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Alcuni giorni fa il Parlamento Europeo ha approvato a larga maggioranza la relazione della deputata Elena Kountoura per aumentare la sicurezza sulle nostre strade e soprattutto ridurre incidenti e feriti.
“Per troppo tempo gli europei hanno dovuto convivere con un numero di morti inaccettabile sulle nostre strade - ha spiegato la relatrice -. È realistico mirare a dimezzare le vittime della strada entro il 2030, se l'UE e gli Stati membri si impegnano a migliorare la sicurezza stradale, insieme a una forte volontà politica e finanziamenti sufficienti. Sappiamo già cosa uccide sulla strada, quindi chiediamo alla Commissione e ai governi di applicare misure salvavita specifiche per sostenere questi sforzi, come limiti di velocità inferiori, in particolare la creazione di un limite predefinito di 30 km/h per le città, un trasferimento modale accelerato verso altre forme di trasporto e una nuova Agenzia europea per il trasporto stradale”.
Si è parlato quindi di abbassare la velocità a 30 km/h nei centri urbani (provvedimento già adottato da diverse città), di incentivazione l'utilizzo di mezzi pubblici e veicoli leggeri e di adottare tolleranza zero verso la guida in stato d'ebrezza. Si è ventilata inoltre la possibilità di introdurre l'Intelligent Speed Assistance (ISA) anche sulle moto.
La riduzione della velocità e l'applicazione delle norme svolgono un ruolo importante nel respingere gli incidenti in cui le persone rimangono uccise o gravemente ferite, ma il Parlamento chiede l'installazione di dispositivi di sicurezza tecnologici sui veicoli come l'ABS per tutte le moto e l'installazione di sistemi intelligenti di assistenza alla velocità in tutti i nuovi mezzi, comprese le due ruote.
Pur concordando su tutti i punti, la FEMA attraverso le parole del segretario generale della Dolf Willigers ha espresso tutta la sua contrarietà all'adozione di Intelligent Speed Assistance (ISA) anche sulle moto.
"Non supportiamo alcuna caratteristica tecnica che tolga il controllo della moto al pilota. Accogliamo con favore questo rapporto e quasi tutte le misure proposte dal Parlamento. In una lettera alla Commissione europea all'inizio di quest'anno abbiamo già chiesto l'inclusione delle due ruote a motore nei Key Performance Indicators, una migliore formazione, test della patente di guida più mirati alla valutazione e alla prevenzione dei rischi anziché alle competenze tecniche a bassa velocità e infrastrutture più sicure. Sono richieste che ci sono anche nella relazione del parlamento”.
Continua Dolf: “Non supportiamo nessuna caratteristica tecnica che tolga al pilota il controllo della moto e quindi – pur comprendendo la necessità di ridurre la velocità in determinate situazioni – vediamo qualsiasi tipo di Intelligent Speed Assistance che interferisce con il controllo del motore come un pericolo per i motociclisti, come abbiamo già discusso con la Commissione europea nel 2019. La Commissione ha concordato con noi che non si può semplicemente montare l'ISA sulle motociclette”.