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E' giunta alla seconda uscita la pubblicazione online Dainese: dopo che il numero di esordio si era concentrato sugli anni 70, stavolta il magazine digitale della casa di Molvena si occupa della decade successiva - le uscite previste per il 2012 sono quattro, che appunto coprono i quattro decenni di attività di Dainese. L'apertura però è per Conor Cummins, fenomeno del Tourist Trophy, che cede poi il posto all'avventura di un manipolo di coraggiosi capaci di percorrere la Manali-leh (strada che si snoda sull'altipiano dell'Himalaya) in sella a quattro Royal Enfield e successivamente a Rodrigo Diaz, stella dell'equitazione colombiana, a riprova della sempre maggior attenzione che il marchio del diavoletto sta dedicando alle specialità equestri.
Come dicevamo, però, il pezzo forte è sugli anni 80, con una bella rassegna di atleti che hanno "fatto" il decennio. Carl Lewis, Marco Lucchinelli, Maradona, "Magic" Johnson, ma soprattutto un bel pezzo su "Steady" Eddie Lawson, il californiano taciturno e carismatico che in quel decennio seppe conquistare quattro titoli iridati (tre con Yamaha nell'84, '86 ed '88 e uno con Honda, nell'89) per poi portare alla competitività la Cagiva 500 che lasciò nelle mani di John Kocinski.
Gli anni 80 furono anche il decennio in cui si diffuse la pratica del toccare con il ginocchio a terra - la paternità della tecnica è tuttora incerta, attribuita a pari merito a Jarno Saarinen e a Kenny Roberts - e Dainese venne in aiuto dei piloti che, fino a quel momento, avevano fatto ricorso a soluzioni artigianali come visiere da casco nastrate sulla tuta e cose del genere. Ecco che, con forma e sostanza molto diversi da quelle attuali, nacquero i primi knee sliders, che diventarono poi le "saponette" note a tutti oggigiorno.
Peccato, e qui non può non starci una piccola tirata d'orecchi a Dainese, che il magazine sia tutto - e soltanto - in inglese. Va bene che è prodotto lassù, nella Fosca Albione (è realizzato dall'agenzia The Church of London), ma… siamo italiani o cosa? Per chi non si facesse spaventare dai problemi di lingua, il secondo numero di Legends è reperibile qui.