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Da qualche giorno è stata consegnata la prima targa storica originale che permette di avere un mezzo storico perfettamente aderente alla sua origine d'epoca anche nella targa. Si tratta di una possibilità offerta dalla legge n. 178 del 30 dicembre 2020 che mette oltre 500.000 motociclisti nella condizione di avere la propria moto d'epoca valorizzata attraverso la targa con la forma e la grafica originale. Se mai quindi qualcuno avesse avuto un dubbio sull'acquisto di una moto con almeno venti anni d'età (limite minimo per essere iscritta nei registri FMI e ASI) quest'ulteriore passaggio potrebbe fugarlo, mentre se il vostro quesito riguarda la capacità di una moto storica di divertire anche con i parametri di oggi, beh... la risposta potrebbe stare dentro questa rassegna.
Tralasciando le questioni che riguardano le normative antiquinamento e i divieti alla circolazione dei veicoli, acquistando una "vecchietta" o una youngtimer le possibilità di togliersi qualche soddisfazione e di provare emozioni che non si riferiscono esclusivamente ai ricordi di un periodo passato, ci sono. E sono pure parecchie. Questo perché già 20 o 25 anni fa le moto avevano prestazioni e performance dinamiche di tutto rispetto, molto al di sopra dei limiti comuni di molti di noi e quindi in molti casi queste moto risultano tutt'ora godibilissime e utilizzabili quasi alla stregua di moto moderne che, di sicuro, saranno più veloci e più sicure, ma almeno sul piano della semplicità pagano qualcosa alle loro antenate.
In questa rassegna abbiamo selezionato 5 moto che potrebbero ancora oggi fare divertire o soddisfare per l'uso cui sono state destinate. Le trovate, naturalmente, anche nella sezione degli annunci usato di Moto.it!
BMW R 1150 R
Non sarà mitica come le "GS" ma di fatto la roadster R 1150 R di BMW è tutt'oggi una moto più che adeguata ai viaggi e al commuting, dove il suo equilibrio ciclistico e il generoso motore boxer sono un mix perfetto per chi vuole una moto senza troppi fronzoli ma solida e di contenuti. Sono 85 i cavalli dichiarati a 6.750 giri, con 98 Nm di coppia massima a 5.250 giri, per il bicilindrico boxer da 1.130 cc raffreddato ad aria e olio, quattro valvole per cilindro, che troviamo anche in altre moto della stessa famiglia bavarese. Veniva anche proposta in un allestimento più modaiolo (la Rockster) ma le quotazioni non cambiano molto: mettete in conto una spesa di circa 4.000 euro per un esemplare ben conservato.
Ducati Monster 1000
Più che una moto, la famiglia Monster di Borgo Panigale è un vero e proprio mito che continua ancora adesso a emozionare chi sceglie una delle naked di Ducati. La Monster 1000 fu il modello che nel 2003 venne dotato di un nuovo motore da 992 cc e 84 cavalli, valori che oggi potrebbero far quasi sorridere (sono appannaggio delle 750/800 cc bicilindriche) ma che per l'erogazione piena del Desmo possono sembrare molti di più. La ciclistica Ducati non si discute, forse qui sono gli scarichi un po' bassi da terra a limitare le velleità sportive ma, per restare in tema, è tutt'oggi una moto che potrebbe reggere il confronto con le naked bicilindriche in linea. Per le quotazioni bisogna distinguere tra le versioni Dark e S, ma con 4.000 e 5.000 dovrebbe essere possibile portarsi a casa un pezzo di storia del motociclismo moderno e un discreto giocattolo per divertirsi sui passi.
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Kawasaki Z 750
Kawasaki non entrò mai nell'agone delle naked 600 a cavalli della fine degli anni '90 e i primi anni 2000, preferì arrivare sul mercato con una moto in evidente vantaggio di cilindrata per poter sfruttare la base tecnica già esistente (il motore era derivato dal 1000, che poi era un 953 cc) e sbaragliare la concorrenza sul piano dell'erogazione. Ne venne fuori una moto vendutissima, la Z 750 cui non c'era molto da imputare in relazione al prezzo di vendita che era molto concorrenziale e che dava in cambio prestazioni di primo piano, specie se confrontate con le coeve naked 600 cc: 110 cv (81 kw) a 11.000 giri con una coppia massima di 7,6 kgm (75Nm) a 8.200 giri, performance che non sfigurerebbero affatto contro le naked bicilindriche di oggi. Divertente tra le curve, se le chiedete il massimo un ritocco alla forcella potrebbe forse essere una buona idea. Gli esemplari ultraventennali hanno quotazioni inferiori a 3.000 euro (ovviamente fatta salva ogni valutazione su chilometraggio e stato d'uso) quindi, perché no?
Suzuki GSX1300R Hayabusa
...e potrete vantarvi del fatto che la versione "vecchia" è più veloce dell'ultima versione. Proprio così: la prima versione (MY 1999) della Suzuki Hayabusa non era limitata dall'accordo tra le Case che portò le supermaxi a non superare i 300 km/h e così a Nardò - nascosti tra la strumentazione analogica - potrete vedere i 310 km/h abbondanti. Nella realtà l'attuale Hayabusa (nata nel 2021) ha una godibilità di alto livello grazie agli oltre 20 anni di evoluzione meccanica ed elettronica ma se doveste mai invaghirvi della prima mitica versione sappiate che è un modello tutt'oggi adrenalinico e sfruttabile per viaggi e, con misura, tra le curve. Il suo quattro cilindri di 1.298 cc eroga (senza alcun controllo elettronico) 175 cavalli a 9.750 giri, con la coppia massima di 135 Nm a 7.000 giri. Quotazioni impegnative, del resto la prima Hayabusa è e rimarrà una pietra miliare.
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Yamaha YZF-R1
Quando Yamaha presentò la prima R1 nel 1997 fu qualcosa di paragonabile allo scoppio di una bomba: mai si era vista una maxi sportiva così leggera, compatta e potente. Fine dei giochi, era stata aperta una nuova era. La R1 ha un motore 4 cilindri di 998 cc a carburatori che eroga 150 cavalli a 10.000 giri, con 11 kgm di coppia a 8.500 giri, con la soluzione raffinata delle 5 valvole per cilindro: prestazioni lontane dagli oltre 200 cv delle moderne hypersport ma pur sempre da rispettare Come si guida? Agilissima e brutale se ne spremete a fondo le prestazioni, con gomme moderne certamente il suo limite è ancora molto alto e può gratificare chi cerca più che i tempi sul giro le sensazioni forti, ma non aspettatevi che i freni di oltre 25 anni fa siano al livello degli impianti odierni. Le quotazioni oscillano in base allo specifico allestimento e versione (sempre con riferimento agli esemplari ultraventennali) e scontano comunque l'importanza storica della R1: prevedete almeno 6.000 euro per un buon esemplare della primissima edizione, ma ricordate che poi il modello subì ulteriori aggiornamenti fino ad arrivare alle attuali YZF-R1 e R1M.
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