Benelli Open Day, successo oltre ogni previsione

Benelli Open Day, successo oltre ogni previsione
Migliaia di persone sono arrivate a Pesaro per dimostrare il loro affetto nei confronti della Benelli. Moto.it ha intervistato Il Direttore Tecnico Claudio Consonni ed ha provato per voi la Tre K 1130 | C. Baldi
21 settembre 2011

 

Sono stati più di 1500 i partecipanti all’Open Day organizzato dalla Benelli lo scorso sabato 17 settembre per festeggiare il centenario della Casa del Leoncino. Più di quattro mila persone ed oltre seicento motociclette hanno affollato il lungomare di Pesaro per rendere omaggio al glorioso marchio pesarese. Una giornata ricca di emozioni, successi e colpi di scena. Ventiquattro ore di festeggiamenti no stop, durante i quali migliaia di appassionati accorsi da tutta Europa hanno potuto visitare il reparto produttivo Benelli, ricevere in omaggio alcuni gadget, partecipare a tour motociclistici ed assistere alle straordinarie evoluzioni dello stunt-man francese Duke in sella a fiammanti TNT!

L'interno dell’azienda era stato allestito per ricordare i 100 anni di Benelli ed una bellissima galleria di pannelli ha portato virtualmente i visitatori lungo un percorso storico, partendo dalla nascita della Benelli per arrivare ai giorni nostri. Oltre a tutte le moto attualmente in produzione, faceva bella mostra di se anche la Tornado Tre Superbike che all’inizio degli anni 2000 ha partecipato al mondiale Superbike con Peter Goddard.

Nel pomeriggio di sabato gli appassionati hanno poi invaso il Piazzale della Palla di Pomodoro a Pesaro. Una

Benelli Open Week
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 sfilata che è stata un vero e proprio varietà di moto e di scooter di ieri e di oggi. Un vero e proprio museo a cielo aperto, coronato dall’inconfondibile sound dei motori delle 8 Benelli da competizione, sfociato con lo spettacolo “Rombo di Tuono” che ha attraversato tutta la città di Pesaro.

La festa è proseguita fino a domenica 18, quando, alla presenza delle autorità cittadine, è stata deposta una corona d'alloro al busto di Tonino Benelli. Un momento molto emozionante, per ricordare uno dei piloti italiani più famosi al mondo, che ha fatto la storia del nostro Paese. Non poteva poi mancare una parata completamente dedicata a Benelli e Motobi: oltre 200 moto, hanno sfilato lungo la città e sulle colline pesaresi per rendere omaggio alla gloriosa Casa del Leoncino. In testa anche quattro scooter Caffè Nero, concessi per l’occasione alle autorità cittadine dal gruppo Benelli QJ.

Claudio Consonni, Direttore Tecnico della Benelli QJ ha infine ringraziato tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo avvenimento, dal Comune di Pesaro al Registro Storico ed al Moto Club T.Benelli, con un ringraziamento particolare alla famiglia Benelli, per essere stata presente a tutte le manifestazioni organizzate.


Intervista a Claudio Consonni, Direttore Tecnico di Benelli QJ

Claudio Consonni ci parla della Benelli, una società con un passato glorioso che ha rischiato di sparire, ma che ora grazie ai cinesi guarda con fiducia al proprio futuro.

Claudio Consonni è di origini comasche ed ha cinquantasette anni. Ha trascorso venticinque anni in Yamaha Motor Italia, dove ha ricoperto la funzione di Technical General Manager e diretto i reparti di Produzione, Ricerca e Sviluppo, Qualità e Post Vendita. E’ ben noto anche il suo precedente impegno nel settore racing di Yamaha Motor Italia dove ha conseguito svariate vittorie nei campionati Italiani, nel rally Parigi-Dakar ed in quello dei Faraoni, nei Mondiali di Enduro e Motocross e nel mondiale Superbike dove nel 2007 ha conquistato il titolo mondiale costruttori. Primo ed unico successo di questo tipo nella storia della Casa dei tre diapason. Dal luglio del 2010, quindi da poco più di un anno, è il Direttore Tecnico di Benelli QJ.

Lo abbiamo incontrato nella sede Benelli di Pesaro in occasione del centenario della Casa motociclistica italiana che è attualmente di proprietà del gruppo cinese QJ Qianjiang il cui Presidente è Lin Hua Zhong.

Qual è lo stato di salute della Benelli?
"La Benelli sta bene grazie agli investimenti del gruppo cinese QJ e ora inizia a camminare con le proprie gambe. La situazione economica e la situazione del mercato delle moto la conosciamo tutti, ma noi abbiamo dei programmi chiari e dei target precisi e stiamo lavorando per raggiungerli".

Quali sono i vostri programmi a medio termine?

Benelli ed il gruppo QJ si concentreranno sul mercato degli scooter in quanto al momento è l’unico che possa garantire fatturati interessanti

"Continuare a migliorare la qualità dei nostri attuali prodotti, anche dal punto di vista dell’appetibilità nei confronti dei clienti. Inoltre vogliamo aumentare l’attenzione verso il cliente, la comunicazione esterna ed il servizio assistenza post vendita. Tutte prerogative indispensabili per restare sul mercato e soddisfare la nostra clientela. Ma i programmi a medio temine più interessanti riguardano il mondo dello scooter. Benelli ed il gruppo QJ si concentreranno sul mercato degli scooter in quanto al momento è l’unico che possa garantire fatturati interessanti. Stiamo lavorando a nuovi prodotti per creare una gamma di scooter completa che andrà da quello classico, sia a ruote alte che basse, a modelli più sofisticati e adatti al turismo, quindi anche di grosse cilindrate. La novità rispetto ad altri produttori è che questi progetti verranno realizzati con le nuove tecnologie e con una particolare attenzione all’ecologia ed all’ambiente. Qianjiang sta lavorando da tempo in questa direzione. L’azienda cinese che ha acquistato la Benelli in Cina dà lavoro a 9.000 persone e produce ogni anno circa un milione e trecentomila veicoli a due ruote. Grazie al gruppo QJ il marchio Benelli potrà entrare nei mercati emergenti in quanto il gruppo QJ ha radici in tutto il mondo, sia in Asia che in Sud America".

Sappiamo che siete già presenti in Venezuela.
"In Venezuela dallo scorso anno stiamo realizzando vari progetti, uno dei quali prevede l’invio nel Paese sudamericano di moto Benelli parzialmente montate. Un'azione che si sta rivelando interessante anche dal punto di vista quantitativo. In Venezuela una consociata del gruppo QJ, la Keeway, ha un proprio stabilimento che produce in gran parte scooter. Benelli ha dei tecnici che lavorano in Keeway Venezuela proprio per produrre moto a marchio Benelli secondo la qualità europea. Sono già stati aperti alcuni grossi punti vendita nelle principali città venezuelane ed il marchio Benelli sta quindi iniziando ad essere conosciuto in Sud America. E’ un mercato emergente dove la richiesta riguarda moto di 200 -300 cc e quindi anche Benelli sta studiando nuovi prodotti che siano appetibili per quella nazione. Progettati in Italia e realizzati in Cina. La produzione degli scooter avverrà in Cina negli stabilimenti QJ però in Benelli a Pesaro resteranno i centri di stile e design. Qui verranno studiati i processi produttivi in relazione alla qualità del prodotto finale. In QJ hanno coniato uno slogan che riguarda la Benelli che dovrà avere lo stile italiano, la qualità giapponese e il prezzo cinese. Un programma interessante che prevede a breve l’inserimento di nuove figure che possano garantire la realizzazione del progetto QJ".

Nessun nuovo progetto per moto di grossa cilindrata
"Il mercato della moto in Europa è in netta crisi ed investire milioni di euro nei settori di nicchia, dove le vendite sono purtroppo molto scarse,  non avrebbe senso. Vogliamo migliorare i prodotti Benelli a tre cilindri già esistenti, renderli più attuali e più appetibili anche dal punto di vista estetico. Inoltre come ho detto vogliamo portarli più vicino ai nostri potenziali clienti, magari organizzando dei demo ride affinché i motociclisti possano toccare con mano la qualità e le prestazioni delle nostre moto".

Ma veniamo al centenario della Benelli. Un azienda con una grande storia alle spalle. Pensi sia possibile mantenere questo bagaglio di storia e di cultura motociclistica in un’azienda di proprietà cinese? E’ possibile far convivere gli scooter con la storia della Benelli?
"Certo Benelli ha una grande storia alle spalle. Purtroppo è una storia che si ferma agli anni settanta perché in seguito gli anni successivi sono stati caratterizzati da vicissitudini che hanno portato questa azienda molto vicino alla chiusura. In questi giorni ci sono stati molti convegni qui a Pesaro che hanno ricordato il nostro passato che però non è sempre stato un passato radioso e positivo. C’è stato un momento nel quale l’azienda avrebbe potuto essere rilevata da un gruppo russo che avrebbe smantellato gli stabilimenti di Pesaro e trasferito tutto in Russia. La fortuna di Pesaro e della Benelli è stata che il marchio è stato acquistato dai cinesi, i quali hanno lasciato l’azienda a Pesaro. Certo ora Benelli è in mano ai cinesi ma è ancora a Pesaro. E’ difficile far convivere la nuova con la vecchia Benelli. Ma i tempi cambiano ed il mondo va avanti. La Benelli in passato gareggiava e vinceva con piloti del calibro di Pasolini, Saarinen e Carruthers, ma la storia attuale è molto diversa. La cosa importante è che Benelli sia ancora viva e che in futuro, se riusciremo a lavorare bene, a costruire sia moto che scooter, forse Benelli tornerà ad essere famosa nel mondo ed il suo marchio tornerà ad essere conosciuto nel mondo. Se restiamo legati al passato e ad un certo tipo di moto non avremo futuro".

Oggi realizzare una nuova moto richiede un investimento di circa 5 milioni di euro per poi venderne quante?

"Non possiamo rischiare di produrre motociclette che poi potrebbero restare invendute. Attualmente dobbiamo lavorare duramente per far quadrare i conti e permettere a questa azienda di restare attiva. Neppure le altre case, quelle più grosse, stanno realizzando nuove moto o nuovi motori. In questo momento di crisi tutti cercano di modificare e di rielaborare motori e moto esistenti. Noi non possiamo fare diversamente. Cercheremo di migliorare i prodotti Benelli, di lavorare meglio sull’assistenza e sulla comunicazione, ma il grosso del fatturato arriverà dalla vendita degli scooter, che ci consentiranno di avere in futuro quella forza necessaria per poter realizzare qualcosa di nuovo, sempre che il mercato ne faccia richiesta".

Come pensate di migliorare gli attuali tre cilindri?
"Cercheremo di diminuire la rumorosità e le vibrazioni e di conseguenza di aumentare il comfort e rendere le nostre moto più appetibili e rispondenti alle richieste del mercato e degli utenti finali. La potenza del motore non verrà incrementata in quanto la riteniamo soddisfacente. Cercheremo di valorizzare la TreK1130 (leggi di seguito la nostra prova) che riteniamo sia una moto che non è stata valorizzata a dovere e che invece ha tutte le caratteristiche per fare bene nei mercati europei. E’ una moto che necessita solo di qualche piccolo ritocco e che ha una base più che valida".


E cosa ci puoi dire del progetto due cilindri?
"Al momento è stato sospeso sia perché aveva dato alcuni problemi tecnici e sia perché sono passati alcuni anni e stiamo valutando se sia ancora un progetto valido e attuale. Fare un due cilindri significherebbe scendere a cilindrate più basse e di conseguenza creare nuove tipologie di prodotto. Una cosa che al momento non intendiamo fare".

E QJ su cosa sta lavorando oltre che sugli scooter?
"Parlando del futuro, QJ è a buon punto con un motore a quattro cilindri che è stato studiato e realizzato per il mercato cinese, ma che anche Benelli sta valutando per vedere se ci sia magari la possibilità di utilizzarlo in Europa. Questo è un esempio di come QJ e Benelli stiano lavorando insieme per creare un connubio che possa consentire ad entrambi di sfruttare i rispettivi punti di forza. Così come Qianjiang potrà penetrare nuovi mercati anche grazie ad un marchio storico e di impatto come Benelli, quest’ultima potrà invece farsi conoscere nelle nazioni dove QJ opera già da anni con successo. 
Non dimentichiamo poi che il prodotto da solo non basta. I giapponesi ci hanno insegnato che il mercato richiede una funzionale assistenza post vendita. Il cliente va seguito e coccolato e per fare questo si deve creare una valida organizzazione post vendita, con concessionari preparati sia dal punto tecnologico che da quello del marketing. E tutto questo non si realizza in poco tempo".

Tra le nuove tecnologie state lavorando anche sull’elettrico?
"Sì, stiamo portando avanti progetti legati alle nuove energie tra le quali l’elettrico, ma anche l’ibrido e ad altre nuove ed interessanti tecnologie. QJ sta lavorando in collaborazione con alcune università americane anche perché il suo Presidente Lin Hua Zhong è molto attento e sensibile alle nuove tecnologie che salvaguardino l’ambiente. In Cina circolano già migliaia e migliaia di veicoli elettrici a due ruote, ma il settore è in continuo sviluppo ed i nuovi studi riguardano in particolare le batterie al litio. Non sono lontani i tempi nei quali arriveranno sui nostri mercati accattivanti prodotti con lo stile ed il gusto europeo e che disporranno di tecnologie innovative che richiederanno bassi costi di esercizio e che avranno una grande attenzione per l’ambiente. Non mi stupirei quindi se i cinesi riuscissero a fare nei prossimi anni quello che i giapponesi fecero negli anni Settanta. Questo non significherà certo affossare le aziende europee, ma senza dubbio potrebbero rivoluzionare il mercato. Ed alcuni di questi prodotti potrebbero avere il marchio Benelli".


La prova della Tre K 1130

Benelli Tre K 1130
Benelli Tre K 1130

In occasione della nostra visita alla sede Benelli di Pesaro, abbiamo risposto con piacere all’invito dell’azienda italiana e di Claudio Consonni in particolare che ci proponeva un giro sulla bellissima strada panoramica che va da Pesaro a Cattolica alla guida della Tre K 1130. Come sapete chi scrive non è un tester vero e proprio, ma un motociclista che ama guidare e viaggiare in moto. Questa Benelli dall’estetica particolare e dotata di un motore a tre cilindri, aveva sempre destato il mio interesse e di conseguenza, non appena Consonni mi ha detto che la dovevo provare perché, secondo lui, è una moto che il mercato sino ad ora ha apprezzato meno di quanto non valga effettivamente, non ho esitato ad indossare guanti, casco e stivaletti e a fare la conoscenza della Tre K.

Ciclistica ed estetica

La posizione in sella è molto comoda. La sella è alla giusta altezza (sono alto m. 1,78) e la distanza dal manubrio consente alle braccia di assumere una posizione naturale così come le pedane, che sono comunque regolabili. I comandi al manubrio sono tutti intuitivi e facilmente accessibili, mentre la strumentazione è ben visibile e completa, con il contagiri analogico ed il tachimetro/contachilometri digitale. Questa Benelli non passa certo inosservata grazie ad un’estetica forte ed accattivante, resa filante sia dal cupolino, dove risaltano i due grandi fari …. a mandorla, che dalla sua parte posteriore con la marmitta nascosta sotto la sella a due piani. Un adesivo fissato sul serbatoio ci ricorda che siamo alla guida della versione del Centenario, di un elegante colore grigio metal. Il telaio misto in traliccio e piastre fa capolino appena sotto un serbatoio molto sagomato dove le ginocchia trovano il giusto spazio. Belli e funzionali gli specchietti che inglobano gli indicatori di direzione.

Motore

Massiccio e dall’aspetto poderoso, il motore ha il suono tipico del tre cilindri. Un suono irregolare per chi è abituato al ritmo del quattro cilindri, ma che diventa un piacevole rombo non appena si gira la manopola del gas. Appare chiaro sin dai primi chilometri come i cavalli a disposizione siano davvero molti e l’erogazione anche piuttosto brusca. Proprio per questo motivo la Benelli ha dotato la Tre K (solo la versione da 1130 cc e non la sorella minore da 899) di un bottone rosso posizionato ben in vista sotto il tachimetro digitale, premuto il quale, sino a circa 6.000 giri, l’erogazione diviene meno aggressiva e più fluida. Personalmente, pur non essendo certo uno “smanettone”, non ho utilizzato questo dispositivo, ma mi sono limitato a dosare il gas mantenendo così la possibilità di aprire energicamente all’uscita delle curve più lente, per godere in pieno dello spunto di questo generoso propulsore.

Alla guida
La strada panoramica è un susseguirsi di curve e per fortuna il traffico è stato davvero modesto. Tracciato e

Benelli Tre K 1130
Benelli Tre K 1130

condizioni ideali per la Tre K che proprio sul misto mostra le sue doti migliori, vale dire maneggevolezza e tenuta di strada, ottimamente assecondata dagli pneumatici Pirelli Scorpion. E’ davvero facile trovare il feeling con questa Benelli ed è un vero piacere disegnare le giuste traiettorie nelle numerose curve di una strada che presenta il solo pericolo di venire distratti da un panorama mozzafiato. La giornata soleggiata infatti ha esaltato il blu intenso del mare ed il contrasto con il verde delle pinete. Se capitate da quelle parti non lasciatevi sfuggire l’occasione di fare anche voi un bel giretto su questa panoramica di nome e di fatto.

L’impianto frenante dispone di due potenti dischi anteriori ed di uno posteriore. Mi sono affidato principalmente a quelli anteriori per una frenata che mi è sembrata ampiamente all’altezza della situazione. Soddisfacenti anche le sospensioni che non sono state certamente sollecitate più di tanto dalla mia andatura turistico/sportiva, ma che hanno sempre svolto benissimo il loro compito. Il motore è voluminoso e nelle soste necessarie per poter fare le foto della nostra gallery le ventole di raffreddamento sono entrate spesso in funzione senza però spingere il calore verso le nostre gambe.

Le vibrazioni si iniziano ad avvertire verso i 4.500 - 5.000 giri, ma non sono fastidiose anche grazie al contralbero di equilibratura presente su questo motore che dispone di quattro valvole per cilindro. Il cambio si è dimostrato sempre preciso, mentre la frizione non ha mostrato segni di cedimento neppure a caldo.

Una moto davvero divertente, adatta anche ad un uso turistico. Il cupolino è regolabile su tre diverse posizioni tramite due pomelli e nella posizione più alta sposta la pressione dell’aria oltre le spalle. La sella è abbastanza comoda, ma non consente movimenti in avanti o indietro per cambiare posizione quando la fatica inizia a farsi sentire. Lo spazio per il passeggero è sufficiente e le sue pedane non sono troppo alte. Con borse e bauletto si possono quindi affrontare anche lunghi viaggi autostradali, visto che il comfort generale della moto lo consente. Una moto con un campo di utilizzo molto ampio che va dall’uso giornaliero alla gita in collina nel weekend, sino ai viaggi autostradali anche in coppia. Divertente, comoda, generosa ed estremamente versatile. Il tutto a € 9.900 per la versione 899 mentre la 1130 che abbiamo provato a Pesaro costa € 11.900.

Aveva proprio ragione il Direttore Tecnico della Benelli : questa moto è stata sino ad ora poco compresa ed apprezzata dal mercato. Siamo però certi che chiunque avesse la possibilità di provarla ne resterebbe piacevolmente impressionato e quindi speriamo che la Benelli organizzi al più presto dei demo ride per la Tre K sia nella versione 899 che per quella maggiore 1130.

Per la nostra prova abbiamo utilizzato casco X-Lite 701, giacca Alpinestars  T-Dyno WP e stivali WP Forma Downtown.

 

Benelli Tre 1130 K (2006 - 16)
Benelli

Benelli
Strada della Fornace Vecchia, snc
61122 Pesaro (PU) - Italia
0721 41871
[email protected]
https://italy.benelli.com/

  • Prezzo 12.900 €
  • Cilindrata 1.130 cc
  • Potenza 125 cv
  • Peso 215 kg
  • Sella 850 mm
  • Serbatoio 22 lt
Benelli

Benelli
Strada della Fornace Vecchia, snc
61122 Pesaro (PU) - Italia
0721 41871
[email protected]
https://italy.benelli.com/

Scheda tecnica Benelli Tre 1130 K (2006 - 16)

Cilindrata
1.130 cc
Cilindri
3 in linea
Categoria
Naked
Potenza
125 cv 92 kw 9.000 rpm
Peso
215 kg
Sella
850 mm
Pneumatico anteriore
120/70-ZR17
Pneumatico posteriore
180/55-ZR17
Inizio Fine produzione
2006 2016
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