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Ci sono due fattori che pesano sulla questione caro carburanti. Il primo è evidente a tutti: i prezzi continuano a crescere e un litro di benzina costa ormai quasi due euro, ben lontano quindi dai prezzi pre-crisi Russia-Ucraina. Il secondo elemento è l'avvicinarsi della scadenza del taglio delle accise. Il provvedimento che era già stato prorogato fino all'8 luglio, molto probabilmente verrà ulteriormente tornerà sul tavolo dell'esecutivo.
In pochi mesi il taglio di 30 centesimi è stato praticamente riassorbito dal mercato, e con l'ipotesi di mettere al bando il petrolio russo la questione carburanti potrebbe aggravarsi ulteriormente. Ufficialmente il governo non si è ancora espresso con precisione ma la sottosegretaria all’economia Maria Cecilia Guerra ha descritto un nuovo intervento come "molto probabile".
Ora c'è un gioco di equilibri in cui si calcola se l'aumento del gettito Iva derivante dall'aumento dei prezzi basterà (in quale misura) per prorogare il taglio delle accise. Finora sono stati sborsati 3,36 miliardi e se si dovesse prorogare il taglio fino a fine estate ne servirebbero altri due miliardi. Questo se fosse mantenuto lo "sconto" in vigore fino ad oggi. Da più parti infatti si richiede di ridurre il prezzo di altri 10 cent.