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Si dicono tante sciocchezze. Ne sentiamo continuamente, ogni giorno, ovunque. Ne siamo circondati. Una di queste era: la carta sopravviverà. Ogni anno, la prima domanda che faccio ai miei studenti di Scrittura digitale in Accademia di Comunicazione è: chi di voi acquista quotidiani o riviste cartacee?
Quest’anno in 3 hanno alzato la mano. 3 su 32. Tre anni fa erano 18. 18 su 36. Fate voi le percentuali. Mio figlio ha 9 anni, mia figlia 7: toccare un quotidiano gli dà proprio fastidio. Solo casi personali? Ok guardiamo le statistiche: secondo ComScore la Generazione Z si informa per il 43 percento sui social media e per il 35 su siti di informazione. Addio carta stampata e vecchio mondo, buon compleanno Internet.
Già, noi ne sappiamo qualcosa. Quando Moto.it è nato era il 1997: pionieri non solo italiani, albori dell’era digitale, anche se nel 1997 Internet aveva già quasi 30 anni, visto che oggi ne compie 50.
Però è innegabile: è in questi ultimi 5 anni che in Italia Internet è esploso, ed è esploso per motivi tecnici (adsl, fibra, 4g, smartphone di massa) ma anche perché pure gente come mio nonno si è iscritta ai social, Facebook prima e Instagram adesso.
Noi c’eravamo già, abbiamo sempre creduto nelle dinamiche e nelle potenzialità dell’online, e i numeri ci hanno dato ragione. Facili profeti, noi.
Quando siamo nati e negli anni successivi i giornalisti della carta stampata trattavano quelli del web come giornalisti di serie B.
Nelle redazioni vigeva la sindrome del portiere: sei scarso? allora vai a fare il web. Sono stati pochi a capire che il futuro sarebbe stato lì, dentro un desk.
Adesso in America hanno addirittura forgiato un nome: legacy media. Sono i vecchi giornali, legacy significa eredità. Per tutti gli altri si sprecano i nomi di social media, new media e ogni tanto se ne sente uno nuovo.
Badate bene, in 50 anni Internet è cambiato tanto, è cambiato completamente.
Solo fino a qualche tempo fa acquistare online era considerato addirittura immorale, figurarsi le moto.
Solo fino a qualche tempo fa uno che voleva comprarsi un’auto andava in una concessionaria, oggi ci vai solo a pagare praticamente: tutte le informazioni le recuperi guardando video su YouTube o leggendo articoli su un sito. E all’interno delle redazioni si sta creando una frattura anomala, perché adesso sono i giornalisti digitali che guardano con diffidenza gli YouTuber, gli influencer, gli instagrammer, e molti di loro non hanno capito che la grande partita si giocherà sui social, profili e pagine che diventeranno essi stessi dei veri media.
Però chi è nato digitale ha un vantaggio: conosce il mezzo, conosce le dinamiche del mezzo, sa che bisogna cambiare continuamente, sperimentare. Se c’è una cosa che il digitale ci ha insegnato è che si può tornare indietro, che sbagliare non solo è possibile, ma decisamente indicato, che i lettori sono una risorsa e non degli ascoltatori passivi.
A Moto.it (e AutoMoto.it) questa cosa ce la ricordiamo ogni giorno, la via dell’innovazione è faticosa. Se sbagliamo perdonateci, fa parte del nostro dna.
È vero, abbiamo anche un magazine cartaceo che si trova nelle edicole. All’inizio, pensate un po’, serviva per dire alle persone che potevano trovarci online: marketing al contrario, ormai. Ma siamo nati digitali.
Buon compleanno Internet. Ah, oltre agli auguri ti diciamo pure "grazie"!