I tranelli della Bidentina

I tranelli della Bidentina
Sull'appennino toscano c'è un tratto della statale 320, la Bidentina, in cui limiti impossibili e segnaletica contraddittoria trasformano una strada panoramica in una fabbrica di multe
9 maggio 2013

 Sull'appennino toscano c'è un tratto della statale 320, la Bidentina, in cui limiti impossibili e segnaletica contraddittoria trasformano una strada panoramica una fabbrica di multe. Su questo tratto il Coordinamento Italiano Motociclisti ha stilato un dossier che hanno intitolato "Non ci indurre in infrazione!". Percorrendolo - è la loro tesi - ci sono limiti e prescrizioni difficili da comprendere e soprattutto da rispettare. Per questo chiedono alla Provincia di Arezzo di rivalutare le scelte e i limiti imposti su questo tratto di strada.


La lettera


"...Sedici chilometri nei quali la linea di mezzeria è sempre una linea continua, a parte un unico breve tratto  dove però il limite è posto a 40 all'ora (ma se c'è la nebbia si può accelerare fino ai 50), significano che ogni  normale utente della strada ha di fronte due possibilità: continuo controllo del tachigrafo, monotonia del  percorso che crea rischi di assopimento, ed un po' di pericolo (perché qualcuno che sorpassa indispettito da  cotanta lentezza ce lo si troverà sempre alle spalle), oppure rischiare di infrangere ogni tanto quelle regole,  per sorpassare magari appunto un'auto lentissima, per poi magari ritrovarsi ingiustamente perseguito da  delle Forze dell'Ordine che dovrebbero perseguire ben altri comportamenti.

Quella minoranza abituata a correre anche sulle strade, abituata purtroppo a non rispettare le regole del  Codice della Strada, riteniamo che continuerà a farlo, ma nel caso venga sanzionato potrà, come tutti gli  altri, unirsi al coro per le lamentele su limiti e prescrizioni assurdi, trovando così anche una giustificazione. Normalmente le scelte dei limiti di velocità e relative segnaletiche sono fatte per dare una adeguata  sicurezza nella circolazione, ma quello che abbiamo riscontrato in questa strada è difficilmente motivabile in  questo senso. Il fatto che questi limiti siano poi stati la base per la contestazione di numerose infrazioni, che  arrivavano al ritiro di patenti e di carte di circolazione, crea non poche perplessità, riportate anche dalla stampa.

Con la presente, quindi, il Coordinamento Italiano Motociclisti, associazione di rappresentanza e di tutela  dei 'Cittadini in moto', richiede formalmente alla Provincia di Arezzo di rivalutare le scelte e i limiti imposti  su questo tratto di strada, anche per evitare il ripetersi di situazioni in cui diventa molto facile fare controlli  che creano un elevato numero di contravvenzioni, che a loro volta hanno creato molti ricorsi, frequentemente  accolti dalla magistratura. Il tutto creando solo disagio ai cittadini e un aggravio dei costi pubblici di gestione. Lasciare limiti e prescrizioni meno punitivi e effettuare controlli mirati per multare quella minoranza che  abitualmente scambia le strade statali per piste private, sarebbe stata la soluzione auspicabile, tra l’altro  apprezzata dalla vasta comunità dei motociclisti rispettosi del C.d.S. che non apprezzano i comportamenti di  alcune persone, che mettono a repentaglio la sicurezza di circolazione discreditano tutta la categoria. In fiduciosa attesa di un Vostro positivo riscontro, cogliamo l'occasione per porgere i nostri più distinti saluti".

Coordinamento Italiano Motociclisti

Leggi il dossier "Non ci indurre in infrazione"

 

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