Basta con questi guardrail!

Ricorderete Elena Aubry, la ragazza che ha perso la vita a Roma sette mesi fa su una strada pericolosa. La madre, architetto romano, porta avanti una grande battaglia contro i guardail. Ecco cosa ha in mente
21 gennaio 2019

A provocare la caduta di Elena e della sua moto furono le buche e le radici. Ma è stato il guardrail a causarne la morte. In una prima fase, la madre Graziella ha lanciato una grande campagna per rendere visibili le buche con la vernice gialla, una iniziativa alla quale molti motociclisti hanno aderito e che è arrivata anche fuori dall’Italia. Oggi il suo obiettivo è diventato il guardrail e la sua messa in sicurezza.

Perché certe amministrazioni hanno montato la protezione omologata, almeno su alcune curve pericolose, e altre si rifiutano di farlo? E’ vero che alcuni motoclub sono andati a offrire gratuitamente le protezioni DSM (i dispositivi salva motociclisti) ai gestori delle strade, però hanno ottenuto un rifiuto perché mancano i decreti attuativi di una legge europea? Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, si è impegnato direttamente con Graziella Viviano, la madre di Elena, ed entro il 28 febbraio otterrà l’impegno della Commissione Europea. Moto.it vi terrà informati, e nei prossimi giorni pubblicherà l’intervista a MotorLab di Bologna, che è tra le associazioni che si è battuta sul medesimo obiettivo.

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