Botta e risposta. Caliari risponde alle preoccupate domande dei lettori

Botta e risposta. Caliari risponde alle preoccupate domande dei lettori
Il Direttore Generale di Confindustria-Ancma è venuto a trovarci per fare il punto su vari temi e per rispondere alle domande che stanno a cuore ai nostri lettori
29 luglio 2011

Ultimamente abbiamo pubblicato alcuni articoli inerenti l’Ancma, l’ente legato alla Confindustria che affilia i costruttori di moto e bici e relativo indotto (abbigliamento, accessori e via dicendo). In particolare, ne abbiamo presentato il nuovo Direttore Generale, Pierfrancesco Caliari, che si era impegnato a venire a trovarci in redazione per rispondere ad alcune domande e commenti di numerosi lettori, in riferimento alle sue dichiarazioni riportate nell’articolo intitolato “ANCMA: "Per uscire dalla crisi servono gli incentivi" e anche a quello relativo al trend del mercato moto nello scorso mese di giugno. Ad alcuni dei lettori, tra l’altro, Caliari stesso – che, detto per inciso, in quanto a passione per la moto è uno di noi - aveva risposto direttamente nell’area commenti, anticipando proprio in quella sede la sua prossima chiacchierata nella nostra redazione. Durante la quale abbiamo identificato gli argomenti che più stanno a cuore, e giustamente, a noi motociclisti. Ovvero:
- gli incentivi,
- la sicurezza dei motociclisti,
- i costi di gestione, quelli assicurativi e quelli autostradali.
Senza scordare lo spettro della famigerata I.P.T. (Imposta Provinciale di Trascrizione), conseguente all’ameno decreto sul federalismo regionale. Si tratta dell’ignobile balzello che la Provincia intasca ogni qualvolta si immatricola un nuovo veicolo. L’attuale importo base, fin’ora variabile da 151 a 196 euro in base alle singole province, che già non sono pochi, verrà invece legato alla potenza del veicolo immatricolato a partire dalla soglia dei 54 kW. In pratica si pagheranno da 3,5119 a 4,5655 euro per kW, a discrezione delle varie province.
“Si tratta di una tassa infame, che in Europa solo l’Italia impone, e alla quale ci opponiamo con tutta la nostra forza”, ha tenuto a sottolineare Caliari.
 

Riguardo al discorso legato agli incentivi? I commenti negativi sono stati parecchi
“Oggi come oggi noi di Ancma non abbiamo in previsione di chiederli, anche perché il governo al momento ha ben altre priorità. I lettori però non devono pensare che gli incentivi siano solo un “palliativo temporaneo”: in realtà, infatti, servono ad aiutare l’intero sistema che in Italia è in grande sofferenza. Pensando ovviamente anche ai lavoratori del settore e alle loro famiglie, riteniamo senza dubbio che gli incentivi servano per dare una soluzione di continuità a un mercato interno altrimenti bloccato, in modo da evitare delocalizzazioni all’estero, e quindi perdita sicura dei posti di lavoro.”
 

Veniamo alle Assicurazioni…
“Stiamo lavorando per far sì che i nostri associati (ovvero i Costruttori, e qualcuno di essi già lo fa, ndr) stipulino delle convenzioni convenienti con le varie Compagnie assicurative, in modo da fornire un gradito servizio ai loro clienti, magari tramite gli stessi concessionari.
Tuttavia dobbiamo metterci tutti una mano sulla coscienza, e per tutti intendo sia le Assicurazioni che noi italiani: è vero che le Compagnie curano principalmente i loro interessi, e a volte approfittano della loro posizione; tuttavia molte di esse operano anche all’estero, o comunque sono straniere e operano anche qui in Italia, però solo da noi i premi assicurativi sono spesso intollerabilmente alti. Fatto sta che per una compagnia assicuratrice molte zone dell’Italia sono considerate a forte rischio di truffa, e mi riferisco all’elevata percentuale di incidenti e furti simulati…”
 

Un altro punto importante per gli utenti della strada, specie quelli a due ruote: la sicurezza
“Chiaramente ci stiamo muovendo in questo senso, anzi, abbiamo lanciato recentemente un’iniziativa che, grazie anche alla potenza di Facebook ha avuto oltre 20.000 adesioni: si tratta di un’operazione di coinvolgimento che abbiamo chiamato “Bimba Monella” (che noi di Moto.it abbiamo presentato il 7 luglio scorso, vedi: https://www.moto.it/news/fiocco-rosso-sulla-propria-moto-per-dire-no-ai-guardrail.html) e che suggeriva a tutti i motociclisti di fissare una fiocco rosso sulla loro cavalcatura il 10 luglio, come simbolo di protesta contro i pericolosissimi guard-rail, e comunque contro le infrastrutture pericolose per noi. Ma siamo anche in dirittura di arrivo per il lancio di un progetto che abbiamo denominato I.E.S.S. (Infrastrutture Eccellenti per la Sicurezza Stradale) , che divulgheremo a settembre”. A tal proposito, vorrei ringraziare il Dottor Giovanni De Nicola - Assessore con deleghe a Infrastrutture, Viabilità e trasporti, Mobilità ciclabile e Opere pubbliche stradali per la Provincia di Milano – per averci prontamente fornito una mappa dettagliata di tutti i punti critici sui quali si dovrà intervenire in merito.
 

Tariffe autostradali: tutti, prima o poi, ci siamo lamentati del fatto che le moto paghino come le auto…
“Moto e scooter infatti fanno parte dei veicoli in Classe A, ovvero quelli con altezza inferiore ad 1,3 metri, misurati in corrispondenza dell’asse anteriore. Personalmente, comunque, ritengo che il pedaggio autostradale (al di là dell’importo, che comunque è il più basso) rappresenti il pagamento per la fruizione di un servizio, non tanto per lo spazio occupato”
 

Parlando infine dell’andamento del mercato, che vede sempre meno giovanissimi avvicinarsi allo scooterino o alla moto, Caliari logicamente conviene che storicamente la motocicletta (motorino compreso, ovviamente) è stata per decenni, dopo la bicicletta, il primo mezzo ambito da un giovane una volta raggiunta l’età per poterla guidare. Perlomeno prima dell’avvento dei telefonini e di Internet: fino a una quindicina di anni fa, infatti, se un ragazzino voleva mettersi in contatto con un amico o aggregarsi ad una compagnia, o gli telefonava da casa o raggiungeva il suo gruppo con la bici, o con il motorino, per poi magari andare a scorrazzare assieme. La maggior parte dei giovani d’oggi, invece, possono entrare in comunicazione con telefonini, pc, social networks, e passano molto del loro tempo con videogiochi e consolle varie. E non insistono più di tanto per farsi comprare lo scooterino (il ciclomotore ormai è considerato un reperto archeologico). Anzi, chi può si fa comprare la mini-car, in attesa dell’auto vera. Non si crea, quindi, la passione della moto fin da giovani, e anche moltissimi genitori che in gioventù furono motociclisti nicchiano riguardo al fatto di “passare le consegne” ai loro figli, spesso più per motivi legati alla paura che economici.
Ebbene, in Ancma si sta accarezzando l’idea di creare dei “campus” estivi dove introdurrere i giovani alla filosofia delle “due ruote” a motore, che, logicamente usate assolutamente con la testa e con l’educazione reciproca tra utenti (praticamente assente, attualmente), rappresentano sempre una bellissima passione e un fantastico modo per muoversi in libertà.

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