Belgio, il 42% dei motociclisti non ha una formazione specifica

Belgio, il 42% dei motociclisti non ha una formazione specifica
Una ricerca del VIAS institute su un campione di 3.000 motociclisti belgi: formazione ridotta per una parte del campione, ma anche attitudine alla prudenza e fiducia nel futuro V2V
8 aprile 2022

Il VIAS Insitute è un ente di ricerca fondato nel 1986 con il nome di BRSI (Belgian Road Safety Institute) dal governo belga, il suo ambito è quello della sicurezza stradale, area in cui pubblica report e ricerche.

Di recente è stata pubblicata dall'Ente la "Photographie de l’usage du 2RM en Belgique" una ricerca - purtroppo disponibile soltanto in francese - molto dettagliata e articolata che ha cercato di indagare sulla composizione della platea dei motociclisti belgi, del loro uso della moto e delle loro caratteristiche in termini di formazione, sicurezza, attitudini, attraverso la sottoposizione di un questionario a un campione di 3.000 motociclisti; l'intero studio mira a fornire una migliore comprensione del loro comportamento, al fine di sostenere e migliorare la ricerca e ritagliare misure mirate a rischi specifici.

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Tra i tanti risultati, alcuni sono stati quasi sorprendenti: innanzitutto quello che riguarda la formazione specifica. Il 42% degli intervistati ha una formazione motociclistica parziale: infatti, anche se la ricerca mostra che l'uso della moto diminuisce con l'aumentare dell'età (a partire dai 54 anni), la popolazione belga inizia a usare le due ruote a tutte le età; tuttavia, molti utenti guidano senza aver ricevuto alcuna formazione (patente A ricevuta automaticamente con la patente B fino al 1988 e oltre) e ne deriva quindi che i più giovani sono formati meglio.

Inoltre, circa la metà dei motociclisti interpellati ha dichiarato di avere interrrotto la pratica (per un periodo medio di 9 anni) e di aver quindi ricominciato ad andare in moto successivamente all'interruzione e la ricerca mostra che le moto di cilindrata più elevata stanno perdendo appeal a favore di cubature più ridotte e di mezzi - anche elettrici - dedicati alla mobilità urbana, con un uso più frequente tra maggio e settembre ma nella classificazione delle tipologie di motociclisti troviamo anche il 9,5% di utenti che usano la moto tutto l'anno, indipendentemente dal tempo e dalle condizioni esterne.

 

Altro aspetto messo in luce dallo studio è quello afferente l'incidentalità: la maggior parte degli incidenti sono dovuti a perdite di controllo del mezzo senza coinvolgimento di altri veicoli - ciò spiega anche i dati non allineati con quelli della Polizia belga che rileva in massima parte i sinistri dove sono coinvolti più veicoli - e i motociclisti sono consapevoli dei rischi connessi all'andare in moto, disapprovando comportamenti pericolosi e la guida sotto l'effetto di alcol.

infine, e stavolta non siamo troppo sorpresi, il campione esaminato appare ancora molto riluttante nei confronti dell'avvento della tecnologia a bordo del veicolo, puntando il dito con la possibiltà che possa essere fonte di distrazione alla guida, mentre sono tuttavia più predisposti riguardo alle tecnologie di comunicazione M2V tecnologie di comunicazione M2V (o anche V2V o V2X) che permettono una migliore visibilità delle moto nel traffico e quindi aumentano in modo diretto la sicurezza.