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È passato un anno esatto da quando BMW ci ha invitato ad Austin, in Texas, per vedere dal vivo quella Birdcage realizzata da Revival Cycles che ha segnato il secondo passo nel percorso che ci ha portato a vedere - finalmente - la R18. Un percorso passato per altri due concept, il primo svelato a Villa d'Este e il secondo fra EICMA e MBE, prima di arrivare a questa versione definitiva, che naturalmente sarà la prima di una famiglia basata su quel "big boxer" di cui in BMW vanno giustamente così orgogliosi.
Un rientro importantissimo, dopo quel primo tentativo costituito dalla R 1200C di fine millennio scorso, che vede la Casa di Monaco andare a scontrarsi frontalmente con i mostri sacri del segmento. Per questo, in BMW hanno definito una proposta estremamente personale e capace di sintetizzare concetti e stilemi del proprio passato con una tecnologia modernissima sviluppata sulle sportive. E sia pure se non di persona, in questi tempi di Coronavirus, finalmente siamo in grado di vederla e di presentarvela.
Radici di BMW, dicevamo. Sì, perché basta osservare la nuova R18 per cogliere diverse citazioni a quella R5 del 1936 che tanti ritengono uno dei modelli più importanti della storia di BMW - tanto da dedicargli una concept - la R5 Hommage, proposta a Villa d'Este nel 2016 - che, con il senno di poi, era un indizio importante su cosa avremmo visto quattro anni dopo.
E sono tantissimi i dettagli che richiamano il passato della Casa di Monaco: dal telaio a doppia culla in acciaio che fa il verso agli hardtail del passato, al forcellone bibraccio che integra la trasmissione cardanica con bulloni sovradimensionati, ma anche la forcella con copristeli, i cerchi a raggi e il design dei dischi freno. Il tutto con l'enorme bicilindrico bialbero boxer da 1.802 cc - elemento tecnico capace di 91 cavalli ma soprattutto di 158 Newton/metro a 3.000 giri, ma anche componente stilistica principale - gestito da un pacchetto elettronico moderno ed efficiente, con tre riding mode, controllo di stabilità e gli ormai consueti sistemi d'assistenza al pilota uniti all'utilissima retromarcia.
La R18 verrà commercializzata nel 2020 solo nella versione "First Edition", con livrea dedicata e caratterizzata da parti verniciate e cromate, con la standard che seguirà l'anno prossimo. E ovviamente, seguendo la tendenza inaugurata con la NineT, è pensata per facilitare il lavoro di preparatori e customizer di tutto il mondo, offrendo facilità di smontaggio e sostituzione di molte parti. E per chi non resistesse, e volesse personalizzare la propria R18 fin da subito, ci sono già due kit di parti in alluminio ricavate dal pieno predisposti da Roland Sands, rispettivamente “Machined” and “2-Tone Black”, oltre a una linea di scarichi realizzata con Vance & Hines e selle Mustang, con un'operazione di co-branding evidentemente mirata agli Stati Uniti.
A descrivervi il maestoso bicilindrico bavarese ci ha già pensato il nostro Massimo Clarke (e ci torneremo naturalmente sopra a breve) ma vale la pena riparlarne qui. Il motore che spinge la R18 è un bicilindrico contrapposto superquadro (107 x 100) bialbero con distribuzione ad aste e bilancieri con raffreddamento misto aria/olio. Come detto in apertura, la sua miglior caratteristica è la coppia - il valore massimo di 158 Newton/metro viene espresso a 3.000 giri, ma ce ne sono sempre più di 150 dai 2 ai 4.000 giri.
Il regime massimo di rotazione si attesta a 5.750 giri, mentre il minimo a 950 giri. Ovunque - dice BMW - la regolarità di rotazione è perfetta grazie a un volano generosamente dimensionato. Dimensioni molto generose anche per l'albero motore forgiato e dotato di un terzo cuscinetto di banco al centro per prevenire deformazioni e vibrazioni. La lubrificazione è a carter umido, con pompa olio a due stadi.
La distribuzione, dicevamo, è a quattro valvole per cilindro (41,2mm all'aspirazione, 35 allo scarico) con comando ad aste e bilancieri. L'accensione prevede due candele per cilindro. La trasmissione prevede un cambio a sei rapporti (con retromarcia, optional) con frizione monodisco a secco, per la prima volta nella storia di BMW dotata di funzione antisaltellamento.
La finale è realizzata attraverso uno spettacolare cardano a vista. La gestione elettronica prevede tre riding mode (Rain, Roll, Rock) progressivamente più performanti e sportivi nella risposta, e tiene sotto controllo il motore sia attraverso il controllo di trazione ASC che con la nuova gestione del freno motore MSR.
La ciclistica è basata su un telaio in acciaio a doppia culla, con forcellone basato sulla stessa tecnica. Su entrambi è stata usata una cura certosina nelle finiture, ed è stata utilizzata una sospensione su schema cantilever, nascosta nella zona centrale della moto, per dare un look da hardtail nonostante una corsa di 90 mm. La forcella è un'unità telescopica con steli (nascosti) da 49 mm per una corsa di 120 mm. Per una precisa scelta - la pulizia estetica prima di tutto - si è scelto di utilizzare unità puramente meccaniche.
All'avantreno troviamo un cerchio da 19 pollici, con canale da 3,5" calzante uno pneumatico 120/70, radiale o cinturato a seconda del fornitore; al posteriore c'è un cerchio da 16" con canale da 5" e gomma 180/65 B 16. L'impianto frenante conta su una terna di dischi da 300 mm lavorati da tre pinze a quattro pistoncini, naturalente gestite dall'ABS qui in versione Integral: la leva a manubrio aziona tutti e tre i dischi con ripartizione dinamica della potenza frenante, mentre azionando il pedale si agisce solo sul disco posteriore.
Dal punto di vista ergonomico, la BMW R18 si distacca un po' dalle cruiser più tradizionalmente statunitensi, restando più vicina a proposte europee come Ducati Diavel, Triumph Rocket III o Guzzi California Audace: le pedane rimangono relativamente arretrate e sotto il pilota (soluzione peraltro quasi obbligata a causa della sporgenza dei cilindri del boxer) determinando una posizione di guida più dinamica.
Naturalmente, chi non gradisse può rivolgersi allo sconfinato catalogo accessori, che prevede ogni sorta di possibilità di personalizzazione, sia nei due kit allestiti da Roland Sands che direttamente in quello BMW Motorrad.
Già citato il pacchetto elettronico di gestione motore, vale la pena di citare la nuova strumentazione, con un solo elemento analogico dotato di pannello LED e spie integrate - minimalista e stilisticamente estremamente efficace. La gestione elettronica si estende anche all'illuminazione, con il faro anteriore LED dotato di luci adattive (optional) integrate al suo interno, che si attivano a velocità superiori ai 10 km/h e ad angoli di piega più pronunciati di 7°, offrendo un contributo significativo all'illuminazione fino ad inclinazioni di 25°.
Naturalmente presente la funzione di avviamento keyless, sempre optional, ormai diffusa su tutta la gamma BMW. E oltre ai tre riding mode già citati, che regolano l'erogazione del motore e le tarature del controllo di stabilità ASC e del freno motore. Fra gli optional segnaliamo anche la retromarcia, attivabile attraverso il pulsante d'avviamento, l'assistenza alla partenza in salita e le manopole riscaldabili.
Tutte le parti di carrozzeria della R 18 sono realizzate in metallo, a partire naturalmente dal serbatoio a goccia da 16 litri, per continuare con parafanghi, fianchetti e supporti vari. Tutti i cablaggi sono stati nascosti il più possibile. In generale, tutte le soluzioni sono pensate per valorizzare il minimalismo nel look e il richiamo alla capostipite R5 del 1936, come la trasmissione finale cardanica con albero in vista.
La nuova R18 tra l'altro è interamente realizzata nello stabilimento di Spandau, alle porte di Berlino, fatto che viene ricordato da diversi dettagli che riportano l'iscrizione Berlin Built.
Come dicevamo in apertura, la R18 per il primo anno sarà disponibile sul nostro mercato nella versione First Edition a 22.290 euro, con kit cromo e pinstriping in lightwhite su fondo Blackstorm metallic che normalmente comporterebbero un sovrapprezzo di 2.150 euro.
Al di là della livrea, la First Edition è dotata di diversi dettagli più pregiati, come superfici cromate, una placca sulla sella e una, cromata, sul fianchetto. A tutti gli acquirenti di questa edizione speciale verrà inoltre regalata una scatola con l'immagine del motore sul coperchio contenente i logo storici per il serbatoio, viti dedicate (entrambi color rame), un paio di guanti per l'assemblaggio e un cacciavite dedicato, utilizzabile anche come portachiavi, un berrettino e un cintura "R18 First Edition", e infine un libro dedicato ai quasi 100 anni di storia di BMW Motorrad.
Chi vorrà personalizzare la BMW R18 avrà (almeno) due possibilità: attingere al catalogo BMW Motorrad, oppure rivolgersi ai kit realizzati in collaborazione con Roland Sands design. E vale la pena di sottolineare come la R18, proseguendo in quella tendenza iniziata con la R NineT, è stata pensata per facilitare il lavoro dei customizzatori, con telaietto posteriore e sovrastrutture facilmente smontabili, cablaggi pensati per essere nascosti o riposizionati, e coperchi motore che si possono sostituire senza preoccupazioni.
I kit realizzati da Roland Sands sono due, denominati "Machined" (ovvero "ricavato dal pieno") e "2-tone black" (Nero, tono-su-tono). Il primo kit prevede evidentemente diversi pezzi in alluminio ricavati dal pieno, tutti giocati sul contrasto fra il nero e l'argento: tutte le parti verniciate in nero vengono lavorate e poi rilucidate per ottenere l'effetto migliore. Il "2-tone black" comprende invece componenti - sempre in alluminio ricavato dal pieno - con anodizzazione alternata lucido/opaco.
I pezzi comprendono cerchi di diverse dimensioni rispetto a quelli di serie, supporto strumentazione, riser e blocchi manubrio, manopole, leve e specchi oltre a tantissimi altri dettagli estetici.
Ricchissimo - ovviamente - anche il catalogo "standard", per così dire, di BMW Motorrad dedicato alla R18, che permette di modificare in maniera sostanziale tanto l'estetica quanto l'essenza della cruiser di Monaco, basti pensare alle varie possibilità offerte in tema di manubri: basso, alto, largo o addirittura un Apehanger (che sinceramente troviamo un po' fuori luogo sulla R18, ma in America magari piacerà...) oppure di selle. C'è una linea di co-branding con Mustang Seats, ma anche diverse proposte ufficiali, fra cui un'affascinante Solo Hommage Seat che ricorda le monoposto ammortizzate montate sulle prime BMW Motorrad.
Vale la pena di citare anche la borsa da telaio realizzata in misto tela/pelle con tasche, ma anche cerchi (compreso un anteriore da 21") parafanghi, portatarga e naturalmente tanti altri dettagli: dalle borse a tantissimi particolari ricavati dal pieno.