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E’ di ieri la notizia che l’indice di mortalità per i ciclisti in Italia è più alto rispetto a quello dei motociclisti. Un dato tremendo, con numeri impietosi secondo cui muore un ciclista ogni 32 ore nel nostro paese. Ma è di ieri pure la notizia che a Genova, da settembre, la pista ciclabile di Corso Italia sarà aperta anche alle moto elettriche.
Risultato? I ciclisti non potranno più stare abbastanza tranquilli nemmeno sugli spazi riservati a loro. E i motociclisti (lo sono anche quelli senza motore termico, suvvia!), invece, dovranno procedere a passo d’uomo per evitare situazioni pericolose. Una proposta che per molti, quindi, aggiunge problematiche piuttosto che fornire soluzioni.
La Fiab, l’associazione dei ciclisti urbani, è stata chiara in proposito: “Può sembrare strano - scrivono in un comunicato - ma per il tipo di utenza a cui è destinata la strada è molto meglio lasciarla così com’è, con una corsia riservata alle bici e visivamente ben delimitata piuttosto che trarre in errore su di un bidirezionale promiscuo bici ed altri aventi diritto motorizzati di massa e potenza decisamente superiore a quella di una bicicletta. Ovviamente questo in attesa di una pista ciclabile strutturata, bidirezionale, in sede propria ottenibile con il rifacimento della carreggiata mare del corso e sulla quale sembra tutta la città sia d’accordo”.
La proposta del Comune di Genova, infatti, riguarda la possibilità di ampliare lo spazio già destinato a chi utilizza la bici per muoversi in città, ampliando però anche le possibilità per gli utenti che dei pedali non vogliono proprio saperne. L’ipotesi, manco a dirlo, ha subito generato clamore, arrivando a non essere più una questione tutta genovese, ma allargandosi a molte altre città. Scatenando inevitabilmente un dibattito che, come ormai da prassi in Italia, ha letteralmente spaccato l’opinione pubblica.
Prima ancora di starci a chiedere se le moto elettriche meritano il titolo di “moto”, quindi, c’è da fare chiarezza su un punto: i veicoli elettrici sono da considerarsi a tutti gli effetti, almeno per la norma se non per gli appassionati, dei ciclomotori. E ad oggi le ciclabili sono ad uso esclusivo dei velocipedi. A meno che non siate interessati a portare la vostra moto elettrica (che non pesa proprio) a spinta sulle corsie riservate ai ciclisti.