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L'Etna ha deciso di festeggiare il ferragosto con una pirotecnica eruzione: bella, per carità, ma con la stessa eruzione ha anche sparso per un raggio di decine di chilometri tonnellate di cenere vulcanica che altro non è se non sabbia finissima ed estremamente abrasiva. Questo, come molti altri in passato, è un periodo di stupefacente attività del Vulcano, e già dal 4 luglio le strade di Catania e dei Comuni limitofri - per non parlare di quelli più vicini ai crateri sommitali - sono ricoperti da strati più o meno spessi di sabbia nera emessa insieme con la lava.
La parte più pesante (e quindi dalla granulometria più abbondante) si deposita entro un raggio relativamente contenuto dalla bocca effusiva ma quella più sottile e a volte finissima può viaggiare con il vento per decine e decine di chilometri. A volte è anche accaduto che lapilli del diametro di qulche centimetro arrivassero fino al mare, tutto dipende dalle circostanze e dall'umore di "Mamma Etna". Noi che abitiamo alle sue pendici ci siamo abituati.
Si riparte quindi con una serie di rituali adempimenti: dallo spazzare centinaia di chili di sabbia vulcanica dai balconi, dalle terrazze e dalle grondaie, fino alla prudenza massima quando si è per strada. L'asfalto cosparso di sabbia è molto scivoloso e peraltro l'aria è invasa da una polvere che bene bene non deve fare ai polmoni... tuttavia il punto che riguarda noi motociclisti della Provincia di Catania è che in occasione di questi eventi viene generalmente interdetta la circolazione dei mezzi a due ruote e limitata in senso assoluto quella su mezzi a motore. Compresi i monopattini.
Si tratta di provvedimenti comprensibilissimi e orientati alla sicurezza degli utenti della strada, l'ultimo dei quali è stato emesso dal Sindaco di Catania proprio a Ferragosto: per 48 ore moto, biciclette e monopattini sono da tenere in garage, in questo caso per "continuare le operazioni di pulizia della cenere vulcanica nelle strade comunali" e provvedimenti simili sono emessi anche da altri Comuni della cintura catanese. Per i trasgressori la multa è quella prevista dall'art. 7 comma 13 del CdS e arriva fino a 344 euro ma sopratutto potrebbe essere una bega non da poco avere un incidente con la propria moto e dover fare poi i conti con l'assicurazione che potrebbe rifiutarsi di pagare opponendo il divieto di circolazione.
Peraltro, anche volendo, circolare con la cenere vulcanica nelle strade espone la moto a un'usura mica da ridere: catena/corona/pignone ricevono un esemplare trattamento smeriglio, al pari dei dischi freno quando la sabbia si insinua tra la pastiglia e il disco, sabbia che è poi abilissima a cacciarsi negli anfratti più nascosti e a incidere o-ring o guarnizioni, per non parlare del filtro dell'aria che fatica; se desiderate sottoporre la vostra Maxienduro a un trattamento Africa Eco Race accomodatevi pure, ma noi sconsigliamo decisamente.
Insomma, anche se è dura con 40 gradi e il mare che chiama, meglio attenersi all'Ordinanza del Sindaco e sperare che la sabbia vulcanica venga rimossa dalla strade al più presto, non è facile perché l'area interessata è gigantesca e il volume di cenere da rimuovere è... ciclopico. Sempre che l'Etna non voglia stupirci ancora una volta.