana TVS, che costruisce la BMW G 310, ha in previsione dei propri modelli con motore condiviso, come nel caso della super sportiva Akula presentata lo scorso febbraio. E la Piaggio, Bajaj ha costruito per decenni le storiche PX con in licenza, ha uno stabilimento in India oltre che in Vietnam.
Con un'estetica non innovativa ma ben equilibrata, la Bajaj Dominar monta un motore monocilindrico derivato dall'unità KTM 390. Identica struttura e cilindrata di 373,3 cc (quindi bialbero quattro valvole, iniezione e raffreddamento a liquido), ma con testata a tripla candela, potenza dichiarata in 35 cv a 8.000 giri (contro i 44 della Duke 390) e coppia massima di 35 Nm a 6.500. Ha cambio a sei marce e frizione antisaltellamento. Ci sono fari a led e strumentazione digitale.
La ciclistica verte su di un telaio bitrave in lamiera scatolata d'acciaio, forcella da 43 mm non regolabile, monoammortizzatore regolabile nel precarico, ruote da 17”, disco anteriore da 320 mm e da 230 posteriore con ABS a due canali e pinze ByBre come su KTM e Husqvarna di produzione indiana. Il peso è dichiarato in 182 kg con il pieno.
Il prezzo di vendita in India, dove le consegne inizieranno a gennaio 2017, corrisponde a 1.950 euro, contro i 2.800 necessari per comperare, sempre in India, una KTM Duke 390.