Coronavirus, Fase 2. Alberto Monni, Moto Morini: "Le moto al centro al termine del lockdown"

Si avvicina la ripartenza. Contromisure in produzione, previsioni sul mercato, misure auspicate da parte delle istituzioni al termine del lockdown
17 aprile 2020

Ancora non siamo fuori da quel lockdown che ci tiene chiusi in casa, ma pian piano la luce in fondo al tunnel si inizia a intravedere. È vero, stando alle promesse iniziali avremmo dovuto uscire già il 3 di aprile, così non è andata e siamo ancora bloccati fino ai primi di maggio, ma le maglie del blocco si stanno ampliando, e si parla già di riprendere la produzione.

Per questo continuamo a sentire le aziende con produzione qui in Italia in merito alle loro strategie, alle misure di sicurezza che intendono mettere in campo per riavviare la produzione, alle aspettative rispetto le iniziative delle istituzioni e alle previsioni sulla situazione del mercato: prevarrà l'incertezza sul futuro o le "due ruote" a motore riprenderanno quota rapidamente per la voglia di uscire e godersi la vita e per la loro natura ideale per la mobilità individuale in questo periodo?

Continuiamo la nostra indagine parlando con Alberto Monni, vicedirettore generale di Moto Morini, che anche sulla scorta dell'esperienza della Casa madre in Cina, ci racconta come ripartirà la sede di Trivolzio (dove vengono realizzati tutti i modelli basati sul bicilindrico 1200), cosa si aspetta dal mercato - che oltre al rinnovato desiderio di attività all'aria aperta e al rebound spending potrebbe adottare la moto come mezzo di mobilità sicuro in alternativa al trasporto di massa - ma anche dalle istituzioni, a cui viene chiesto di proteggere la capacità di spesa del pubblico.

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