La Casa giapponese dà il via al piano di ristrutturazione del polo industriale italiano che diventerà il primo per Honda in Europa. La contrazione delle vendite impone una riduzione del personale, ma lo stabilimento non chiuderà
Da Honda il piano di rilancio della fabbrica di Atessa. Nasce New Honda Italy
La Casa giapponese dà il via al piano di ristrutturazione del polo industriale italiano che diventerà il primo per Honda in Europa. La contrazione delle vendite impone una riduzione del personale, ma lo stabilimento non chiuderà.
E’ questa la sintesi estrema dell’accordo quadro “New Honda Italy” per la salvaguardia e il rilancio dello stabilimento italiano della Honda ad Atessa, in Abruzzo. Il nuovo piano industriale è stato presentato dal capo delle due ruote Minoru Katu e dalla dirigenza dell’azienda al sottosegretario Claudio De Vincenti e ai rappresentanti della Regione Abruzzo, della Provincia di Chieti, del Comune di Atessa e dei sindacati in considerazione del ruolo strategico che lo stabilimento ha nel territorio.
Cosa cambia
La contrazione delle vendite in Europa ha obbligato la Honda a rivedere l’assetto della fabbrica italiana. I volumi di produzione attuali impongono infatti una ristrutturazione per la riduzione dei costi e per il recupero della redditività necessaria a tenere in vita l’azienda. L’obiettivo è raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2016.
Atessa, nelle intenzioni della Casa madre, diventerà il principale polo produttivo Honda per le due ruote in Europa. Via via andrà crescendo la specializzazione nella produzione di veicoli adatti alla mobilità nei grandi centri urbani. Scooter, ma anche moto, con un basso impatto ambientale, consumi ridotti e alti contenuti tecnologici legati alla sicurezza (vedasi in questo senso la diffusione dell’ABS anche su veicoli di bassa cilindrata come l’SH 125) e al piacere di guida (introduzione del cambio a doppia frizione di seconda generazione sulle moto di 700 cc).
Nel 2013 è prevista una produzione di 73.000 pezzi, che passerà a 100.000 nel 2014 per arrivare a 125.000 nel 2015, e toccare quindi il pareggio di bilancio nel 2016.
Il piano di ristrutturazione prevede la mobilità volontaria di 170 addetti che vi potranno aderire entro marzo. Ad Atessa resteranno impiegate 355 persone, a cui si potranno aggiungere altri 80 stagionali.
Un polo produttivo vitale per la regione
Le decisioni prese dalla Honda vanno sicuramente lette in chiave positiva. L’azienda infatti ha lavorato duramente per preservare la fabbrica in Italia e farne anzi il polo produttivo più importante per le due ruote nel Vecchio Continente. La ristrutturazione ha sì previsto un taglio del personale, necessario però considerata la contrazione dei volumi produttivi.
Lo stabilimento di Atessa si conferma un punto di riferimento per la produzione delle moto e degli scooter della Honda destinati al mercato europeo. Qui avviene sia l’assemblaggio che la lavorazione meccanica di parti semi finite; sempre in Abruzzo sono realizzati i kit di assemblaggio di diversi modelli destinati ai mercati emergenti, come il Brasile. Oltre agli scooter SH (125,150 e 300) e PCX, sono costruite ad Atessa Hornet, CBR600F, CBF 600 e 1000, CB1000R, Transalp e Varadero (125 e 1000).
Nei prossimi anni la sede italiana sarà incaricata della produzione di nuovi modelli. Una bella dimostrazione di fiducia da parte della Honda nel nostro Paese.
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