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Fine dell’epoca – del resto già in ampio declino – dei “furbi” trasgressori all’estero, almeno sulla carta. Anzi, sulla rete, perché stiamo parlando della messa a regime sul territorio italiano di tre progetti a respiro europeo per l’interscambio informativo sulle patenti, iniziati nel 2013 e completati quest’anno, dunque in tempo per evitare le ventilate procedure d’infrazione comunitarie per gli stati ritardatari.
Il progetto di cui parliamo si articola su tre diverse iniziative: Resper (archivio Ue patenti), Erru (Registro elettronico delle imprese di autotrasporto) e Cross Border (scambio transfrontaliero di informazioni su alcune infrazioni, tra cui l’eccesso di velocità), nati per integrare gli archivi nazionali dei veicoli, delle patenti e delle infrazioni.
Il primo progetto ad essere completato è stato proprio quest’ultimo, andato online lo scorso 24 ottobre 2015: tutte le autorità estere che hanno rilevato sul loro territorio infrazioni commesse da veicoli con targa italiana possono consultare un archivio per individuare l’intestatario. Tutt’altra storia naturalmente la notifica del verbale, dal momento che la procedura non prevede strumenti per garantire l’incasso delle sanzioni, a meno che naturalmente il trasgressore non torni sul territorio e venga individuato.
Erru ha visto il completamento dei test lo scorso 6 novembre ed è andato online poco dopo – in anticipo su quanto previsto. Più complessa l’attivazione di Resper, i cui test d’integrazione sono iniziati a maggio ma per la necessità di scaglionare le attivazioni è stato lanciato solo nel mese di dicembre, in tempo comunque per evitare la procedura d’infrazione.