Cellulare alla guida. Ancora troppo morbide le sanzioni

Cellulare alla guida. Ancora troppo morbide le sanzioni
Si è persa l’occasione di dare un giro di vite alle pene per chi usa il cellulare alla guida. Soltanto il raddoppio della sanzione alla 2a contestazione nei due anni
18 luglio 2017

Niente da fare: chi usa il cellulare alla guida può continuare a farlo. Questo sarà l’effetto della decisione presa in Commissione Trasporti della Camera in questi giorni. Si chiedeva un inasprimento delle norme del CdS in materia, si chiedeva in particolare che la sospensione della patente scattasse fin dalla prima infrazione (da 15 giorni a un massimo di due mesi, niente di così penalizzante); invece niente, soltanto il raddoppio della sanzione alla seconda contestazione nei due anni (articolo 173): via dieci punti invece che cinque e sospensione della partente da due a sei mesi (era da uno a tre)


Il Direttore Servizio della Polizia Stradale, Giuseppe Bisogno, aveva chiesto maggior severità; l’Asaps, con Giordano Biserni, faceva notare che gli incidenti provocati dall’uso del cellulare alla guida sono in rapido aumento. Noi diciamo che questa cattiva abitudine sta diventando una piaga sociale vera e propria. Oltretutto non è scontato l’incrocio delle contestazioni: chi sarà beccato col cellulare in mano a Trento, per dire, e sei mesi dopo incapperà in una pattuglia magari a Caserta potrebbe facilmente farla franca. Qualche dato. Polizia e Carabinieri confermano che le contestazioni per l’utilizzo di dispositivo mobile alla guida sono in aumento del 18.1% nei soli primi sei mesi del 2017. Le multe sono passate da 27.400 a 32.300. Secondo molte fonti, inoltre, tre incidenti su quattro sono imputabili alla distrazione e all’uso del cellulare al volante.


Adesso c’è soltanto da confidare nel viceministro Nencini, che tecnicamente potrebbe presentare un emendamento e tornare all’ipotesi originale.

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