Da Yamaha due nuove RZ 250 e 350, e la fantasia galoppa

Da Yamaha due nuove RZ 250 e 350, e la fantasia galoppa
La Yamaha richiede il brevetto di una sigla speciale, quella RZ che riporta alla mente le più note, da noi, RD 250, 350 e 500. Che moto erano quelle pepatissime due tempi! Ma è difficile pensare che si torni da quelle parti...
4 maggio 2023

Arriva dal Giappone la notizia che Yamaha, il 12 aprile scorso, avrebbe richiesto un paio di nuovi marchi all’ufficio brevetti nipponico: RZ 250 e RZ 350. Secondo il sito RideApart, che ne ha parlato, non ci sono informazioni che dicano di cosa esattamente si tratti, se nomi, o loghi, o prodotti. Ma tanto è bastato per far volare la fantasia.

Perché RZ è la sigla che caratterizzava in Giappone una serie numerosa di modelli stradali a due tempi da 50 centimetri cubi fino ai 350, sovrapponendosi alla più nota, da noi, sigla RD. Parliamo di un periodo che va dagli anni Settanta fino al 1996, quando l’ultima linea di montaggio della RZ (o RD) 350 di Manaos in Brasile, che era stata inaugurata nel ‘91, fu definitivamente fermata.

Da noi però, in Italia intendo, erano solo RD. E bastava la sigla per identificare soprattutto le due bellissime bicilindriche 250 e 350 che hanno fatto sognare migliaia di appassionati. Moto che negli anni Settanta avevano uno stile stradale e negli Ottanta, con l’aggiunta della sigla RC, diventarono sempre più sportive fino ad essere dotate del cupolino e poi della carenatura completa.

E naturalmente le due lettere RD identificano anche la fantastica 500 LC, la prima delle repliche due tempi, la quattro cilindri che metteva su strada la Gran Premio dei titoli mondiale di Kenny Roberts, la moto che impennava a tua insaputa.

La prima edizione delle bellissime bicilindriche risale al ‘72: apparve al salone di Tokio, per quello che sappiamo (dai libri di Giorgio Sarti) era siglata R5 e aveva i freni a tamburo; fu aggiornata l’anno dopo con il disco davanti, famose restano le fotografie di Jarno Saarinen in impennata con la 350, e fu poi maggiorata a 400 un paio d’anni dopo.

Quelle erano moto importate da Tartarini di Bologna in numeri limitati, la Italjet ne fece pure versioni speciali e da competizione. Il giro crebbe moltissimo nel decennio successivo con le versioni raffreddate a liquido e la sigla YPVS della valvola allo scarico: prestazioni sempre più elevate, ciclistica per l’epoca efficiente, maneggevolezza, leggerezza, divertimento. Due moto che sono rimaste nel cuore di tantissimi ex-ragazzi...

Ma naturalmente viene difficile immaginare che le nuove RZ 250 e 350 a cui sta lavorando Yamaha possano essere in qualche misura delle repliche di quelle belvette là. Più facilmente saranno due modelli elettrici, altro che due tempi, perché questi sono i nostri... tempi!

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