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Chi ha visitato la Malesia avrà notato come a lato delle strade principali a grande scorrimento ci siano corsie separate e dedicate alla circolazione di moto, scooter e ciclomotori.
Una soluzione suggerita dall'enorme utilizzo delle due ruote motorizzate nei pressi dei grandi centri urbani, un vero fiume di motoveicoli.
Il ministero dei Trasporti malese propone che la presenza di queste corsie dedicate diventi obbligatoria sulle strade statali e federali di nuova costruzione.
Il centro ricerche dell'università malese Putra ha calcolato che l'aggiunta di una corsia per i motociclisti contribuisce a ridurre le morti per incidente stradale dal 30% al 40%.
La Malesia starebbe poi per sorpassare la Thailandia nel triste primato per il maggiore tasso di mortalità che riguarda proprio i motociclisti: nel 2022 il 70% dei decessi sulle strade è stato costituito da motociclisti e ciclomotoristi (2.954 vittime nei primi otto mesi dell'anno).
Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, in Thailandia gli utenti di due e tre ruote hanno rappresentato il 74% dei dei morti sulle strada: circa 22.500 vittime indicate nel Global Status Report on Road Safety del 2018.
In Malesia, fra l'altro, molti motociclisti usano la corsia di emergenza come normale corsia di marcia.
Il consulente per la pianificazione dei trasporti Rosli Azad Khan ha affermato che i motociclisti tendono a correre più rischi sfilando velocemente tra automobili e camion e sorpassando dove non dovrebbero, normalmente a sinistra (ovvero il lato cieco considerata la circolazione a sinistra in Malesia).
Ha inoltre suggerito che le moto di piccola cilindrata, pari o inferiore a 250 cc che sono poi le più diffuse, dovrebbero stare lontane dalle autostrade perché sono di piccole dimensioni e quindi sensibili ai disturbi aerodinamici generati dai mezzi più grandi e a volte più veloci, come furgoni, pullman e camion.