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Per Borgo Panigale è stata una lunga avventura. Dal titolo in MotoGP di Casey Stoner (2007) a quello di Pecco Bagnaia sono passati quindici anni; undici anni sono passati invece dal successo di Carlos Checa, con la 1098R di Althea, a quello di un altro pilota spagnolo, Alvaro Bautista in sella alla Panigale V4R del team Aruba.
In comune, tra i due esemplari SBK, poco o nulla: la Rossa del 2011 era spinta da un motore bicilindrico a L, l’attuale da un quattro cilindri a V. Per la frenata, però, entrambe si sono servite di pinze, dischi in acciaio e pompe freno Brembo.
Colpisce che la Ducati abbia centrato l’accoppiata soltanto nel 2022, considerando che la casa di Borgo Panigale è la più vincente nel campionato delle derivate di serie con quindici titoli piloti: più di Kawasaki (8) e Honda (6) messe insieme. Ma va ricordato che nove di questi allori sono arrivati prima ancora che nascesse la MotoGP (nel 2002) e poi che Ducati in 500 gareggiato solo episodicamente nei primi anni Settanta con Spaggiari, Read e Smart.
Il terzo posto al GP delle Nazioni del 1972 con Bruno Spaggiari è l’unico podio Ducati nella mezzo litro.
Alla quinta stagione in MotoGP la Ducati ha conquistato il titolo grazie al neoacquisto Casey Stoner, che ha stupito tutti con ben dieci vittorie, 14 podi, 5 pole position, laureandosi campione in Giappone, nel giorno dell’ultima vittoria nel mondiale del compagno di squadra Loris Capirossi.
Ma in quell’anno i costruttori giapponesi si sono presi la rivincita in Superbike, conquistando le prime tre posizioni della classifica con altrettanti marchi differenti. E la Ducati si dovette accontentare del quarto posto di Bayliss, del sesto di Ruben Xaus e del settimo di Lorenzo Lanzi.
Mentre il motomondiale ha preso il via nel 1949, il mondiale Superbike è una competizione relativamente recente: è nata nel 1988, e pertanto sono trentaquattro le annate in cui sono andate in scena entrambe le competizioni. Guardiamo allora i precedenti: cioè la vittoria nello stesso anno, da parte del medesimo costruttore, del titolo piloti nella classe regina dei prototipi (500/MotoGP) e nelle derivate di serie.
Alla seconda annata della Superbike il risultato è il medesimo del 1988: campione del mondo si conferma Fred Merkel con la Honda RC30 del team Rumi: gli bastano tre vittorie, meno delle quattro di Mertens e delle cinque di Roche, prevale grazie ai tanti podi (dieci) e ai quattro quarti posti.
Chi vince il titolo per la Honda in quel 1989? Eddie Lawson, che aveva appena lasciato clamorosamente la Yamaha (tre titoli per lui) saltando in sella alla NSR500 del team di Erv Kanemoto: nella brillante seconda parte di stagione, Eddie scavalca Wayne Rainey grazie a tre vittorie e quattro secondi posti negli ultimi sette GP.
Nel mondiale 500 la Honda realizza un capolavoro: con Mick Doohan, Crivillé e Okada vince tutti i quindici GP organizzati nella stagione ‘97, ottiene 15 pole position e 15 giri veloci in gara. L’australiano in particolare è alla sua miglior stagione di sempre: dodici successi e 14 podi, con 143 punti di vantaggio.
Più combattuto il mondiale Superbike: al terz’ultimo round, ad Albacete, John Kocinski in sella alla RC45 del team ufficiale stacca Carl Fogarty (Ducati), due volte ritirato. L’americano vince il titolo con 58 punti di vantaggio.
La Honda è protagonista principale anche nel 2002, ma se in MotoGP la superiorità di Valentino Rossi fa sembrare tutto facile in Superbike si registra un duello storico: Bayliss su Ducati vince le prime sei gare e altre sei di fila tra maggio e luglio, con Colin Edwards sulla VTR 1000 SP2 quasi sempre secondo. Lo statunitense però vince le ultime nove manche e diventa campione per 11 punti. In MotoGP, invece, il Dottore con la RC211V vince dieci dei primi dodici GP, poi amministra.
Valentino Rossi è anche coautore della prima doppietta Yamaha nel 2009. In MotoGP le due M1 vincono dieci GP e alla fine a prevalere è il numero 46 che conquista il suo nono e ultimo titolo mondiale.
In Superbike invece il 2009 è l’anno del primo titolo Yamaha: merito del rookie Ben Spies che con la R1 ufficiale riesce a tenere a bada le Ducati, anche se il sorpasso in classifica su Noriyuki Haga avviene solo in Gara1 dell’ultimo round a Portimao.
Per conquistare una seconda volta il titolo Superbike, la Yamaha deve attendere il 2021. Glielo porta Toprak Razgatlioglu, vincendo la resistenza di Jonathan Rea e della Kawasaki.
In MotoGP invece le tre vittorie iniziali della M1 fanno sembrare tutto facile, ma poi Maverick Viñales finisce in un baratro. Resta il solo Fabio Quartararo, che arriva alla sosta con quattro successi; poi, pur vincendo soltanto una delle ultime nove gare, diventa il primo francese campione del mondo della classe regina.
Per completezza di informazioni, dichiara Brembo, in cinque delle sei doppiette sopra citate Brembo è stato fornitore dei componenti frenanti di entrambi i piloti che hanno conquistato il titolo.
L’unica eccezione è rappresentata dal 1989: soltanto dall’anno successivo Honda ha iniziato a servirsi di Brembo. E da allora, prima in 500 e poi in MotoGP, non ha più smesso.