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Il Ministero dell'Interno rompe il silenzio sulla questione autovelox con una circolare alle prefetture che tenta di fare chiarezza sulla disputa tra "omologazione" e "approvazione" dei dispositivi di controllo della velocità. L'intervento arriva dopo che due sentenze della Cassazione avevano stabilito la necessità di entrambe le procedure, in un contesto dove l'iter di omologazione non è mai stato definito in Italia.
Ricordiamo infatti il pasticcio autovelox che continua anche oggi a far fioccare migliaia di ricorsi da parte di chi viene multato da un autovelox fisso. C'è bisogno di chiarezza, ma la questione è sempre complicata.
La circolare del Viminale si basa sul parere dell'Avvocatura Generale dello Stato, che sostiene l'equivalenza tra le procedure di omologazione e approvazione. Il documento fornisce indicazioni alle amministrazioni per contrastare i ricorsi, elencando la documentazione necessaria per la difesa legale. Tuttavia, l'associazione Altvelox contesta fermamente questa interpretazione, definendola priva di valore giuridico.
La questione ruota attorno a due concetti apparentemente simili ma legalmente distinti: omologazione e approvazione degli autovelox. Mentre alcune sentenze della Cassazione avevano stabilito che questi fossero procedimenti differenti, il Ministero ora sembra orientato a considerarli sostanzialmente equivalenti
Il panorama giudiziario si complica ulteriormente con l'apertura di diversi fronti investigativi. La Procura di Padova ha avviato un'indagine per falso ideologico, mentre quella di Cosenza ha ottenuto il sequestro di numerosi autovelox modello T-EXSPEED v.2.0 in varie città italiane, da Venezia a Reggio Emilia. La questione è particolarmente sentita in Veneto, regione che ha visto nascere il fenomeno "Fleximan" e da dove è partito il ricorso che ha portato alla prima sentenza della Cassazione.
Il panorama giuridico presenta diverse possibili evoluzioni. Una prima ipotesi prevede l'equiparazione completa dei processi di omologazione e approvazione. Un secondo scenario potrebbe vedere l'automatica omologazione degli autovelox installati dopo una data specifica, presumibilmente il 2027. L'opzione più radicale imporrebbe invece una nuova omologazione per tutti i dispositivi, con conseguenti ingenti spese per i Comuni.
Immagine: Fanpage
Fonte: La Repubblica, La Stampa