Borile B500Ricky, la scrambler per gli sceicchi

Borile B500Ricky, la scrambler per gli sceicchi
Passione, estro, manualità, competenza. Arte. Sì, Umberto Borile è un vero artista della moto pura, nuda e cruda, leggerissima, assolutamente monocilindrica e costruita a mano. Come questa bella scrambler “limited edition”
28 gennaio 2011

 
Umberto Borile & Co Srl è la ragione sociale della nuova società appena costituita da Umberto Borile, che ne è il Presidente, ed Alberto Bassi, amministratore delegato. La sede rimane a Vò Euganeo, alle porte di Padova, dove la Borile Motorcycles nacque nel 1987, e dove a breve nasceranno le nuove Borile per il 2011.
La prima delle quali è questa bellissima scrambler B500Ricky, che dal 9 al 12 febbraio prossimo verrà presentata ufficialmente al Salone motociclistico di Dubai: una magnifica fuoristrada stile vintage, che verrà prodotta in soli 20 esemplari, venduti a ben 17.500 euro. Venti, come gli anni di Riccardo Borile, il figlio di Umberto purtroppo scomparso nel 2009, al quale questa bella creatura è dedicata.

Come i modelli che l’hanno preceduta, anche questa moto utilizzerà il celebre motore GM plurititolato nello Speedway (costruito fin dal 1979 da Giuseppe Marzotto, ex pilota fortissimo fino all’inizio degli anni ottanta), alimentato tramite un carburatore Mikuni da 36 mm, dotato di cambio separato Norton a 4 marce - il medesimo utilizzato sulle ultime Norton prodotte prima della chiusura del costruttore inglese – e frizione a secco azionata tramite cinghia dentata. Rispetto al GM della precedente B500CR, il rapporto alesaggio/corsa è di 90x78,5 mm anziché 87x84 mm. I dati di potenza e coppia però non sono ancora disponibili.

La ciclistica è basata su un telaio tubolare e relativo forcellone posteriore realizzati in Carpental, rigido e leggerissimo, con freni a disco e ruote da 3.00x21” davanti e 4.50x18” dietro. Come si può vedere dalle foto, questa moto è davvero una special costruita interamente a mano utilizzando lastre di alluminio e leghe leggere, e chiaramente si rivolge a una ristrettissima cerchia di facoltosi appassionati fuori stradisti.

Ma il 2011, per Umberto Borile, significa anche portare a termine una motina interessante come la Multiuso,

Borile Multiuso 
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  monocilindrica a due valvole da 200 cc con cambio a 5 marce, e dal peso di soli 80 chili: un mezzo simpatico e senza alcun dubbio agilissimo, che si presta un po’ a far tutto (tranne che il granturismo, naturalmente), dall’uso cittadino al moto alpinismo, come del resto il nome stesso e le foto lasciano ad intendere. Dotata di tre robusti portapacchi tubolari (uno anteriore, davanti al doppio faro, e due ai fianchi) e studiata anche per trainare un apposito carrellino, la Multiuso ha un telaio in lega leggera (idem il forcellone) che funge da serbatoio del carburante, sospensione posteriore monoammortizzatore, e freni a disco davanti e dietro. La piccola Borile, il cui prezzo si aggirerà sui 4.700 euro, dovrebbe appunto essere pronta verso la fine dell’anno, per la precisione per l’Eicma di novembre.

E all’Eicma dovremmo vedere anche altre due novità realizzate dalla Umberto Borile&Co, e precisamente una 350 ed una 450 monocilindriche dotate di nuovi motori, compattissimi e leggeri , realizzati dallo stesso costruttore padovano utilizzando il cilindro posteriore del motore Ducati 696, ma con pistoni e bielle realizzati in proprio. Saranno dotati di contralbero di bilanciamento, avviamento elettrico, iniezione elettronica Weber Marelli e addirittura di cambio a 5 marce estraibile, di produzione inglese o neozelandese (TT Industries).

Per la cronaca, la prima creatura uscita dalle mani di Umberto Borile, nel 1988, fu la la estrosa Piuma 520, una bella enduro con telaio perimetrale in cromo-molibdenodal: pesava sololi101 kg a secco!
Negli anni, seguì la B54T (1997) che replicava lo stile delle inglesi anni 60, dotata del succitato motore GM, che però non venne mai prodotta. Ma due anni dopo esordì la B500CR, una Café Racer da 40 cavalli seguita dalla bellissima motard B500SM, dove i cavalli arrivavano a 56 cv. E nel 2004, ecco la 651 Scrambler, spinta dal pulitissimo (in senso estetico) monocilindrico a corsa lunga della custom Suzuki LS.
Dopo varie vicissitudini societarie, Umberto nel 2006 disegnava la Multiuso, ma la perdita del figlio Riccardo, nel 2009, ha comprensibilmente rappresentato un colpo durissimo per la famiglia Borile. Fortunatamente, probabilmente grazie anche alla sua gran passionaccia per la motocicletta, l’amico Umberto ha trovato la forza per continuare la sua attività, assieme all’amico Alberto Bassi.

 

La filosofia di Umberto Borile


Nel caso a qualcuno di voi capitasse di parlare con Umberto Borile, e magari la curiosità vi spingesse a domandargli cosa faccia scaturire la voglia di mettersi a costruire una moto che è molto lontana dalle realizzazioni di oggi, sicuramente la sua risposta sarebbe questa: «Voglio realizzare una moto che mi faccia riprovare quel brivido che mi ha attraversato quando, per la prima volta, ho sentito e visto da vicino una Matchless G80 da motocross. Mi entrò subito nella testa e nel cuore, insieme con un'altra moto, sempre da cross: la Husqvarna 400. Correva l'anno 1968. Quelle moto erano tutto metallo e niente fronzoli. Una meraviglia di suoni e di cromatismi. Voglio provare a realizzare un'emozione. Questo devo provare quando la guardo e la sento in moto. Voglio sentirla pulsare in sintonia con il mio cuore, e quando la gente la sentirà passare, si dovrà girare a guardarla stupita. Voglio che la confondano con una stella da quanto brilla. La stessa stella che guida la mia mano ed i miei sentimenti da lassù».

Concludiamo con questa richiesta che lo stesso Umberto ci ha chiesto cortesemente di pubblicare, e che sicuramente potrebbe interessare a più d’uno: la Umberto Borile & Co cerca un capo assemblaggio appassionato di moto, e con esperienza meccanica di smontaggio e rimontaggio di motori motociclistici, in grado di formare degli apprendisti.

Da Automoto.it