BMW vuole sterzare con la ruota posteriore

In tre diverse e curiose domande di brevetto BMW illustra come si potrebbe far sterzare la ruota posteriore mantenendo la trazione: qual è l'obiettivo?
29 maggio 2023

Le domande di brevetto sono sempre affascinanti perché propongono soluzioni inedite a problemi noti oppure invenzioni delle quali non sapevamo ancora di aver bisogno. Ultimamente, poi, sembra che in particolare alcune Case siano molto attive su quest'ultimo fronte. Ne sono un esempio tre diverse domande di brevetto depositate da BMW e riguardanti una serie di progetti di ruote posteriori sterzanti per motocicli.

Le illustrazioni mostrano diverse potenziali soluzioni alle criticità che nascono dal fornire sia trazione sia capacità sterzante alla ruota posteriore di una moto. I disegni sono come sempre in questo caso abbastanza schematici ma una prima cosa che si nota è che riguardano tanto moto elettriche quanto moto a combustione interna e che la trasmissione finale è a cinghia, catena o albero. Inoltre i sistemi per far sterzare la ruota posteriore, chiaramente nella direzione opposta a quella anteriore, sono diversi. Ciò che accumuna questi progetti però è l'obiettivo di aumentare il raggio di sterzata e la manovrabilità della moto.

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Francamente non abbiamo mai sentito il bisogno di una soluzione di questo tipo neppure sulle due ruote più ingombranti e pesanti, ma forse proprio perché non l'abbiamo mai provato. Non vogliamo precluderci questa possibilità futura, quindi cerchiamo di capirne di più.

Secondo gli schemi depositati, i metodi possono per sterzare la ruota posteriore possono essere diversi ma tutti alla fine mantengono la stessa geometria. La ruota posteriore ha lo stesso angolo di sterzata e questo ci fa presupporre che l'impatto sulla maneggevolezza della moto sia sempre lo stesso a prescindere dalla soluzione poi adottata e dal tipo di propulsore e di trasmissione su cui poi viene applicata.

Quali sono i vantaggi?

Nella domanda di brevetto principale, i progettisti BMW scrivono: “La capacità di sterzare ruote precedentemente non sterzanti oltre a una o più ruote che erano già sterzanti ridurrebbe il raggio di sterzata e gli svantaggi associati o, a parità di raggio di sterzata, consentirebbe l'estensione del passo in modo da ottenere più spazio di installazione, un'elevata dinamica più confortevole e maggiori riserve di forza laterale in curva. Inoltre, questo riduce l'angolo di sterzata necessario sulla ruota anteriore o sulla ruota che fino ad ora è stata sterzata in modo convenzionale”. Il sistema - prosegue la spiegazione - potrebbe essere applicato sia a moto ad alte prestazioni sia alle cruiser che vengono non a caso prese come modello con un chopper stilizzato.

I vantaggi, poi, riguarderebbero anche l'aerodinamica: se la capacità di sterzare non è più solo una prerogativa della ruota anteriore significa che si possono aprire nuove strade al design della stessa e della carenatura. Il passo può essere allungato ricavando più spazio (ad esempio per un pacco batteria ingombrante?) e la forma stessa della moto che conosciamo è messa in discussione. Sempre dal brevetto: “Motivazioni possono essere quelle di realizzare un alloggiamento della ruota anteriore, in particolare a causa del minor angolo di sterzata della ruota, al fine di creare così un'aerodinamica particolarmente vantaggiosa”. Inoltre potremo tutti sterzare mentre siamo in impennata! Battute a parte, è chiaro che in ambito sportivo la possibilità di avere comunque capacità sterzante mentre la ruota anteriore non è a contatto con il terreno può avere dei risvolti positivi specie in ambito sportivo.

In fondo non è una novità

L'asse posteriore sterzante non è una novità assoluta. Negli anni Ottanta alcune Case automobilistiche ne avevano fatto un "must have" salvo abbandonarlo in seguito principalmente perché le complicazioni tecniche e con esse i costi superavano i benefici ottenuti. Ancora oggi però alcune auto ne hanno decretato un ritorno, il più clamoroso ad esempio è quello del SUV Hummer EV che ha persino una modalità "crab walk" ovvero a camminata di granchio. Ciò che magari non tutti ricordano è che in passato qualcuno ci provò già anche con le due ruote. Sempre negli anni Ottanta Honda registrò alcuni brevetti, ma l'esempio più affascinante fu quello dell'ingegnere australiano Ian Drysdale che creò un prototipo a due ruote motrici e sterzanti nel 1990, il Dryvtech 2x2x2 che vi mostriamo qui sotto in una foto di un'asta Bonhams.

Lo vedremo presto?

Visti e considerati i tipi di brevetto richiesti in questo caso e il fatto che BMW non si sia al momento concentrata, almeno così pare, su un singolo progetto ci porta a pensare che sia altamente improbabile vedere in breve tempo una di queste soluzioni adottata su una moto di serie. Tuttavia le stesse domande ci dimostrano che si tratta di un argomento su cui l'azienda ha deciso che vale la pena investire e, come si sa, a nessuno piace spendere tempo e soldi senza ottenere un risultato.