Corsi di Guida. Correre in pista

In campo con Riding School, la scuola di Luca Pedersoli. Basta un giorno per amare la pista, grattare gli sliders e scoprire le potenzialità della nostra moto
12 maggio 2008


Le attuali moto sportive hanno prestazioni che mal si conciliano con il traffico e lo stato di manutenzione delle nostre strade.
Non ci riferiamo solamente alle 1000 da quasi 200 cavalli, persino le 600 offrono un pacchetto ciclistica/motore che può essere apprezzato compiutamente solo tra i cordoli dei circuiti.
Sono proprio le medie cilindrate ad offrire il maggior divertimento nella guida in pista, grazie a potenze gestibili e a un comportamento dinamico che ricorda quello delle cugine che corrono nel Campionato Italiano di Velocità.

Guidare al limite si può. In pista
Sempre più motociclisti si avvicinano alle piste, alla ricerca del limite proprio e della moto.
Il tutto nella massima sicurezza e divertimento.

Moto.it è sceso in campo e lo ha fatto con gli istruttori di Riding School, la scuola ideata dal pilota Luca Pedersoli che sfrutta la rinnovata "aula" dell'Autodromo di Franciacorta, il circuito lungo circa 2.650 metri, posto nelle vicinanze di Brescia.

Non un corso tra i tanti, bensì uno dei più frequentati e completi, grazie a un parterre di istruttori che arriva diretto dalla Superbike e dal Mondiale Gp (ne citiamo solo alcuni: Battaini, Scalvini, Bellezza, oltre a Pedersoli).
Il corso ha la durata di un giorno e non si perde nelle lungaggini tipiche delle lezioni tutta teoria e poca pratica, anzi. Nell'aula del briefing, alle 9 di mattina, entriamo bardati di tutto punto. Mezz'ora dopo saremo in pista a scaldare gli pneumatici.

A chi si rivolge
Il target di motociclisti a cui si rivolge Luca Pedersoli è ampio. Si passa dal principiante allo smanettone incallito che frequenta i trofei monomarca.
Non solo pista quindi, ma anche corsi di guida stradale che hanno l'obiettivo di trasmettere all'allievo quelle nozioni basilari da applicare alla guida della motocicletta.
Un'occasione d'oro dedicata a chi - ragazze e adolescenti in particolare - desidera muovere i primi passi in moto.

Siamo scesi in pista a Franciacorta per scoprire le gioie e i piaceri della guida sportiva "vera", che permette al pilota di conoscere i propri limiti (un po' meno quelli della moto, soprattutto se si devono gestire i 177 cavalli della Honda CBR1000RR).

Il rapporto allievo/istruttore è uno degli aspetti tenuti in maggiore considerazione da Pedersoli. Basti un dato: ciascuna guida scende in pista con 3/4 allievi, in modo da creare un rapporto personale, esclusivo tra maestro e discepolo.

Debuttanti allo sbaraglio
Per toccare con mano la bontà e soprattutto l'utilità di un corso dedicato a chi ha fame di pista e di saponette che grattano l'asfalto, Moto.it ha mandato allo sbaraglio chi vi scrive, avvezzo agli ostacoli crossistici e alle mulattiere "impestate", più che all'urlo del quattro cilindri dentro la carena.

Un impatto in principio reso complicato dall'asfalto bagnato, che ha lasciato il posto nell'arco della giornata al puro piacere di guida, elevato all'ennesima potenza dai tangibili progressi che solo chi inizia può raggiungere nel giro di poco tempo.

Chi ha già dimestichezza bada al tempo sul giro; i principianti pensano al sodo, a non tenere i piedi sulle pedane come le papere e a spostare il sedere nei rapidi cambi di direzione. Nell'attesa che la saponetta si sporchi (lontano dalle vie di fuga).

I capisaldi della guida in circuito
Le indicazioni fornite durante il briefing non sono sterile nozionismo, ma permettono di uscire dalla corsia dei box senza timore verso la pista e gli altri bikers.
La guida in circuito è innanzitutto un divertimento - questo il messaggio che trasmettono i 22 istruttori  - e come tale richiede un approccio sereno.

Ci viene indicata la corretta postura in sella: è essenziale raccogliersi dietro al cupolino nei rettilinei per evitare l'effetto "vela" che disturba il comportamento della moto. Così com'è delicata la staccata, che richiede un deciso arretramento lungo l'asse della moto al fine di caricare il retrotreno.
Più problematico il discorso relativo all'utilizzo del freno posteriore. Alcuni istruttori ne consigliano un uso moderato, altri lo eliminerebbero dalla moto. Questione di feeling e di gusti personali, non resta che provare.

Traiettorie. Quante sono?
Sgomberiamo subito il campo dai dubbi. Le traiettorie possono variare in funzione della potenza e della cilindrata della moto, ma quella ideale è una sola ed è facile riconoscerla: solo lei permette di raddrizzare il prima possibile la moto e imprimere la massima accelerazione.

Se ne deduce che non sempre curvare alla massima velocità, e con il massimo angolo di piega, paga. Spesso è più produttivo inclinare meno il mezzo e raddrizzare il prima possibile.

Ginocchio a terra
È la croce e la delizia dei novelli pistaioli che spesso credono che la saponetta vada grattata senza ritegno. Manco fossero alle prese con la grattugia e il parmigiano.
Sbagliato. Gli sliders danno un semplice riferimento: sfiorare l'asfalto con il ginocchio ci indica che la postura in sella è corretta.
Un ultimo ripasso al significato delle bandiere (impariamo esattamente cosa ci dicono!), una pulita alla visiera e via, in pista con l'istruttore Ivo Bellezza (partecipa con successo al Mondiale Endurance).

Pista bagnata, pista fortunata
Non fate il nostro errore, non crediate che i turni in pista col bagnato siano turni sprecati.
Al contrario migliorano la sensibilità di guida, freno e acceleratore vanno calibrati, la discesa in piega avviene dolcemente, mentre il fondoschiena "legge" il grip degli pneumatici sull'asfalto.
Sulla pista asciutta si inseguono i limiti della moto, su quella bagnata si cerca di comprendere il limite della pista. Il tutto senza trascurare l'impostazione della traiettoria e il comando del gas. Sì, perché solo in pista possiamo osare con l'asfalto bagnato.
Stuzzicare i 180 cavalli della nostra Honda sulla strada - per di più viscida - sarebbe semplice follia.

Pista asciutta, fuoco alle polveri
Il pomeriggio ci regala condizioni ottimali, i panciuti Bridgestone Bt-002 entrano in temperatura e ci permettono di andare alla ricerca del famoso limite. Un limite di cui non aver paura, da raggiungere giro dopo giro, applicando i pochi precetti che ci hanno trasmesso a motore spento.

La maggiore confidenza e i giri sempre più veloci sono un naturale effetto della pratica. La differenza tra le prove libere e il corso della Riding School è data dal valore aggiunto delle indicazioni fornite da Ivo ( e dagli istruttori in genere), che gira in pista con noi ed è quindi in grado di correggere al volo gli errori che altrimenti trascineremmo nel tempo.

Abituati al tassello e all'equilibrio instabile della guida in fuoristrada, abbiamo resettato le nostre abitudini. Se nei primi turni ci siamo fatti violenza per sporgere il corpo all'interno della curva, a fine giornata è stato naturale cercare il contatto tra ginocchio e asfalto per accompagnare la moto nella miglior piega.

Spronati da istruttori capaci, ci è bastato un giorno per cancellare il timore reverenziale verso l'autodromo e scoprire il piacere della guida al limite in piena sicurezza.
Sicurezza che solo il circuito può offrire.

Radio Box
Abbiamo chiesto ai due allievi scesi in pista nel nostro gruppo le impressioni sul corso della Riding School.
Giulio Dusi (23 anni, di Alessandria) guida una Kawasaki ZX-6R del 2008 e dimostra di possedere già un'ottima velocità. È alla sua prima esperienza in pista e ci viene il sospetto che dia un po' troppo gas sulle strade di tutti i giorni.
"Ho scelto il corso di Pedersoli per affinare le mie capacità. Prima giravo solo su strada e iniziava a starmi stretta, troppi i rischi".

A cosa ti è servita questa giornata?
"Sono migliorato un casino, è stata una bella esperienza. All'inizio giravo impacciato, poi ho acquisito sicurezza e mi sono goduto la Ninja".

C'è qualcosa in particolare che ti è piaciuto o che trovi sia migliorabile?
"L'organizzazione è eccezionale, avevamo anche un tecnico delle sospensioni tutto per noi. Peccato per il brutto tempo al mattino, che però ci ha regalato un approccio cauto alla pista".

Davide Gessaga (30 anni, di Milano) è invece un habitué dell'autodromo di Monza ed è al suo esordio in sella alla Honda CBR 600R sulla pista di Franciacorta.
"Mi mancava un'esperienza sul bagnato, è stata utile per acquisire una sensibilità che poi tornerà d'aiuto anche su strada. Ho vissuto il pomeriggio all'insegna dell'adrenalina pura. Merito anche dell'istruttore che mi ha dato fiducia e mi ha spinto a osare e ad avvicinare i limiti incredibili della mia moto. Il suo giudizio finale "la base è buona, ma con costanza si può migliorare molto" mi ha ricordato la pagella della prof a fine quadrimestre. Questa volta però non farò orecchie da mercante".

A Ivo Bellezza chiediamo perché un motociclista dovrebbe scendere in pista e seguire un corso come questo.
"L'utilità didattica del corso di pilotaggio consiste nell'infrangere la barriera reverenziale che si ha verso lo strumento moto e nello scoprire le sensazioni incredibili che le moto attuali offrono".

Sospensioni. Consigli preziosi ed errori comuni
Tra i vari servizi che Riding School offre, citiamo la presenza degli esperti dalle mani d'oro: gommista, meccanico e tecnico delle sospensioni.
A Walter Bisoffi (tecnico Ohlins presso B101) chiediamo quali sono gli errori più comuni in materia di sospensioni e regolazioni.
"Non è affatto semplice intervenire sulle regolazioni e ho notato che troppi appassionati si affidano ai "sentito dire" o al parere dell'amico. Sono intervenuto sulle regolazioni idrauliche e sul precarico molla di diverse moto per dare un giusto bilanciamento. Chi gira in pista, ricorre spesso ad assetti troppo rigidi che limitano il feeling di guida. Tanti utenti investono poi parecchi soldi in scarichi e centraline, ma dimenticano di revisionare le sospensioni periodicamente".

Come giudichi le forcelle e gli ammortizzatori standard delle nostre moto?
"Per l'uso amatoriale in pista vanno bene, il prodotto di primo equipaggiamento delle moto sportive oggi è abbastanza valido".



Andrea Perfetti

Foto: Juri Troncato (www.mymotor.it), A.P.

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