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Dopo una serie di concept - prima di terze parti, poi ufficiali - finalmente la BMW R18 si è svelata in versione definitiva. Ma sappiamo già - anche perché ce l'aveva preannunciato lo stesso Timo Resch - che il Big Boxer della R18 non sarà l'anima di un solo modello, visto oltretutto che circolano già le immagini della variante bagger che ipotizziamo in arrivo (Coronavirus permettendo) per il 2021. D'altra parte sono finiti i tempi - con rarissime eccezioni - in cui una Casa costruttrice può creare un motore per un solo modello: è necessario ragionare per piattaforme, e ogni propulsore deve essere sufficientemente versatile per adattarsi agli usi imposti di modelli spesso molto diversi.
D'altronde, BMW è stata pioniera in questa filosofia. Il suo boxer, nelle varie generazioni, è da sempre stato utilizzato su modelli molto diversi, con più o meno differenziazioni tecniche. Pensate solo all'ultimo 1200 ad aria e olio, quello nato nel 2004 - ovvero quello che ancora spinge la R NineT.
Nella sua carriera, in diverse versioni (che cambiavano per fasature della distribuzione, alimentazione ed elettronica) era capace di motorizzare, nello stesso momento, la tourer R 1200RT, la maxienduro R 1200GS, la naked classica R 1200R, la sportiva R 1200S e addirittura la specialissima pistaiola HP2 Sport. E a fine carriera, come abbiamo detto sopra, è andato a supportare le classiche della serie NineT. Più piattaforma di così...
Lo stesso discorso è stato portato avanti con il boxer raffreddato a liquido 1200 e 1250, ma anche i bicilindrici in linea della serie F e i quadricilindrici della famiglia S sono nati con la precisa intenzione di venire utilizzati su modelli dalla destinazione d'uso potenzialmente molto diversa. Quindi, fermo restando che un motore come il Big Boxer difficilmente potrebbe mai spingere una... R18 GS, perché non fare qualche esercizio su cosa potrebbe venire fuori da Berlino con quella motorizzazione?
Fino a qui siamo a quota due modelli: pochi, sicuramente. Non serve molta fantasia per immaginarsi una declinazione più classica, sulla falsariga della NineT (che comunque, a voler tirare a indovinare, resterà in gamma) un po' più vicina al gusto europeo. Meno cruiser, più nuda tradizionale, magari un pelo più aggressiva nella dinamica, un po' come aveva fatto la Moto Guzzi Audace sulla piattaforma California.
Non è del tutto fuori luogo nemmeno immaginarsi qualcosa dal sapore un po' più scrambler, pur senza divagare nel campo di modelli che il fuoristrada sono in grado di farlo davvero - insomma, più NineT Scrambler che Urban GS. Escursione un po' più elevata al posteriore, cardano chiuso, pneumatici tassellati e manubrio più largo e rialzato: il gioco è quasi già bello che fatto.
E perché non addirittura una Hot Rod? Provate a immaginarvela: bassissima dietro lo è già, basta uno pneumatico al posteriore ancora più largo, un manubrio drag bar, un serbatoio un po' più in stile e magari, a voler essere proprio precisi, una gestione elettronica e una fasatura che le regali qualcosa in più in alto, tanto per essere sicuri di farsi girare gli occhi all'indietro in accelerazione.
Non dimentichiamoci infine che nel 2023 BMW Motorrad festeggerà i 100 anni di vita: la prima R32 è del 1923. Volete scommettere che su questo motore (oltre che su tanti altri, di sicuro) arriverà qualcosa di legato a quella ricorrenza?
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