Botta e risposta. Calano morti e feriti in moto, non il parco circolante

Botta e risposta. Calano morti e feriti in moto, non il parco circolante
Maurizio Gissi
  • di Maurizio Gissi
Tanti lettori hanno attribuito il calo delle vittime in incidenti con le due ruote al calo del circolante, ma non è così: negli ultimi anni è rimasto sostanzialmente invariato
  • Maurizio Gissi
  • di Maurizio Gissi
25 marzo 2013

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Botta e risposta. Calano morti e feriti in moto, non il parco circolante

La quasi totalità dei commenti ha notato che nell'articolo che annuncia il calo di feriti e vittime su due ruote a motore in Italia, dal 2007 al 2011, mancano alcuni importanti riferimenti statistici per inquadrare meglio la situazione. Giusta osservazione.
Vediamo di aggiungere qualche elemento utile alla discussione.

Tutti sappiamo che il mercato del nuovo si è profondamente ridimensionato nello stesso periodo: le immatricolazioni sono calate addirittura del 41%, da 435mila nuove moto e scooter nel 2007 a 255mila nel 2011 (da 155mila a 83mila moto e da 280mila a 172mila scooter).

Nello stesso periodo i ciclomotori sono scesi da 130mila a 71mila, cioè del 45%. E soprattutto a essere dimezzate sono state le moto super sportive.        

 

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Tuttavia il parco circolante è rimasto sostanzialmente invariato, passando da 8.660.000 a 8.610.000, fra moto e ciclomotori, con la categoria oltre 50 che è aumentata da 5,7 milioni a 6,4 milioni e i ciclomotori calati, sempre dal 2007 al 2011, da 3 a 2,1 milioni.

 Il calo delle vittime del 29,3%, che purtroppo restano troppo elevate e in maggioranza non per responsabilità dretta di chi le moto e gli scooter li guida, è un dato significativo.

Si dirà che sono diminuite le percorrenze medie, confermato dal calo dei consumi dei carburanti. Ma in questo caso non esistono statistiche che tengono conto delle tipologie dei veicoli, che siano automobili (anche quelle meno vendute) o due ruote, e il calo non è stato comunque percentualmente a due cifre.

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