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Abbiamo intervistato il campione olimpico di Taekwondo, Carlo Molfetta, in occasione di uno stage tenutosi a Milano il 9 giugno, dopo aver scoperto della sua grande passione per la MotoGP oltre a quella delle arti marziali. L'11 agosto 2012 Carlo Molfetta si è distinto nella disciplina olimpica del Taekwondo conquistando la medaglia d'oro alle Olimpiadi di Londra, nella categoria +80 kg, battendo al golden point, il suo avversario Anthony Obame del Gabon.
Dopo avervi proposto le interviste degli azzuri che hanno saputo salire sul podio a Londra 2012, come l'argento alle Olimpiadi di Mountain Bike Nino Schurter, Marco Aurelio Fontana, bronzo a Londra 2012 e Molmenti, il ducatista medaglia d'oro, ora è la volta del campione olimpico Carlo Molfetta, che ci racconta da dove nasce la sua passione per il mondo delle moto e quella per il Taekwondo.
Ti abbiamo visto al Mugello per la MotoGP, quindi presumiamo tu sia un grande appassionato anche di moto?
«Si, adoro i motori , mi piace tanto la velocità e mi emoziona vedere quello che riescono a fare a 300 km/h».
Segui solo la MotoGp o anche il mondiale Superbike?
«Seguo sicuramente meno la Superbike rispetto alla MotoGP anche se negli ultimi anni grazie a Max Biaggi l'ho seguita un po' di più».
Sei anche un motociclista, nel tempo libero riesci a girare in moto o sei solo un appassionato?
«Purtroppo non ci permettono di andare in moto perché più pericoloso rispetto alla macchina su strada. In generale sono sempre andato molto volentieri in moto e non nego che in futuro appena finito l'agonismo mi farò una bella moto da 300 km/h».
Hai una moto? Se si quale? O ti piacerebbe averne una?
«Per lo stesso motivo che ho citato precedentemente non ne possiedo una. Sicuramente quella che mi piace di più è l'R1 della Yamaha».
Da dove nasce la tua passione per le moto?
«La mia passione per le moto è iniziata quando ero piccolino con Loris Capirossi, ma poi è diventato un vero amore grazie alle vittorie del dottore».
Abbiamo visto una tua foto con la tuta di Valentino Rossi in mano all'interno della sua hospitality e che hai incontrato Andrea Iannone. Come è stato stare con loro durante il Mugello?
«È stato molto emozionante, Andrea è un ragazzo disponibilissimo e molto gentile. Purtroppo però Valentino per via dei suoi innumerevoli fan non sono riuscito a conoscerlo di persona».
Come hai vissuto il GP d'Italia e che emozioni ti ha trasmesso?
«Beh vedere le moto dal vivo sfrecciare a quelle velocità e a quella distanza l'una dall'altra devo essere sincero è adrenalina pura».
Può esserci un rapporto tra il guidare una moto e praticare Taekwondo?
«L'unica cosa che li può accumulare è che devi cercare di essere il più veloce possibile per vincere».
A che età hai iniziato a fare Taekwondo?
«Ho iniziato a praticare il Tkd a 5 anni . È iniziato per gioco e con il tempo è diventato il mio lavoro».
Cosa ti ha insegnato nella vita?
«Questo sport mi ha insegnato molte cose, tra le quali la cultura orientale . Cultura completamente diversa dalla nostra dove il rispetto e la pazienza sono sicuramente le virtù principali».
C'è un personaggio che hai preso come riferimento o a cui ti sei ispirato durante tutta la tua carriera agonistica?
«Ce ne sono tanti. E non vengono dal mio sport. Tra i tanti che posso stimare come campioni i primi in assoluto sono Jordan, Valentino Rossi e Federer. E da qualche anno a questa parte Bolt».
Un consiglio che ti hanno dato e che vorresti condividere con i giovani che si avvicinano al Taekwondo?
«Il consiglio che adoro ripetere è parlare poco e agire tanto».
Parliamo delle Olimpiadi. Che effetto fa vincere una medaglia d'oro alle Olimpiadi di Londra 2012 e sentire suonare l'inno italiano?
«È un'emozione indescrivibile. Tutti i sacrifici di una vita sono ripagati a pieno in un solo giorno».
Nella finale Olimpica eri sotto di 9 a 3, ma hai pareggiato e ti sei giocato l'oro al golden point. Come è stato vivere quei due minuti e che ricordo ti è rimasto dentro di te?
«I due minuti più lunghi più lunghi della mia vita dove si alterna la paura di sbagliare e subire il punto alla voglia di vincere ed osare per fare quel tanto sperato punto».
Con tre medaglie alle Olimpiadi, l'argento di Mauro Sarmiento a Pechino 2008, il bronzo a Londra 2012 e il tuo oro a Londra nel 2012, l'Italia nel Taekwondo ne è uscita a testa alta. Pensi che grazie a questi risultati il Taekwondo si sia diffuso di più?
«Si, le medaglie prese alle olimpiadi sono 3. L'argento e il bronzo di Mauro e il mio oro. E sono convinto che siano servite molto a diffondere il mio sport. Adesso quando parli con la gente di Tkd chi sta davanti sa di cosa si sta parlando».
Grazie Carlo.
«Saluto tutti gli utenti di Moto.it , un saluto a tutti i motociclisti, sperando di non avervi annoiato. Ciao a tutti!»