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Si è conclusa la stagione 2024 del campionato italiano motocross Ama Raven. Una stagione divertente che conferma il campionato come riferimento per tutti i crossisti amatoriali. Scopriamo i vincitori: un laureando in Scienze motorie, un meccanico, un autotrasportatore ed un carrozziere.
Questo non per etichettare i piloti ma per sottolineare l'apertura del campionato soprattutto ai non professionisti o meglio agli amatori. Si chiamano Leobruno Di Biase (Ama1 Mx1), Davide Mencaroni (Ama1 Mx2), Liborio Faso (Ama2 Mx1) e Alessio Agosti (Ama2 Mx2) i vincitori delle rispettive categorie 2024.
Ma chi più di tutti ha creduto in loro? Sicuramente il main sponsor del campionato, ovvero Raven. Marchio non più emergente per tutto ciò che concerne l'abbigliamento e gli accessori per il fuoristrada. Sia motocross come in questo caso ma anche per l'enduro. Occhiali da moto? Stivali? Guanti? ecc.. tutto quello che avete bisogno distribuito dal sito 24MX.
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Torniamo ai protagonisti e facciamogli 2 domande:
Come ti sei appassionato al motocross?
Di Biase: “Ho iniziato a correre a 7 anni, grazie a mio padre che mi ha trasmesso l’amore per le moto. Però lui aveva le moto da strada, io mi sono appassionato al cross quando mi comprò un cinquantino e da lì decisi di non scendere più”.
Mencaroni: “Mi sono appassionato al mondo del motocross grazie a mio padre Mario, che ha corso a lungo nel sidecarcross, conquistando anche due titoli italiani. La mia prima gara risale al 2003. Ho corso fino al 2009, poi un lungo stop fino al 2020. Da lì ho ripreso e sto continuando tuttora”.
Faso: “A trasmettermi la passione del motore è stato mio padre, che correva a livello regionale qui in Sicilia. Io ho iniziato a gareggiare nel 2010”.
Agosti: “Mio padre mi ha trasmesso la passione e mi messo su una moto a 3 anni e mezzo. Ho iniziato a correre a 7 anni e l’ho fatto per diverso tempo, disputando anche l’italiano minicross, poi nel 2019 mi sono fermato e ho ricominciato quest’anno”.
Ti aspettavi di vincere il titolo Ama quest’anno?
Di Biase: “Quest’anno rientravo alle gare dopo tre stagioni d’assenza, per cui il mio obiettivo era principalmente ritrovare il ritmo. All’inizio col team pensavamo di fare il Prestige, poi però abbiamo visto che ci stavamo giocando il campionato Ama, che si è dimostrato di ottimo livello, e quindi ci siamo concentrati su quello”.
Mencaroni: “Dopo la prima gara a Cassano Spinola, dove non ho brillato a causa di un week end andato storto, avevo temuto di non avere chance. Però, una volta tornato a casa, ho lavorato duro per riscattarmi”.
Faso: “Sì, un po’ me l’aspettavo. Era l’obiettivo che mi ero prefissato a inizio stagione e ho lavorato tanto per arrivarci”.
Agosti: “Non me l’aspettavo, perché non avevo idea del livello degli avversari che avrei trovato. Conoscevo solo il mio amico Lorenzo Salsi, con cui tra l’altro ci siamo giocati il campionato, e sapevo che avevamo un passo simile. Ma da tutti gli altri piloti non sapevo cosa aspettarmi”.
Quest’anno il campionato Ama ha registrato numeri altissimi. Pensi che si possa fare ancora qualcosa per migliorare?
Di Biase: “Il campionato Ama secondo me è validissimo. Il livello della competizione è adeguato a chi non lo fa da professionista e credo che anche la lunghezza del calendario su quattro gare sia quella giusta: aumentare il numero delle prove sarebbe troppo impegnativo, a quel punto diventerebbe quasi un Prestige”.
Mencaroni: “Devo fare i complimenti all'organizzazione del campionato Ama, perché è gestito e organizzato molto bene. Avrei preferito magari un calendario con sei prove”.
Faso: “Secondo me il campionato potrebbe crescere ancora se ci fossero dei premi gara. Quello farebbe aumentare ulteriormente il numero e il livello dei piloti”.
Agosti: “Io avevo corso nella Expert nel 2018, al primo anno di questo campionato, e devo dire che la crescita è evidente rispetto ad allora. Secondo me è fondamentale che le gare siano su due giorni, perché è un campionato italiano e bisogna anche dare un senso alle trasferte di chi fa tanti chilometri per venire a correre. Forse il calendario è un po’ troppo corto, sarebbe meglio se ci fosse almeno una prova in più”.