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Sarebbe facile farsi prendere dallo sconforto guardando i dati delle vendite di quest’ultimo periodo, ancora una volta in significativo calo rispetto al corrispondente 2011 di un 26,9%. Ancora più facile disperarsi nel veder calare anche il mercato dell’usato, che finora aveva lavorato in controtendenza facendo registrare un segno positivo fino all’anno scorso, e un calo generalizzato anche nel settore caschi. Ma piangersi addosso non è fra i compiti istituzionali di Confindustria/ANCMA, che ha aperto la sua Assemblea Generale con un bellicoso intervento di Corrado Capelli, presidente dell’associazione, che ha annunciato azioni di lobbying presso le istituzioni, un impegno nella riforma del codice della strada e nell’affrontare le criticità del settore, ma anche con inedite iniziative a livello internazionale.
Inevitabile che le Case debbano unirsi, ancora più di quanto non abbiano fatto finora attraverso l’ACEM (organo professionale europeo che rappresenta gli interessi e le capacità di 12 costruttori per un totale di oltre 30 marchi, 15 associazioni nazionali e 150.000 posti di lavoro, per un fatturato totale, indotto incluso, di circa 34 miliardi di Euro, tanto per darvi qualche dato), per proteggere i propri interessi e il mercato, evitando di riversare sul cliente finale tutti i costi derivanti da tempistiche troppo stringenti per le variazioni dei processi omologativi, o in generale sull’equipaggiamento standard di motocicli e ciclomotori – ricordiamo come l’ondata di provvedimenti prevista per il 2017, per dirne una, comprenda l’adozione obbligatoria dell’impianto ABS per tutti i mezzi dai 125cc in su. E come gli standard relativi alle emissioni prevedano una roadmap che obbliga al rispetto delle normative Euro-4 nel 2014, Euro-5 nel 2017, Euro-6 (i cui livelli massimi di monossido di carbonio, idrocarburi e monossido d’azoto non sono addirittura ancora stati stabiliti) nel 2020.
Fondamentale, in questo campo, la comunicazione. E' necessario far pervenire al pubblico e alle istituzioni come le due ruote siano fondamentali nella lotta contro congestionamenti del traffico e problemi di posteggio, come ha dimostrato l'esperienza Area C a Milano (a proposito della quale ci piace ricordare come sia stato proprio Moto.it, insieme ad Ancma, a segnalare l'incoerenza che inizialmente vietava l'accesso alle due ruote Euro 0). Ed è importante anche far passare il messaggio verso le famiglie – attualmente poco propense allo svecchiamento dei propri mezzi a motore – di come un buon 50% del parco a due ruote circolante sia obsoleto, e dunque soggetto a pesanti compromessi in termini di sicurezza.
Passando alle proposte attive, grazie all’intervento di Confindustria/ANCMA sono stati inseriti i mezzi a due ruote con emissioni fino a 95g/km di CO2 nel provvedimento di agevolazione attualmente in discussione, del costo di soli 70 milioni di euro a fronte di un bacino potenzialmente molto più elevato: parliamo di quel 50% sopra citato, che pesa per 4,5 milioni di veicoli (!). E si tratta soltanto del primo passo, perché sempre in nome delle considerazione di cui sopra relativa alla sicurezza, ANCMA si sta battendo per estendere tali facilitazioni (finanziamenti, per parlare più chiaro) anche ai veicoli dotati di sistemi di frenatura avanzata (leggasi ABS nonché ad azione combinata) e controllo di trazione. Ed è attualmente in fase di valutazione un’altra proposta fortemente voluta da ANCMA: l’istituzione di un fondo dedicato alle generazioni più giovani, che dia modo ai rivenditori di praticare condizioni di acquisto particolarmente favorevoli anche verso chi è caratterizzato da una situazione di lavoro atipica.
E non finisce qui: a dimostrazione che chi di dovere ha fatto bene i suoi compiti a casa, ANCMA ha affrontato uno dei problemi da cui deriva la barriera forse più alta rispetto alla decisione d’acquisto: il prezzo delle polizze assicurative, derivante da costi di risarcimento in continuo aumento ma soprattutto dal fenomeno delle truffe, particolarmente diffuso nel nostro paese più che nelle altre realtà europee. Una soluzione identificata da ANCMA potrebbero essere le tecnologie legate ai ricevitori GPS ed Emergency Call, già inserita come obbligatoria per le auto a partire dal 2015, che renderebbe difficilissimo inscenare truffe e falsi sinistri. Il problema, al momento, sta nel costo (stimato al di sotto del centinaio di Euro) che non è realistico auspicare assorbito completamente dalle compagnie assicurative. Che ANCMA, comunque, ha invitato ad un confronto costruttivo che dia modo di identificare i problemi. E, cosa ancora più importante, le opportunità…