D16 GP10 RR: la Desmosedici di Stoner mette la targa!

D16 GP10 RR: la Desmosedici di Stoner mette la targa!
Lo studio sak art design di Pisa offre una gustosa interpretazione di come potrebbe essere la Ducati D16 RR 800 con targa e fanali. Una MotoGP da strada, ma non per tutti
14 aprile 2010


Un sogno nato sulle piste della MotoGP


In principio fu la strepitosa Desmosedici RR 1000, la prima – e unica – MotoGP “da strada”, regolarmente omologata per la circolazione con tanto di targa, frecce e specchietti.
Un mezzo incredibile, realizzato in soli 1.500 esemplari per la gioia di pochi, facoltosi appassionati.
La Ducati celebrava così la fine di un ciclo – quello delle 1.000 – in MotoGP; moto pazzesche, se pensiamo che le ultime evoluzioni raggiunsero potenze prossime ai 250 cavalli alla ruota.
Le attuali 800 di cavalli ne hanno “solo” 230, ma anche per loro i giorni paiono contati: la Dorna ha infatti stabilito che le 1.000 potranno far ritorno nella massima categoria del Motomondiale nel 2012 (con il ben noto limite massimo di alesaggio di 81 mm).

Lo studio di design toscano sak art ha pensato che di un tributo fossero meritevoli anche le velocissime MotoGP attuali e ha virtualmente omologato la D 16 RR 800 di Casey Stoner, proprio quella portata in gara (ma sappiamo tutti com’è andata a finire…) in Qatar.

Inediti sono il telaio e il mostruoso forcellone, entrambi realizzati in fibra di carbonio. Un’esclusiva mondiale, tra le moto stradali, che solo la D 16 RR 800 potrebbe vantare

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La carenatura anteriore è fedele all’originale, ma riceve un’apertura utile a ospitare il singolo gruppo ottico anteriore centrale; in aggiunta, rispetto al modello racing, troviamo gli specchietti con gli indicatori di direzione inglobati, la stampella laterale e il porta targa.
Le prese d’aria della moto sono mascherate da una griglia a nido d’ape che aumenta la pulizia estestica della fiancata. La ciclistica riceve le gomme, i cerchi e la forcella della Desmosedici RR 1000. Inediti sono invece il telaio e il mostruoso forcellone, entrambi realizzati in fibra di carbonio. Un’esclusiva mondiale, tra le moto stradali, che solo la D 16 RR 800 potrebbe vantare.
Fedeli al loro stile, i progettisti di sak art propongono la bicromia in quattro varianti di colore.

Graficamente la livrea è una continuazione di quella racing, ma risulta più mossa dall’inserimento di aree black.
La prima area si apre frontalmente sul capolino e ingloba il gruppo ottico; la seconda nasce dalla presa d’aria frontale e avvolge la zona superiore della carena e parte del serbatoio per proseguire fino alla zona delle pedaline. Il black si interrompe sotto il nastro (anch’esso nero), che contiene il logo Ducati e la sigla D16 GP10 RR, qui domina il rosso con la grande presa d’aria laterale. La zona inferiore della carena nera ingloba nelle sue forme la stampella laterale sul lato sinistro e lo scarico sul lato destro. Il codino è suddiviso dalla bicromia e ospita il grande scarico posteriore Termignoni, opportunamente strozzato per poter circolare su strada.
 



Oltre alla versione più tradizionale, in cui il rosso Ducati la fa da padrone, sak art prevede altre tre soluzioni: yellow black , purple black e vintage-silver black che giocano in modo diverso cromaticamente creando accostamenti più eleganti o aggressivi a seconda dell’abbinamento.
Una moto da sogno, chissà che a Borgo Panigale non decidano di darle un seguito.

 

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