Che fine hanno fatto le sportive stradali?

Che fine hanno fatto le sportive stradali?
Il progressivo recupero del vintage ha ormai raggiunto gli anni 80. Prossima moda: le sportive stradali?
21 maggio 2015

Spesso ci divertiamo ad immaginare in che direzione possa muoversi il mercato della moto. Senza ombra di dubbio, infatti, al motociclista fighetto deve essere riconosciuto il merito di anticipare le mode e, in parte, di riuscire a condizionarne l’andamento.

Nel linguaggio del marketing si parla di early adopters o di influencers. Tutta gente che ci vede lungo e che spesso viene imitata, con qualche ritardo, anche da chi è un po’ più conservatore. Se nelle scorse settimane vi abbiamo parlato di come le bagger sembrino sempre più apprezzate e di come la voglia di enduro paia sempre più palpabile, quest’oggi vi proponiamo quello che, a tutti gli effetti, è un semplice interrogativo: che fine hanno fatto le sportive stradali?

La storia delle moto da strada e di quelle da competizione si è intersecata variamente nel corso degli anni. La nascita del mondiale Superbike ha di sicuro segnato una svolta, da questo punto di vista, in special modo da quando le case hanno cominciato a progettare modelli destinati alla serie in funzione della partecipazione alle competizioni, facendo sì che i primi vedessero diminuire sempre più la distanza che li separava dalle moto da gara.

Una Ducati 916 erogava all’incirca un centinaio di cavalli alla ruota, mentre la sua versione da corsa superava i 140: oltre il 40% di potenza in più. Oggi la differenza tra una R1 e una M1 – e parliamo di prototipi – è di una sessantina di cavalli, meno del 30%, con le moto da competizione che, nel frattempo, hanno raggiunto prestazioni quasi inimmaginabili.

Il risultato? Ci ritroviamo con delle supersportive dal limite irraggiungibile, con delle naked che vanno come Superbike e con delle specie di SUV, buone a fare tutto ma dal costo proibitivo. Eppure, c’è stato un periodo in cui, all’interno dei listini, si sono ritrovati a convivere modelli dalle caratteristiche estremamente corsaiole ed altri dal temperamento meno esasperato, ma comunque destinati a chi fosse alla ricerca di una sportiva. Honda VTR 1000 F, Suzuki TL 1000 S, Ducati Super Sport, Aprilia Falco: moto buone tirare due pieghe, potenti ma non eccessive, protettive ma non turistiche, carenate ma senza esagerazioni.

Moto così non esistono più. Chi è alla ricerca di una bella ciclistica deve per forza avere a che fare con motori da capogiro. Chi vorrebbe un po’ di protezione deve comprarsi una tourer. Chi vuole una moto realmente sfruttabile, deve cercare fra quelle per neopatentati o destinate ai mercati emergenti. Una sportiva da 100 cavalli, agile senza essere nervosa, ben equipaggiata senza essere un’astronave, leggera ma non come una bicicletta. Un prodotto ben rifinito, non dozzinale, qualcosa da portare in giro fieramente e con cui divertirsi: perché nessuno lo fa? La nostalgia per le semi-carene è oramai all’apice, quale momento migliore? Qualcuno si faccia avanti! I più sportivi, tra i fighetti, ringrazieranno sentitamente. E noi assieme a loro.

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Da Automoto.it