Carlo Molfetta, l'oro di Londra del Taekwondo che si ispira a Rossi

Carlo Molfetta, l'oro di Londra del Taekwondo che si ispira a Rossi
Il campione olimpico di Taekwondo Carlo Molfetta racconta la sua passione per la MotoGP. Molfetta si è distinto nel Taekwondo conquistando la medaglia d'oro alle Olimpiadi di Londra. La sua moto preferita? La Yamaha R1
21 giugno 2013


Abbiamo intervistato il campione olimpico di Taekwondo, Carlo Molfetta, in occasione di uno stage tenutosi a Milano il 9 giugno, dopo aver scoperto della sua grande passione per la MotoGP oltre a quella delle arti marziali. L'11 agosto 2012 Carlo Molfetta si è distinto nella disciplina olimpica del Taekwondo conquistando la medaglia d'oro alle Olimpiadi di Londra, nella categoria +80 kg, battendo al golden point, il suo avversario Anthony Obame del Gabon.
 

Dopo avervi proposto le interviste degli azzuri che hanno saputo salire sul podio a Londra 2012, come l'argento alle Olimpiadi di Mountain Bike Nino Schurter, Marco Aurelio Fontana, bronzo a Londra 2012 e Molmenti, il ducatista medaglia d'oro, ora è la volta del campione olimpico Carlo Molfetta, che ci racconta da dove nasce la sua passione per il mondo delle moto e quella per il Taekwondo.


Ti abbiamo visto al Mugello per la MotoGP, quindi presumiamo tu sia un grande appassionato anche di moto?

«Si, adoro i motori , mi piace tanto la velocità e mi emoziona vedere quello che riescono a fare a 300 km/h».


Segui solo la MotoGp o anche il mondiale Superbike?

«Seguo sicuramente meno la Superbike rispetto alla MotoGP anche se negli ultimi anni grazie a Max Biaggi l'ho seguita un po' di più».


Sei anche un motociclista, nel tempo libero riesci a girare in moto o sei solo un appassionato?

«Purtroppo non ci permettono di andare in moto perché più pericoloso rispetto alla macchina su strada. In generale sono sempre andato molto volentieri in moto e non nego che in futuro appena finito l'agonismo mi farò una bella moto da 300 km/h».


Hai una moto? Se si quale? O ti piacerebbe averne una?

«Per lo stesso motivo che ho citato precedentemente non ne possiedo una. Sicuramente quella che mi piace di più è l'R1 della Yamaha».


Da dove nasce la tua passione per le moto?

«La mia passione per le moto è iniziata quando ero piccolino con Loris Capirossi, ma poi è diventato un vero amore grazie alle vittorie del dottore».


Abbiamo visto una tua foto con la tuta di Valentino Rossi in mano all'interno della sua hospitality e che hai incontrato Andrea Iannone. Come è stato stare con loro durante il Mugello?
«È stato molto emozionante, Andrea è un ragazzo disponibilissimo e molto gentile. Purtroppo però Valentino per via dei suoi innumerevoli fan non sono riuscito a conoscerlo di persona».


Come hai vissuto il GP d'Italia e che emozioni ti ha trasmesso?

«Beh vedere le moto dal vivo sfrecciare a quelle velocità e a quella distanza l'una dall'altra devo essere sincero è adrenalina pura».

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Può esserci un rapporto tra il guidare una moto e praticare Taekwondo?

«L'unica cosa che li può accumulare è che devi cercare di essere il più veloce possibile per vincere».


A che età hai iniziato a fare Taekwondo?

«Ho iniziato a praticare il Tkd a 5 anni . È iniziato per gioco e con il tempo è diventato il mio lavoro».


Cosa ti ha insegnato nella vita?

«Questo sport mi ha insegnato molte cose, tra le quali la cultura orientale . Cultura completamente diversa dalla nostra dove il rispetto e la pazienza sono sicuramente le virtù principali».


C'è un personaggio che hai preso come riferimento o a cui ti sei ispirato durante tutta la tua carriera agonistica?
«Ce ne sono tanti. E non vengono dal mio sport. Tra i tanti che posso stimare come campioni i primi in assoluto sono Jordan, Valentino Rossi e Federer. E da qualche anno a questa parte Bolt».


Un consiglio che ti hanno dato e che vorresti condividere con i giovani che si avvicinano al Taekwondo?

«Il consiglio che adoro ripetere è parlare poco e agire tanto».


Parliamo delle Olimpiadi. Che effetto fa vincere una medaglia d'oro alle Olimpiadi di Londra 2012 e sentire suonare l'inno italiano?

«È un'emozione indescrivibile. Tutti i sacrifici di una vita sono ripagati a pieno in un solo giorno».


Nella finale Olimpica eri sotto di 9 a 3, ma hai pareggiato e ti sei giocato l'oro al golden point. Come è stato vivere quei due minuti e che ricordo ti è rimasto dentro di te?

«I due minuti più lunghi più lunghi della mia vita dove si alterna la paura di sbagliare e subire il punto alla voglia di vincere ed osare per fare quel tanto sperato punto».


Con tre medaglie alle Olimpiadi, l'argento di Mauro Sarmiento a Pechino 2008,
il bronzo a Londra 2012 e il tuo oro a Londra nel 2012, l'Italia nel Taekwondo ne è uscita a testa alta. Pensi che grazie a questi risultati il Taekwondo si sia diffuso di più?
«Si, le medaglie prese alle olimpiadi sono 3. L'argento e il bronzo di Mauro e il mio oro. E sono convinto che siano servite molto a diffondere il mio sport. Adesso quando parli con la gente di Tkd chi sta davanti sa di cosa si sta parlando».


Grazie Carlo.

«Saluto tutti gli utenti di Moto.it , un saluto a tutti i motociclisti, sperando di non avervi annoiato. Ciao a tutti!»