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A Cingoli, delizioso borgo adagiato sulle colline in provincia di Macerata, ci si va per diversi motivi: il principale, quello che (oltre ovviamente alla buona cucina ed alle bellezze artistiche che non mancano mai in nessun paese d’Italia) attira la maggioranza dei turisti, è dovuto proprio alla sua particolare posizione.
In cima al monte Circe, a poco più di 600 metri sul livello del mare, assicura una vista panoramica unica: non per nulla, il soprannome del paese è "Balcone delle Marche”.
Oppure a Congoli si arriva spinti dalla passione per il cross: sulla celebre pista intitolata a Bartolomeo Tittoni, in oltre 50 anni di attività (è stata inaugurata nel 1956!) si sono scritte pagine memorabili della storia del motocross, italiano e mondiale.
Ma c’è anche una terza, importante, ragione, ancora riservata a chi ama le moto, per vedere Cingoli e magari fermarsi per il week end: qui è possibile visitare il Museo del Sidecar, una struttura senza eguali al mondo, che negli anni ha allargato gli orizzonti, aggiungendo la sezione “Rombi da Cinecittà”, dedicata alle pellicole più importanti del Novecento, e non solo.
Ma procediamo con ordine.
L’idea di allestire un museo dedicato all’ibrido a tre ruote chiamato sidecar, è venuta a Costantino Frontalini nel 1973, quando, a soli venti anni, acquistò un modello Moto Guzzi.
Prima di vedere realizzato il suo sogno dovettero passare diversi anni, ma, finalmente, nel 1986, grazie anche al patrocinio dell’Asi, ecco che il Museo aprì finalmente i battenti.
Una struttura unica al mondo, con oltre cento veicoli esposti e moltissimi reperti fotografici e cartacei, che alla collezione dei veicoli unisce la raccolta di importanti documenti storici; nel 1998 viene aperta la sezione dedicata al cinema, con alcuni sidecar utilizzati in importanti pellicole, mentre non si contano le collaborazioni con mostre tematiche, eventi culturali, nuovi film che, in Italia ed all’estero, hanno come protagonisti proprio i sidecar.
La sezione “Rombi da Cinecittà” ospita moto, sidecar e biciclette originali che hanno fatto la storia di film senza tempo: tra i pezzi più interessanti di questa, la bici Bianchi di “Pane, amore e fantasia”, provvista di motore ausiliario Ducati (quello del “Cucciolo”), usata da Vittorio De Sica nei panni del maresciallo Carotenuto nel paese di Sagliena.
L'esposizione comprende il leggendario sidecar Guzzi visto in “Don Camillo e l’onorevole Peppone”, e gli altri veicoli de “I tartassati” e “Il federale”, per arrivare ai giorni nostri con lo scooter-sidecar BSA con carrozzino Watsonian utilizzato nel film “Fuga da Reuma-Park” del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo.
Gli appassionati di avventura saranno colpiti dal Batpod del Cavaliere Oscuro, e dal leggendario sidecar di Indiana Jones; e poi ci sono le moto, come la Norton dei “Diari della Motocicletta“ che racconta il viaggio di Ernesto che ancora non era il Che, il chopper di “Easy Rider“ e la Triumph de “Il Selvaggio“.
Non mancano i pezzi unici, quelli storici come Peugeot, AJS, Triumph e Douglas, insieme a quelli addirittura stranianti, come il sidercar-pesce Beardmore, la Lambretta anfibia e la Vespa gigante, che ripropone in formato XXL una vera icona come la “Farobasso“ di Vacanze Romane.
«Sono tutti pezzi originali e funzionanti - rivela Costantino Frontalini - Erano anni che questi pezzi cercavano una casa, e finalmente, dopo un lungo periodo itinerante, tante trattative e ricerca di fondi, siamo riusciti a costruire un ambiente all’altezza della storia del sidecar e del cinema. Quella del sidecar, soprattutto, è una storia molto sottovalutata: questo veicolo è stato il primo a permettere gli spostamenti delle famiglie, ed è stato adibito alle funzioni più disparate. Nel museo sono esposti pezzi di eccezionale rarità, spesso unici».
Il museo (www.sidecar.it) è aperto da aprile a settembre nei giorni festivi dalle 9,30 alle 13 e dalle 16 alle 20; da ottobre a marzo apre su prenotazione, contattando i numeri 0733 602651 o 335 5276267, oppure anche inviando una mail all’indirizzo [email protected]; prezzo d’ingresso 5 euro (ridotti 2).