Cominciare a correre in pista. Come si fa?

Cominciare a correre in pista. Come si fa?
Dal Box virtuale di Moto.it, Max Temporali dà qualche consiglio utile a ragazzi e genitori, suggerendo quando cominciare a correre, come fare e dove iscriversi. Per arrivare preparati alla prima gara senza incognite né cattive sorprese
10 marzo 2010

Punti chiave


Benvenuti in corsia box! Una delle domande più frequenti che ricevo è: “come faccio a iniziare a correre?”. Una ventina di anni fa la risposta sarebbe stata più rapida e sintetica: attendi i 14 anni e poi iscriviti a un trofeo monomarca o alla più impegnativa Sport Production.
Nel tempo le cose sono cambiate, dagli anni ‘90 ci sono parecchie categorie alle quali ci si può avvicinare fin da bambini. Esistono le minimoto, gli scooter e tutti quegli esemplari corsaioli che rappresentano l’anticamera della motocicletta “adulta”.

Quando cominciare?


Dipende soprattutto dai genitori. Da piccoli si può imparare a conoscere gli ingredienti principali di questo sport, la velocità, le curve, i sorpassi… ma la “fame” di correre, generalmente, nel bambino non c’è. E’ solo un gioco parecchio divertente, con una certa dose di pericolosità, in cui la passione del padre ha un ruolo dominante. In maniera più razionale che spontanea, tenderei a consigliare alla stragrande maggioranza dei ragazzi di aspettare a gareggiare con l’età più “matura”, ossia quella al confine dell’adolescenza, circa 14 anni. L’attesa alimenta il desiderio, che permette così di scoprire quanto la passione è concreta, evitando di gettarsi nella mischia per un falso allarme. I circuiti di oggi sono molto sicuri, non c’è paragone tra viaggiare consapevolmente a 200 all’ora in pista e a 70 km/h su strada: è più facile farsi male nel percorso casa-scuola. E anche se a qualcuno potrebbe suonare stonato il confronto, cari genitori, vi prego di credermi sulla parola.

Dove correre


Nell’ambito delle “ruote alte”, personalmente trovo interessanti i trofei monomarca per esordire: costano poco e sono di facile gestione. L’Italia offre svariate proposte. Quello organizzato da Yamaha (http://www.y-bikers.it), ad esempio, di cui potete leggere anche il test della 125 su Moto.it, sembra essere ambizioso: belle motine al 100% stradali, circuiti “lenti” e sicuri, costi bassi. Potrebbe essere altrettanto interessante, e magari anche meno impegnativo, correre con le 250 4T di Kawasaki (http://www.scuderiaplatini.it/junior_trophy.html), Moriwaki (http://www.racinglink.it/ita/home.asp) o nel Trofeo FMI Kit3 (http://www.motodromo.it): le prestazioni sono paragonabili a quelle di una 125 con motore 2 tempi. Coloro che invece desiderano “bruciare le tappe”, per entrare subito nel mondo delle moto da corsa, il Trofeo della Honda, che si corre con le RS (http://www.hondaitalia.com/eventi/rs_125_gp_trophy) da gran premio, è l’ideale. Lo consiglio però a coloro che hanno già masticato le piste con minimoto e scooter.

Il budget


Le opportunità non mancano, ma bisogna scegliere gli obiettivi e quanto tempo dare al ragazzo per imparare... Dove c’è più agonismo, chiaramente la vita è dura, quindi c’è maggior rischio di cadere, di mortificarsi per una posizione in classifica in ultima fila, ma indubbiamente è qui che si forma il pilota ambizioso. Con un budget che va dai 10 mila euro (abbondanti) ai 15 mila, diciamo che si può iniziare a correre in moto. Senza navigare nel lusso, ovviamente.

Cosa serve per cominciare?


In primis, la tessera di socio al Moto Club. Con 30 euro si diventa soci e si entra in un circolo che può diventare di grande aiuto, specie se il Moto Club vanta un minimo di esperienza nelle corse. A loro va richiesto il modulo da presentare alla visita sportiva, che costa mediamente 70-80 euro. Bisogna rivolgersi a un centro di Medicina dello Sport come il CONI, che è in grado di rilasciare l’idoneità alla pratica del motociclismo velocità. Trattandosi però della prima licenza della carriera, va effettuato anche l’elettroencefalogramma, esame che poi non si ripeterà più in futuro (la visita sportiva invece sì, ad ogni rinnovo annuale della licenza, ndr), a patto di non aver subito traumi cerebrali. I due referti vanno consegnati al Moto Club, il quale provvede a inviare la documentazione alla FMI, ossia all’ente che rilascia la Licenza di conduttore. Sono tre le tipologie di licenza: Junior (costo 150 euro), per i piloti inferiori ai 21 anni (nati cioè fra l’89 e il ’96); Mini e Senior (costo 190 e 310 euro), per i piloti over 21 (nati dal ’40 all’88). La Mini è valida solo per le gare in minimoto e scooter.

L'abbigliamento


A questo punto occorre l’abbigliamento tecnico. Volete un consiglio ? Non lesinate sulla spesa, e di conseguenza sulla qualità delle protezioni. Occorrono casco, tuta, paraschiena, guanti e stivali. Se il budget lo consente, prendete tutto doppio, che non ve ne pentirete… E non sarete costretti a farlo in emergenza quando oramai sarete in pista. Il ricambio non è legato solo a eventuali cadute, ma anche in caso di pioggia.
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"Il Team"!


Adesso manca solo chi gestisce la moto. Armatevi di lanternino e cercate un meccanico serio e più che bravo. Voi genitori o neo piloti, dovrete sentirvi al sicuro, con la tranquillità che i bulloni della moto siano serrati, che i freni siano a posto, che la messa a punto generale sia decente. L’esperienza di un tecnico che vi affianca, anziché inserirvi in una squadra blasonata con più persone, è sicuramente più conveniente in soldoni. Meglio trasportare la moto su un carrello, ma avere due soldi per gestire la parte operativa in modo serio e professionale, piuttosto che correre per lo “squadrone” di successo, con camion e hospitality a seguito, ma che vi costringe a spendere budget triplicato per essere… soltanto buoni clienti, poiché i risultati in pista non si comprano!

Pronti...via!


Imparate a chiedere, fate cento domande a quelle persone che, secondo Voi, hanno credibilità nell’ambiente. E poi tirate le somme con la vostra testa. Le piccole scottature vanno messe comunque in conto.
Un ultimo consiglio ai genitori. Ottimo stare vicini a vostro figlio e consigliarlo, ma non eccedete. E se non raggiunge i risultati, incoraggiatelo, non sgridatelo: correre dev’essere un piacere per i figli non una vostra imposizione.

Occhi aperti e… in bocca al lupo!

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