Coronavirus: Aprilia, Moto Guzzi e Piaggio hanno ripreso la produzione. Ducati e Yamaha si fermano

Coronavirus: Aprilia, Moto Guzzi e Piaggio hanno ripreso la produzione. Ducati e Yamaha si fermano
Maurizio Gissi
  • di Maurizio Gissi
Anche MV Agusta prosegue l'attività, mentre Brembo si ferma per una settimana. In Austria KTM e Husqvarna hanno previsto due settimane di ferie collettive per gestire le forniture straniere. In Italia anche l'industria motociclistica affronta le difficoltà dell'intero settore manifatturiero
  • Maurizio Gissi
  • di Maurizio Gissi
16 marzo 2020

Fra mille difficoltà l'industria italiana cerca di funzionare non appena le condizioni lo permettono.

In una situazione che evolve rapidamente occorre essere prudenti, per il bene della sicurezza di tutti, ma anche flessibili per cercare di contenere i danni economici che la pandemia Covid-19 sta provocando e provocherà nei prossimi mesi.
Il bollettino quotidiano è uno stillicidio di aziende che si fermano perché si trovano in aree del Paese particolarmente colpite dal virus, come Lombardia, Emilia Romagna e Veneto.
Regioni fondamentali per l'industria manifatturiera e che ospitano una buona parte dei costruttori motociclistici nazionali. Vediamo qual è la situazione del lavoro ad oggi nelle varie fabbriche.

 

Aprilia, Guzzi, Piaggio

Aprilia a Noale e Scorzé, così come per gli altri impianti del Gruppo, ovvero Piaggio a Pontedera e Moto Guzzi a Mandello del Lario, ha ripreso quest'oggi la produzione e il lavoro negli uffici.

La scorsa settimana era stato trovato positivo un dipendente a Pontedera, quindi la direzione del Gruppo aveva deciso di sospendere il lavoro per tre giorni.

Dopo le operazioni di sanificazione degli ambienti lavorativi, e la riorganizzazione delle linee produttive al fine di mantenere le distanze interpersonali previste dal recente decreto, il lavoro è ripreso.
Tutti i lavoratori sono monitorati agli ingressi per misurarne la temperatura corporea (utilizzando ditte specializzate esterne), ai dipendenti è stato dato un kit sanitario, e anche nelle mense sono stati modificati gli spazi per garantire la distanza di sicurezza.

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Ducati, deciso lo stop

In Ducati, a Borgo Panigale, è stato invece deciso lo stop produttivo fino a mercoledì 25 marzo.
A Bologna avevano già messo in atto una serie di interventi ancora prima dell'11 marzo, e deciso di sospendere la produzione da venerdì 13 marzo a mercoledì 18 marzo “per implementare una serie di opere e interventi sulle linee di produzione, per poter ulteriormente innalzare il livello di sicurezza dei lavoratori e per introdurre un programma di lavoro su più turni, per dimezzare il numero di persone contemporaneamente presenti in linea di montaggio”.

La riapertura ritardata al 25 marzo è motivata dal garantire il rispetto del protocollo condiviso che è stato emesso il 14 marzo: serviranno alcune giornate in più per interventi e modifiche alle strutture.
I primi a saperlo sono stati gli addetti alle lavorazioni meccaniche, che avrebbero dovuto riprendere alle ore 22 di ieri, domenica.

Continuano tutte le attività legate allo sviluppo dei nuovi prodotti e del supporto ai mercati facendo un vasto impiego della tecnologia per lo smart working.

"Sono orgoglioso di come i lavoratori di Ducati stanno affrontando questo difficile momento. Il mio ringraziamento va a loro  - ha detto Claudio Domenicali, AD Ducati - Per la loro sicurezza e per la loro incolumità interventi e scelte come quelle che stiamo facendo sono necessarie e dovute. Sono comunque garantiti tutti i servizi di supporto ai nostri clienti, in primis la fornitura dei ricambi. Ci stiamo organizzando per essere pronti alla ripartenza e, anche in questo periodo di fermo, non mancherà il nostro appoggio".

MV si organizza e prosegue

MV Agusta ha diffuso una nota nella quale spiega che, in accordo con i rappresentanti dei lavoratori e in osservanza delle misure urgenti previste dal DPCM dell'11 marzo e delle linee indicate da Confindustria Lombardia, ha deciso di “non interrompere l’attività del proprio stabilimento di Schiranna (Varese) al fine di garantire la continuità produttiva, sebbene a personale ridotto”.

E' stato ridotto il numero dei dipendenti in azienda attraverso la chiusura dei reparti non essenziali, lo smart working, la possibilità di fruizione delle ferie e il ricorso alla cassa integrazione una volta che verrà emesso il relativo decreto.

Per i dipendenti che continueranno l’attività lavorativa, l’azienda ha fornito mascherine, guanti, gel igienizzanti, inoltre ha adottato presidi per la sanificazione degli ambienti di lavoro e delle superfici, oltre che l’accesso contingentato agli ambienti comuni.

In ciascun reparto verranno mantenute le distanze di sicurezza tra le postazioni di lavoro, grazie anche alla temporanea riduzione del personale presente.

“Riteniamo sia nostro dovere non arrendersi in questo momento di grave crisi e di difficoltà – ha detto Timur Sardarov, AD e presidente MV Agusta - perché anche il resto delle attività di questo territorio possano ripartire una volta superata l’emergenza. Abbiamo preso questa decisione con grande senso di responsabilità, verso i nostri dipendenti, verso questa comunità che non può permettersi la disgregazione del proprio tessuto industriale, e verso l’intero comparto del nostro indotto, dal quale dipendono molti lavoratori e molte famiglie. La Società ha attuato tutte le misure di informazione, di prevenzione e di contenimento necessarie. Siamo determinati a continuare a fare il nostro dovere per sostenere questo territorio, nel pieno rispetto delle regole e in massima sicurezza.”

Bergamo, ma non solo

Nei comuni della bergamasca, fra i più colpiti dall'emergenza Covid-19, ci sono aziende che hanno già interrotto la produzione. Lo ha fatto Brembo, fermando fino al 22 marzo gli impianti di Curno, Stezzano, Mapello e Sellero (BS), mentre Polini Motori (Alzano Lombardo) ha annunciato uno stop fino a data da definirsi.

Moto Morini, che ha sede a Trivolzio (Pavia) si è fermata, e lo stop proseguirà fino al 3 aprile. Sulla pagina facebook di Morini è scritto:

"Abbiamo in tutta coscienza preso la decisione di chiudere temporaneamente la nostra Azienda a Trivolzio, perché riteniamo che l’incolumità di tutte le persone che lavorano con noi e della comunità intera abbia un valore più grande... Siamo ovviamente preoccupati, ma altresì certi che supereremo l’emergenza e torneremo a crescere... A tutti coloro che dall’inizio dell’emergenza lavorano in prima linea, rischiando la propria incolumità per garantirci un ritorno alla normalità, vanno i nostri più sentiti ringraziamenti... Noi non smettiamo di pianificare esperienze uniche da vivere insieme a voi, perché quando tutto sarà finito sarà ancora più bello salire in sella e dare gas”.

Scendendo più a sud, la fabbrica Honda Italia di Atessa (Chieti) è operativa nel rispetto delle nuove norme.

Fermata programmata in Austria

Andando oltre confine, Pierer Mobility AG ha predisposto un piano coronavirus che riguarda gli impianti dove sono fabbricate le KTM, le Husqvarna e le GasGas.
Si tratta di due settimane di vacanze aziendali dal 30 marzo al 10 aprile. Sarà comunque garantita la disponibilità della gamma di modelli alla rete mondiale di rivenditori.

La misura è stata innescata da una possibile interruzione nella catena di approvvigionamento della componentistica proveniente dal nord Italia.
Con questa misura KTM evita una interruzione incontrollata dell'attività per stabilizzare la catena di approvvigionamento a lungo termine. Queste misure non incideranno sulla fornitura di pezzi di ricambio. Pierer Mobility - informa infine - garantirà la disponibilità di tutti i modelli per l'inizio della stagione commerciale".

Yamaha e MBK si fermano

Yamaha ha sospeso la produzione in Italia e Francia fino al 22 marzo. Il provvedimento riguarda la Motori Minarelli a Calderara di Reno, fabbrica motori, e lo stabilimento di assemblaggio MBK Industrie a Saint-Quentin, in Francia. Dopo ilo 22 marzo la situazione sarà rivista settimanalmente.
A Calderara sono costruiti i motori per molti modelli scooter Yamaha, fino a 400 cc, e per moto come i bicilindrici delle Yamaha MT-07 e Ténéré.
In Francia lavorano 590 addetti e sono prodotti scooter, da 50 a 400 cc, per i marchi MBK e Yamaha, e sono assemblate anche alcune moto Yamaha, oltre a motori fuoribordo e quad.

In Italia e in Francia il “distanziamento sociale” è una componente chiave della strategia dei governi per combattere la diffusione del Coronavirus. Yamaha Motor Europe, informa un comunicato, sta lavorando secondo le direttive delle autorità italiane e francesi per garantire che i dipendenti non siano economicamente penalizzati a causa delle chiusure temporanee.

"La salute dei nostri dipendenti e la nostra responsabilità sociale sono le priorità in questa fase, motivo per cui abbiamo preso la decisione di sospendere la produzione in queste due strutture", ha spiegato Eric de Seynes, presidente e AD di Yamaha Motor Europe.

(Articolo in aggiornamento)

 

Aggiornamento del 24 marzo 2020

Il decreto del Presidente del Consiglio del Ministri, firmato il 22 marzo, ha imposto lo stop delle attività definite come non essenziali fino al 3 aprile, ne abbiamo scritto più diffusamente qui

Fra queste attività rientrano i produttori di moto, scooter, componenti, accessori e abbigliamento motociclistico. Le fabbriche avevano tre giorni di tempo per smaltire le consegne programmate e poi il fermo fino a venerdì 3 aprile. Sempre che non ci siano proroghe o modifiche delle attività fermate e concesse.

C'è stato lo stop dei quattro stabilimenti del Gruppo Piaggio (Pontedera, Mandello, Noale e Scorzè), è stato comunicato ufficialmente anche quello di MV Agusta alla Schiranna di Varese.

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