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Carlos Checa mi accoglie nel box del team Althea, sabato pomeriggio al WDW, con la solita cordialità. Tra noi c’è da anni un bel feeling, anche se ci incontriamo di rado. Fa molto caldo, ma il catalano pare non sentirlo affatto ed è già dentro la tuta, in gran forma, pronto a riprendere i suoi test con la 1098 R; ha chiuso soltanto ieri quelli con la nuova 1199 Panigale.
Tre giorni con la nuova Ducati, dal mercoledì al venerdì. La mia curiosità è quella di tutti: come si è trovato?
«C’è molto da lavorare» premette. Poi aggiunge che «era normale aspettarselo, è un progetto completamente nuovo e poi lavorare non mi spaventa». E’ stato il primo contatto in assoluto, tra il pilota e la moto, se si esclude una sessione fotografica di primavera che però non ha dato alcuna indicazione.
Cominciamo dalle cose che della 1199 gli piacciono?
«La posizione di guida è più corta e razionale dell’altra. Mi ci sono trovato subito molto bene. Poi l’agilità, l’altro pregio che salta fuori subito: la Panigale è piccola, sembra una 250 da GP, è molto reattiva, le entrate in curva possono diventare rapidissime. Credo che, una volta sistemata, si possa guidare con minore impegno fisico».
La Panigale è piccola, sembra una 250 da GP, è molto reattiva, le entrate in curva possono diventare rapidissime
Il feeling non c’è ancora.
«Non mi aspettavo di trovare subito la stessa confidenza che ho con la 1198, la moto che guido e in sviluppo da tre anni. Però non ti nascondo che sono un po’ preoccupato: con le gomme che abbiamo utilizzato, cioè le 16.5” prima e le 17” poi, non sono riuscito a sentire l’avantreno come vorrei. Anche quando ho provato la mia forcella Ohlins la situazione non è migliorata tanto. Alla fine, dopo aver girato molto, quasi cento giri in totale, i tempi sono stati discreti, paragonabili a quelli della 1198, però ancora non sfrutto la moto al 100 per 100. C’è molto da fare, e sono curioso di verificare le sensazioni di lunedì 5 luglio ad Aragon, quando Pirelli ci farà provare dopo la gara le nuove 17 pollici. Spero si adattino alla Panigale più di queste».
E il motore?
«L’ho trovato un po’ vuoto sotto, mi aspettavo una maggior spinta fino ai medi regimi. Però poi, lavorando soltanto sullo scarico, abbiamo migliorato parecchio; e così sono sicuro che da quel lato, con lo sviluppo che resta da fare, alla fine non ci saranno problemi».
Nel complesso, Carlos si dice ottimista.
«Sono al culmine della mia carriera, mi sento in forma e progetto di correre ancora un paio di stagioni. Con la Ducati sto bene e non ho certo intenzione di cambiare. C’è da lavorare, molto, perché questo è un progetto nuovo anche nella filosofia di base. Ed io sono pronto. Quello che chiedo ai vertici Ducati è la chiarezza: bisogna fare presto un programma preciso, non possiamo ridurci a provare pochissimo come abbiamo fatto alla vigilia di questa stagione. Claudio Domenicali lo sa».
Nell’altro angolo Davide Giugliano ci guarda attentissimo. E’ il giovane pilota che con la sua guida fisica potrebbe adattarsi –nella visione di molti ducatisti- anche alla Desmosedici. Davide la Panigale non l’ha ancora assaggiata, la squadra mi conferma che per ora si lavora soltanto con Carlos perché il tempo da dedicare alla 1199 è poco, e poi non si deve fare confusione, ci vuole metodo. Checa esce dal box con me, e inizia a firmare autografi con la solita disponibilità.
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