#dakarsottocasa, il tweet-libro sulla sicurezza

#dakarsottocasa, il tweet-libro sulla sicurezza
  • di Alfonso Rago
Parlare in modo nuovo e tecnologico dei temi importanti della sicurezza stradale e dei pericoli che si affrontano ogni giorno, coinvolgendo tutta la popolazione degli internauti. Un libro da scaricare online
  • di Alfonso Rago
29 aprile 2014

Punti chiave

In moto, o sullo scooter, è bello andarci con la mente libera da brutti pensieri; eppure, quante volte le riflessioni più felici sono state interrotte dal dover evitare una buca sull’asfalto o dal passare di fianco ad un guard-rail contorto come un criss malese, ed altrettanto pericoloso?
C’è chi, scherzando, dice che partecipa ogni giorno ad una Dakar, pur senza mettere le ruote sulla sabbia del deserto: da noi sono ancora troppi a morire sulle strade, per incidenti che vedono coinvolti centauri, ciclisti e pedoni. Il MAIDS (Motorcycle Accidents In Depth Study) riporta che in Italia le infrastrutture inadeguate sono concausa di incidenti nel 25% dei casi, circa il doppio della media europea, con conseguenze sociali e costi elevatissimi.

Parte da queste considerazioni #dakarsottocasa, firmato da Vincenzo Borgomeo, nota firma di “Repubblica”, promosso da Confindustria ANCMA ed EICMA, che per l’occasione rilancia anche il logo “occhio alle 2 ruote”, abbinato alla copertina: tecnicamente, è un tweet libro, contenitore dinamico di racconti, storie, denunce, postate via Twitter, da comuni cittadini o da strutture pubbliche, che delinea il quadro della realtà italiana. Ne emerge un labirinto di contraddizioni, frutto di un’incapacità di pensare in maniera sistema il tema della sicurezza: l’incidente stradale è l’evento finale, culmine di disfunzioni che si sommano, mentre la creazione delle infrastrutture è spesso declinata nell’ottica delle grandi opere e degli esborsi onerosi per le casse pubbliche, ma raramente attenta al tema della sicurezza.

La Rete ribolle di denunce, per lacune mai colmate, ritardi, eccessi di segnaletica, incapacità della politica di adeguarsi ai fenomeni sociali: per esempio, si vendono sempre più bici, ma manca un progetto organico di mobilità per le due ruote, che pure costituisce in altri Paesi europei una consistente fonte di guadagno. Il libro raccoglie suggerimenti ed analizza le situazioni attraverso numerosi hashtag sul tema, ospitando risposte e commenti, chiarendo dubbi ed allargando i termini del discorso.

Non vi precipitate però in libreria: #dakarsottocasa, oltre che un sito autonomo, è anche scaricabile da quello dell’Eicma, a partire dal 29 aprile, data del 100° compleanno della rassegna milanese. L’obiettivo di questo libro interattivo, che consente nelle sue pagine infinite di discutere i temi con gli autori dei tweet con i meccanismi del social di Dorsey, è di tenere alta l’attenzione sulla sicurezza stradale, sollecitando (si spera, almeno) le istituzioni perché prendano le decisioni in termini d’adeguamento e riqualificazione delle infrastrutture stradali considerando non solo la prospettiva di chi va su quattro o più ruote, ma anche di chi ne usa solo due, e non sempre a motore.

 

La copertina del volume 
"La sicurezza dei motociclisti"
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Da questo punto di vista, molte speranze sono riposte nella riscrittura del Codice della Strada, che da tempo sta impegnando la Commissione parlamentare delegata a tale compito: l’onorevole Gandolfi, relatore del disegno di legge, si è impegnato in prima persona: «I lavori, in corso d’opera presso le commissioni parlamentari, rappresentano un’occasione irrinunciabile per adottare misure importanti per la sicurezza di chi viaggia su due ruote». Il supporto potrà arrivare anche da un altro, interessante libro, “La sicurezza dei motociclisti: linee guida per la progettazione e l’adeguamento delle infrastrutture stradali”, realizzata da Confindustria ANCMA e il DISS dell’Università di Parma, vademecum nato per aiutare progettisti e tecnici a studiare infrastrutture che limitino i rischi per chi usa la moto. Un compendio che affronta tutte le problematiche della circolazione stradale per chi viaggia su due ruote, offrendo soluzioni concrete per la riqualificazione e l’adeguamento delle infrastrutture in linea con gli standard comunitari. Magari iniziando ad intervenire subito sulla segnaletica stradale: come scrive Borgomeo, «l’inadeguatezza della segnaletica mette addirittura a repentaglio la sicurezza dei centauri perché l’uso eccessivo - spesso folle - dei segnali distrae e confonde i conducenti. Secondo un’indagine specifica, il 46% dei segnali stradali presenta irregolarità: sagoma rovinata, dimensioni errate, posizione sbagliata, figure del vecchio codice, ecc..
E solo il 35% è conforme, addirittura solo il 3% di quella orizzontale è in regola».
Scrivete, scrivete: a #dakarsottocasa qualcuno vi risponderà.

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