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Sarebbe partita oggi la discussione alla Camera del progetto di riforma del Codice della Strada, dopo che molte norme afferenti la mobilità, i controlli, poteri sanzionatori e così via erano state - con qualche dubbio relativo alla congruità della materia rispetto agli obiettivi posti dall'impianto generale del provvedimento - inserite all'interno del Decreto Semplificazioni entrato in vigore lo scorso 15 settembre.
Di fatto, con il Decreto Semplificazioni si è sostanzialmente integrato il codice della strada durante il suo passaggio in Senato, generando anche una reazione del Capo dello Stato che ha inteso richiamare il Governo e il Parlamento ad un maggiore rispetto dello spirito del Decreto ovvero “agevolare gli investimenti, e la realizzazione delle infrastrutture attraverso una serie di semplificazioni procedurali”, mentre le norme che hanno modificato il Codice della Strada “non risultano riconducibili alle finalità” e ha invitato l'esecutivo "a vigilare affinché nel corso dell'esame parlamentare dei decreti legge non vengano inserite norme palesemente eterogenee rispetto all'oggetto e alle finalità dei provvedimenti d'urgenza".
La riforma del Codice della Strada, cui l'ultima riforma è datata con la legge 120 del 29 luglio 2010, merita quindi un percorso organico.
È quello che sarebbe dovuto accadere oggi alla Camera, dove però il testo su proposta del suo relatore De Lorenzis è stato rispedito in Commissione Trasporti (dalla quale era stato licenziato a luglio 2019) per coordinarlo con le novità introdotte dal Decreto Semplificazioni.
Le norme proposte intervengono trasversalmente su numerosi ambiti: viene, ad esempio, introdotta la figura dell'utente vulnerabile che ricomprende i conducenti di ciclomotori e motocicli, persone con disabilità, a pedoni e ciclisti, vengono inasprite le sanzioni per chi fa uso di telefoni e tablet alla guida, ma c'è anche l'introduzione della responsabilità del conducente del motoveicolo e del ciclomotore nel caso in cui il passeggero non indossi il casco.
Al momento i tempi si annunciano piuttosto lunghi: dopo il lavoro in Commissione, il testo sarà calendarizzato alla Camera ma sarà necessario almeno un doppio passaggio parlamentare prima dell'approvazione che potrebbe ritornare all'esame delle camere anche sensibilmente diverso da quello presentato oggi.