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Il rientro in Italia di Danilo Petrucci, con relativa visita alla sede del suo sponsor/partner, ovvero quel gruppo Nolan/X-Lite che lo segue praticamente dall'inizio della sua carriera, è stato l'occasione per il ternano di raccontare qualcosa di più, e in un'atmosfera sicuramente più rilassata, della sua esperienza alla Dakar come del resto aveva già fatto nel podcast del nostro Zam.
Danilo, che è in procinto di iniziare la preparazione per la nuova avventura negli Stati Uniti, ha raccontato di una Dakar impegnativa ma vissuta in maniera sicuramente diversa rispetto alla MotoGP, nei tempi ma anche nello spirito: la competizione è naturalmente sempre elevatissima, ma c'è sicuramente un legame più forte fra i piloti, che condividono fatica e rischi di una gara unica al mondo.
"C’è tanta competizione, ma si condivide un’esperienza più che una gara, soprattutto con i compagni di marca. È diversa dalla competitizione che c'è in MotoGP tra compagni di squadra, oltre al fatto che è una gara davvero lunghissima, e il fattore rischio è molto elevato".
Le due specialità sembrano imparagonabili, tanto che la vittoria di tappa da parte di Petrux, che pure è stato un pilota della MotoGP capace di vincere due gare - provate a fare una cernita dello schieramento attuale e vedrete che non sono tantissimi a poterlo vantare - ha fatto un notevole scalpore. Ma secondo Danilo non è così strano: al massimo livello tutti i piloti hanno doti di guida superiori, a prescindere dalla specialità. Anche se, è chiaro, avere tanta esperienza come nel suo caso, che dal fuoristrada è partito, fa sicuramente la differenza.
"Là vedono i piloti della MotoGP come delle fighette, ma non è così: quando c'è da tirare fuori gli attributi non ho mai visto nessuno tirarsi indietro. Non si arriva in MotoGP per caso. Io poi sono nato come crossista, solo dopo sono passato alla velocità. Ma mi piacerebbe che tanti dei miei ex colleghi ci provassero: vi assicuro che è una figata per qualunque appassionato di moto!"
Secondo Danilo, peraltro, diversi dei piloti con cui si è scontrato - o con cui si è allenato - avrebbero i numeri per portarla a termine. E forse anche la voglia.
"Mi hanno scritto praticamente tutti, e Mir tra l'altro mi aveva già detto che gli sarebbe piaciuto provare. Ma a due come Marquez e Dovizioso non mancherebbero le capacità: se vai bene in fuoristrada la puoi sicuramente fare. Credo di aver messo a molti il tarlo di provarci... a me piacerebbe che ci provassero."
La Dakar però comporta rischi non banali, quindi sarebbe piuttosto difficile - anche considerando la pausa invernale - per un pilota in attività partecipare a una gara che potrebbe pregiudicare la stagione.
"Il problema è il rischio di farsi prendere la mano… È una gara in cui serve esperienza e sicuramente calma. Puoi andare forte per 100 km, ma te ne basta uno per fare un disastro"
Viene da pensare che ci sia stato proprio questa preoccupazione nelle parole di Gigi Dall'Igna, il Direttore Generale di Ducati Corse che con Danilo tornerà a lavorare nella prossima stagione, con la sua avventura nel MotoAmerica.
“Prima di partire mi ha chiamato, raccomandandomi di stare attento e di andare piano. L’ho risentito poi due giorni fa: Meno male che t’avevo detto d’andare piano! Ma mi sa che è meglio come hai fatto tu…”