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Il tribunale civile di Belluno ha stabilito che la Regione Veneto sarà tenuta a versare un risarcimento di 350.000 euro ai familiari di Alessandro Bighignoli, il motociclista 50enne deceduto in seguito a un incidente in moto con un cervo nelle strade del Bellunese il 21 maggio 2020.
Dopo quasi quattro anni il giudice ha concluso il processo avviato dal figlio della vittima, rappresentato al tempo in giudizio dalla madre separata dalla vittima.
Il tribunale ha rilevato un concorso di colpa del centauro veronese, valutato al 30%, sulla base del ritrovamento del casco con la fibbia aperta. Questo fatto ha portato il giudice a ritenere che il dispositivo di protezione non fosse stato correttamente indossato dalla vittima prima dell'incidente.
La sentenza del giudice Chiara Sandini ha dichiarato che l'amministrazione di Palazzo Balbi non ha adottato misure adeguate per impedire il passaggio degli animali selvatici sulla strada. Secondo il tribunale, mancavano recinzioni, sensori, guardrail o catarifrangenti sull'Agordina che avrebbero potuto evitare l'attraversamento dei cervi. Il consulente del tribunale ha ricostruito la dinamica dell'incidente, evidenziando che il tratto coinvolto nell'incidente tra la moto e l'animale era un rettilineo di 670 metri, con condizioni meteorologiche favorevoli.
Quel giorno l'impatto con l'animale causò un balzo di 36 metri sia per il centauro che per l'animale, entrambi ritrovati senza vita dai soccorritori. La moto, invece, continuò la sua corsa per 91 metri prima di cadere sul ciglio della strada. Il consulente del giudice ha stabilito che il tempo di attraversamento della strada da parte del cervo è stato estremamente breve, appena otto decimi di secondo, mentre la velocità della moto guidata da Bighignoli era prossima ai 90 km/h, limite imposto in quel tratto della strada.
Sarebbe stato impossibile quindi per il motociclista evitarlo.
Fonte: Corriere del Veneto
Immagine: Verona Sera