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Le gare clandestine con le moto e con le auto sono sempre esistite, nei vialoni di periferia di quasi tutte le grandi città. E a Bologna, alla fine degli anni Ottanta, questi eventi presero una piega particolare: forse per la gran storia motoristica della regione, o magari per la lucida ironia che caratterizza i bolognesi, qui le sfide notturne nate nei bar durarono tanti anni senza degenerare, con un pubblico enorme e persino con una certa tolleranza della polizia.
E’ qui che nasce la storia vera del “Bolla” - al secolo Piero Bolognesi, uno specialista del genere - raccontata da Dario Ballardini ,che è stato giornalista di Motosprint per trent’anni e collaboratore Rai. Uno che in moto ci va – ha anche stabilito due record mondiali - e che scrive molto bene.
Un libro tutto da leggere: “Bolla e le gare sugli stradoni – storie di motori nella Bologna degli anni Novanta tra brividi, palestre, discoteche e compagnie”. Edito da Pendragon, 140 pagine e prezzo di copertina di 13 euro. Moto e auto di serie e bombardate, accelerazioni da fermo e rotonde deserte da fare a tutto gas. Dario racconta avventure curiose e divertenti, eventi anche drammatici, e una gran quantità di personaggi pittoreschi. Alcuni molto conosciuti, come Mauro Ricci che è stato un pilota professionista, ha corso con Honda e con Ducati, amatissimo non soltanto nella sua città, o come Claudio Domenicali. Già proprio lui, l’ingegnere, che passo dopo passo ha scalato la Ducati diventandone l’amministratore delegato. Ballardini ce lo dipinge brillante studente delle superiori e poi all’università, primo della classe sempre; un tipo serio, raziocinante e ipertecologico, uno che sapeva tutte le formule a memoria, eppure molto attratto, come tanti suoi coetanei, dalle tirate in moto sulla Futa e anche da queste sfide. Alle quali non ha mai partecipato direttamente, ma sembra fosse molto interessato.
E’ una lettura piacevole e fluida. Le gare illegali sono diventate purtroppo un grosso problema, direi quasi una piaga da condannare assolutamente. E hanno fatto molte vittime tra i giovani in tutta Italia. Ma qui non si respira ancora la tragedia: è un viaggio nella Bologna vivace di quell’epoca che non conoscevo, tra bar, discoteche, palestre, officine, il Motorshow e soprattutto i viali deserti la notte, molto veloci e molto rumorosi. E si respira la passione per i motori e anche l’amicizia tra ragazzi un po’ esagerati, ma reali.