Covid e spostamenti. I colori delle Regioni e le nuove regole sul tavolo del CdM

Covid e spostamenti. I colori delle Regioni e le nuove regole sul tavolo del CdM
I contagi continuano ad aumentare e alle tante regioni già in giallo se ne potrebbero aggiungere altre, con la Liguria che rischia addirittura l'arancio. Intanto il CdM studia nuove regole su Green Pass, quarantena e obbligo di mascherina
5 gennaio 2022

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La Variante Omicron non si arresta e con i numeri continuamente in crescita cambiamo nuovamente le regole nel tentativo di contenere i contagi. Gran parte delle regioni è già in zona gialla e per qualcuno, come Liguria e Calabria, c'è il rischio di passare in Arancione, mentre il Consiglio dei Ministri sarà chiamato oggi a discutere su temi caldissimi come il Green Pass sui luoghi di lavoro, l'obbligo vaccinale per le categorie più deboli e la ripresa delle attività scolastiche
 

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I colori delle regioni

Lombardia, Piemonte, Lazio, Sicilia, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Marche, provincia di Trento e provincia di Bolzano sono già in zona gialla e, presto, la lista potrebbe allungarsi. Ancora più a rischio, invece, la Liguria, che potrebbe passare in arancione. E’ l’effetto dell’ulteriore aumento di casi di persone contagiate dal Covid19 con la Variante Omicron che da un lato appare meno pericolosa per gli effetti che provoca e, dall’altro, sembra capace di un livello di contagiosità senza precedenti.

Per quanto riguarda gli spostamenti, comunque, le differenze tra zona gialla e zona arancione sono minime e riguardano, principalmente, coloro che non sono in possesso di un Green Pass, visto il divieto di uscire dal proprio comune di residenza se non per motivi di «lavoro, necessità, salute o per servizi non sospesi ma non disponibili nel proprio comune».

La mascherina, invece, resta obbligatoria al chiuso (e all’aperto dove previsto dalle disposizioni dei comuni) sia in zona gialla che in zona arancione. A rischio, insieme alla Liguria, anche la Calabria, mentre la Lombardia, nonostante la vertiginosa crescita di casi, dovrebbe restare gialla.

Quarantena o isolamento

A fare la differenza è la terza dose del vaccino. Perché con tre dosi (o la seconda da meno di 120 giorni) si riducono i tempi di quarantena per coloro che sono entrati in contatto con una persona positiva e anche quelli di isolamento per coloro che, invece, sono risultati positivi.

In caso di contatto basteranno cinque giorni (in cui sarà necessario indossare sempre una mascherina ffp2) e un tampone antigenico o molecolare negativo. In caso di positività, invece, coloro che hanno già effettuato la terza dose dovranno osservare un periodo di isolamento di soli sette giorni prima di poter procedere ad un nuovo tampone che, se negativo, “darà diritto alla libertà”. I tempi di isolamento, invece, slittano a dieci giorni in caso di sintomi o per le persone che non hanno effettuato la terza dose del vaccino. Cambiano anche le modalità di sospensione e riattivazione del Green Pass per le persone risultate positive e per quelle tornate negative dopo il contagio, con un nuovo sistema informatizzato che permetterà di aggiornare il documento praticamente in tempo reale.

Le decisioni sul tavolo del CdM

Il Consiglio dei Ministri previsto per il pomeriggio di oggi sarà chiamato ad introdurre ulteriori regole per tentare di arginare la crescita dei contagi, soprattutto in vista della ripresa delle attività scolastiche. C’è anche la proposta di riattivare la didattica a distanza almeno per la prossima settimana e almeno per i bambini più piccoli, ma l’impressione è che non si riuscirà a far slittare la ripresa delle lezioni in classe. Saranno, eventualmente, regioni e comuni a decidere in autonomia.

Intanto, il tema più caldo in discussione riguarda l’obbligo vaccinale, con il Partito Democratico che ha già fatto sapere che lo proporrà sul tavolo del premier Draghi, almeno per quanto riguarda le categorie più deboli e gli over 60. Stesso discorso per il Green Pass obbligatorio sui luoghi di lavoro, con la proposta, già al vaglio del CdM, che potrebbe essere rivista nell’ottica di un adeguamento graduale, così da consentire al maggior numero possibile di persone di procedere con la vaccinazione e scongiurare i possibili disagi che deriverebbero, invece, dall’introduzione più repentina della nuova norma.