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“Fiammetta io vado via. Chiudi tu? Sai dove si spengono le luci vero?” Ogni tanto ci capitava al CIV di restare gli ultimi in sala stampa, di dover spegnere le luci e di doverla chiudere. L’ultima volta me la ricordo. Era un sabato ed eravamo al Mugello, ero stanco, ma per fortuna mi mancava poco per finire. “Vai pure - mi rispondesti - chiudo io. Finisco e parto subito. Domani non ci sarò, devo commentare una gara di auto a Franciacorta”. Mi sentii così debole di fronte a te, alla tua forza. Io non vedevo l’ora di andarmene in albergo, e tu saresti salita in macchina per farti qualche centinaio di chilometri. Ma tu eri così, instancabile perché spinta da una passione enorme, ma sempre con il sorriso sulle labbra, con una gentilezza ed un’educazione di altri tempi, con una professionalità ed una determinazione che riuscivano sempre a stupirmi.
Come quella volta che mi invitasti a commentare con te una gara del CIV Moto3 in inglese, in una telecronaca destinata ad una televisione indiana interessata al team ufficiale Mahindra. “Io non lo parlo bene - provai a risponderti timoroso - e poi non ho mai commentato una gara in inglese”. “Ma figurati! Andrà benissimo” fu la tua risposta decisa. E andò bene, perché tu eri bravissima ed io cercai solo di tenere il tuo ritmo.
Quando penso a te non posso dimenticare quando ti vidi arrivare all’autodromo di Mosca in moto, con tua madre sul sellino posteriore. Io ed altri giornalisti avevamo pensato di raggiungere l’autodromo russo in moto, ma oltre alla durata del viaggio ci saremmo dovuti confrontare con tanti confini da superare, e con le conseguenti difficoltà doganali, per cui rinunciammo. Ma una volta arrivato in autodromo, ti vidi arrivare in moto, bella e sorridente come sempre, assieme alla tua incredibile mamma che aveva (mi perdoni signora se mi permetto) da tempo superato i 70 anni. Mi sentii ancora una volta piccolo piccolo, non solo di fronte a te ma anche a tua madre (buon sangue non mente).
Non oso immaginare come si senta ora, quanto dolore stia provando per una perdita così tremenda. Sono vicino a lei e anche a tuo marito. So cosa voglia dire perdere la donna che ami più di te stesso. Lo vorrei abbracciare forte, anche se non l’ho mai conosciuto di persona. Non è giusto. Non è giusto che tu te ne sia andata così presto, che il tuo meraviglioso sorriso si sia spento. Ciao Fiammetta. Questa volta sei andata via prima di me. Spengo io le luci. Se trovo gli interruttori, perché ho gli occhi pieni di lacrime.