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Buon Natale perché non è successo quasi nulla, e se ne può parlare puntando alla “qualità” dell’accaduto, inconcepibile e senza giustificazioni o attenuanti, senza doversi occupare della “quantità”, che sarebbe tragica come lo è già stato altre volte.
Chiunque tu sia voglio augurarti Buon Natale, perché tu possa riflettere sulla odiosa stupidità della tua idea, non originale e ignominiosa brutta copia del più brutto, perché verificato, atto criminale che si possa immaginare, l’agguato.
Mi devi, però, togliere una curiosità. Mi devi dire come si fa a pensare di stendere un cavo invisibile tra due alberi, lungo un sentiero frequentato da motociclisti, ciclisti, escursionisti di ogni genere. Mi devi car capire come si può architettare, e soprattutto realizzare, una trappola mortale ai danni di una vittima che sarà innocente e a te sconosciuta fino al giorno della tragedia. Mi devi spiegare come può la mente umana deviare dal più elementare spirito di buon senso per inabissarsi in atteggiamento così bieco.
Quale platea potrà mai considerarti un vendicatore, se è questo che ti sei prefissato? Quale premio avresti pensato di ottenere, che non fosse relegato e circoscritto alla malattia che corrode l’unicità inarrivabile della tua mente distorta?
Mi devi dire anche da dove vieni. Da quale “cultura” e da quale paese. O vuoi forse farmi credere che sei un elbano? No, questo non lo credo, non posso pensare che abbiamo un compaesano così maldestro e carogna, che esista un Elbano capace di andare contro sé stesso, contro la natura e contro la sua Isola. Un Elbano, se ha qualcosa da dire, ti si staglia davanti con un randello, o ti viene a cercare a casa. Non si nasconde dietro all’anonimato, nell’ombra o dietro ad un atto tanto ignobile. Ma forse tu non avevi niente da dire, e non hai detto niente, per fortuna.
Per questo ti auguro Buon Natale. Avrai i tuoi cari attorno a te, se avrai saputo conservarne l’affetto, o non ne avrai affatto perché non meriti niente di peggio. Pensa che proprio uno dei tuoi cari poteva diventare la tua vittima. Ma, del resto, le trappole non sono state inventate per uccidere guardando in faccia o sapendo chi uccidi. Sono state ideate, e la tua non fa eccezione, per lanciare il sasso e avere il tempo di ritrarre la mano, per provocare una tragedia e stare a guardarla, per fare del male ignorando che esiste anche il bene.
Fabio Fasola