Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Il disimpegno dalla MotoGP, dove Bridgestone è stata fornitrice unica dal 2009 al 2015, non significa certo un disinteresse da parte della Casa giapponese per i prodotti sportivi e supersportivi: a Kurume, dove Bridgestone è nata nel 1931, puntano ancora tantissimo sulle gomme più… divertenti, quelle che vanno a calzare le moto sportive, appunto.
Gomme più divertenti ma al tempo stesso più difficili da produrre, perché, a differenza di altri prodotti, devono coniugare caratteristiche sportive (grip e maneggevolezza) con altre apparentemente inconciliabili per l’uso stradale – una durata decorosa, tempi di riscaldamento accettabili e prestazioni sul bagnato che non vi costringano a chiamare il carro attrezzi al primo cadere di due gocce di pioggia.
Si tratta del segmento più vivace, al momento, sui mercati che più interessano a Bridgestone che, non a caso, con l’arrivo della S21, arriva a proporre una gamma a tre punte di diversa prestazionalità e prezzo: si parte dalla vecchia ma onesta BT016, passando per la S20 Evo per finire appunto con la più recente punta di diamante S21, nata per mantenere i punti di forza del riferimento precedente migliorandoli in termini di grip e chilometraggio.
Un miglioramento in gran parte ottenuto grazie all’esperienza in MotoGP. Fermi tutti, non ruotate gli occhi al cielo: non vogliamo convincervi che la nuova S21 abbia qualcosa in comune, in termini di mescole o carcasse, con quegli oggetti alieni che sono le gomme utilizzate al vertice delle competizioni mondiali. Quello che intendiamo è che Bridgestone, con la S21, inaugura l’impiego di una tecnologia di sviluppo nata appunto in MotoGP e denominata Ultimate Eye (o U-EYE, se preferite l’acronimo) per una gomma stradale.
Di che si tratta? Semplificando molto – anche perché giustamente i tecnici non ci hanno dato molti più dettagli – è l’equivalente di un banco prova per le gomme. Un sistema basato su attivatori meccanici e idraulici in grado di simulare tutti gli stress subiti da una gomma nelle condizioni più disparate: sostanzialmente un simulatore, a cui sottoporre i prodotti in via di sviluppo per ottenere informazioni con cui integrare quelle che si raccolgono con i collaudatori umani, naturalmente insostituibili, perché al di là delle prestazioni, il feeling che una gomma sa offrire è una delle componenti fondamentali nel successo di una proposta.
Come dicevamo, il risultato è una gomma che migliora nelle prestazioni sull’asciutto e nella resa chilometrica, diventa un pelo più maneggevole e non compromette le già eccellenti prestazioni sul bagnato. Ma come ci sono arrivati?
La nuova S21 (bimescola all’anteriore e trimescola al posteriore) è contraddistinta da un nuovo profilo – sviluppato in maniera integrata fra anteriore e posteriore, motivo per cui Bridgestone si raccomanda di non “mischiare” pneumatici di tipo diverso – che offre una superficie di contatto più ampia a terra in gran parte delle situazioni, migliorando, sia sull’anteriore che al posteriore, stabilità e maneggevolezza oltre che, naturalmente, trazione in uscita di curva e chilometraggio grazie ad una sostanziosa riduzione (30%) della “slip area”, ovvero di quella zona di pattinamento fisiologica nelle gomme durante accelerazioni e frenate.
Le prime due caratteristiche sono naturalmente fondamentali per il feeling di guida e le prestazioni, le altre contribuiscono in maniera sostanziale al miglioramento di due risultati importantissimi per questo segmento di pneumatici. Bridgestone dichiara infatti un miglioramento medio pari a circa il 2% nel tempo sul giro (i tecnici hanno parlato di poter arrivare a circa 2 secondi su una pista in cui il tempo sul giro si attesta sui 2 minuti) ma soprattutto ad un incremento della resa chilometrica del 36% - arrivando a 6-8000km a seconda della moto, dell’impiego e dello stile di guida del pilota – rispetto ai precedenti S20 Evo.
Ve lo diciamo subito: benissimo. Mettendo però le mani avanti, perché un test in circuito, sullo spettacolare tracciato di Abu Dhabi, Yas Marina, se è vero che ci ha permesso di esplorare i limiti della copertura in un ambiente controllato e sicuro, non fa emergere tutti gli aspetti legati alla guida sulle strade di tutti i giorni. Diciamo però che possiamo dirvi, con buona approssimazione, di aver scoperto una gomma davvero impressionante, soprattutto in termini di caratteristiche che troveranno riscontro nella guida stradale. Seguiteci e capirete perché.
Come sempre accade, abbiamo a nostra disposizione una selezione della crema sportiva attuale. Iniziamo la nostra presa di contatto con gomma e circuito con una media – la Honda CBR 600RR – per poterci concentrare sull’oggetto della prova. Iniziamo dai tempi di riscaldamento.
In condizioni ideali, ovvero asfalto da pista e temperatura attorno ai 15/16 gradi (il nostro test si è svolto in notturna, come potete vedere da foto e video), la gomma entra in temperatura già nel giro di 5/6 curve affrontate con la circospezione di chi non conosce il tracciato. Tempo una tornata del circuito di Yas Marina – 5 chilometri tecnici e molto più affascinanti di quanto non si sarebbe propensi a credere – e le Bridgestone S21 sono già calde al punto da offrire la confidenza ottimale.
La discesa in piega è armonica, rotonda e svelta al punto giusto: manca (giustamente) quell’agilità tipica delle gomme più specialistiche e dal profilo più affilato, ma la contropartita è una stabilità sempre elevata, sui rettilinei o sulle percorrenze da terza e oltre – un comportamento che ci lascia prevedere una buona neutralità nell’uso stradale.
I profili di anteriore e posteriore sono ben accordati, non si ha mai quella sgradita sensazione di “disparità” fra avantreno e retrotreno nella rapidità di discesa in piega, e l’appoggio davanti – una volta vinte un po’ di remore psicologiche connesse all’uso di pneumatici stradali in pista – si rivela assolutamente eccelso. Nel frattempo siamo passati a Yamaha YZF-R1M e a BMW S1000RR, per valutarle su due delle moto più interessanti del panorama attuale, ed adatte ad un tracciato come quello di Abu Dhabi.
Dopo quattro turni in pista da 20 minuti l’anteriore è ancora in forma smagliante, nemmeno scalfito dai cicli termici tipici dell’uso in pista. Non c’è traccia di quel senso di greasiness, quella scivolosità ammazza-feeling tipica del pneumatico stradale usato in circuito che ha superato troppo a lungo il suo regime termico ottimale, anzi: ai box, fra noi (fortunati) tester si sprecano i paralleli più o meno scherzosi con l’anteriore che ha costruito la reputazione di Bridgestone in MotoGP.
Nelle due staccate più violente del tracciato si percepisce la deformazione della carcassa all’anteriore ma feeling e grip non vengono mai meno, anche quando qualche piccolo errore di valutazione ci porta ad arrivare un po’ lunghi e ad inserire con i freni tirati. E tanto per darvi un’indicazione, la gomma anteriore non richiederà sostituzioni per ben dieci turni da venti minuti, a conferma delle doti di durata che i tecnici Bridgestone ci avevano anticipato in conferenza stampa.
Non c’è traccia di quel senso di greasiness, quella scivolosità ammazza-feeling tipica del pneumatico stradale usato in circuito
Il posteriore è un altro discorso, ma non può essere altrimenti. Sulle medie (oltre alla Honda CBR 600RR abbiamo avuto moto di provare anche la Triumph Daytona 675R a conclusione della serata) la copertura posteriore è arrivata a fine serata mantenendo il giusto grip, mentre sulle maxi da 200 e passa cavalli è stata richiesta una sostituzione a metà della prova, anche se, va detto ad onor di cronaca, l’usura sulla copertura posteriore si è dimostrata omogenea e regolare.
Nelle uscite dalle curve strette, ma anche sulle accelerazioni a moto inclinata – c’è un tratto in cui si snocciolano dalla seconda alla quinta marcia a moto piegata a sinistra – dopo qualche turno i cruscotti delle millone si accendevano come alberi di Natale all’attivarsi dei controlli elettronici per evitare che… il tester finisse al ristorante dell’albergo (lo spettacolare Yas Viceroy, attorno al quale si snoda il circuito) senza essersi levato la tuta di pelle.
Da notare come le quattro cilindri in linea tradizionali consumassero la gomma posteriore in due turni, mentre la Yamaha, con la sua fasatura crossplane, si presentasse al terzo turno con il retrotreno ancora in condizioni accettabili, sia visive che pratiche. Giusto per informazione, i tecnici ci hanno fatto utilizzare pressioni attorno ai 2,2 bar all’anteriore e 2,1 al posteriore (a caldo), ma in condizioni più fresche anche in pista è consigliabile avvicinarsi ai valori raccomandati su strada.
Naturalmente, il comportamento nell’uso stradale è tutto da verificare, ma stanti le qualità messe in mostra nel nostro test (svoltosi in un’affascinante notturna che ci ha permesso una valutazione a temperature umane) facciamo fatica ad immaginare una gomma radicalmente diversa nell’uso su strada.
Le Bridgestone S21 sono già disponibili presso i rivenditori nelle misure più diffuse (l’anteriore 120/70 e i tre posteriori 180 e 190 nelle due ribassature 50 e 55), e la gamma di 10 misure totali verrà comunque completata entro il primo quarto del 2016, arrivando a coprire praticamente tutte le misure sul mercato.
I più attenti noteranno la mancanza della 180/60 utilizzata su alcune naked e supersportive di media cilindrata, ma c’è un motivo: data la forte somiglianza di profilo della gomma (nell’interpretazione Bridgestone, s’intende) con la 180/55, i tecnici della Casa giapponese hanno preferito non proporre quello che a tutti gli effetti sarebbe stato un duplicato ridondante.
Il posizionamento di prezzo ricalca pedissequamente quello della precedente Battlax S20 Evo, che resta in vendita con un prezzo ricalibrato verso il basso di circa il 20%. Vi proponiamo a seguire la tabella con tutte le misure disponibili.
Ant/Post |
Misura |
Disponibilità |
Ant |
110/70 ZR 17M/C (54W) |
1° Trimestre 2016 |
Ant |
120/60 ZR 17M/C (55W) |
1° Trimestre 2016 |
Ant |
120/70 ZR 17M/C (58W) |
Già disponibile |
Ant |
130/70 ZR 17M/C (61W) |
1° Trimestre 2016 |
Post |
150/60 ZR 17M/C (66W) |
1° Trimestre 2016 |
Post |
160/60 ZR 17M/C (69W) |
1° Trimestre 2016 |
Post |
180/55 ZR 17M/C (73W) |
Già disponibile |
Post |
190/50 ZR 17M/C (73W) |
Già disponibile |
Post |
190/55 ZR 17M/C (75W) |
Già disponibile |
Post |
200/55 ZR 17M/C (78W) |
1° Trimestre 2016 |
Facile: un po’ per chiunque ami la guida brillante. E’ evidentemente dedicata a naked sportive, a supersportive carenate e – perché no – a sport-tourer e crossover con pneumatici da 17”. E’ una gomma dedicata a chi prende la moto per divertirsi fra le curve e non disdegna qualche sporadica uscita in pista, con una ripartizione attorno all’80/20 fra strada e… cordoli.
Da parte nostra non fatichiamo a raccomandarvela per la sua neutralità, ma soprattutto per un anteriore davvero fenomenale, che rappresenta un validissimo atout nella guida sportiva, ma anche un vero e proprio dispositivo di sicurezza.
Maggiori informazioni:
Gomme: Bridgestone S21
Meteo: Sereno (notturna), 21°
Luogo: Yas Marina, Abu Dhabi
Terreno: Pista
Sono stati utilizzati:
Casco AGV PistaGP Solid-Carbon
Tuta Ixon Mirage
Guanti Alpinestars GP Tech
Stivali Alpinestars SuperTech R