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Quella che anche quest'anno avrebbe dovuto essere una festa, una gara-evento benefico fra piloti ex e in attività per ricordare Marco Simoncelli (il Sic Supermoto Day di Latina) è stata interrotta dopo il grave incidente accorso a Doriano Romboni. Il 44enne di Lerici, ex pilota della 250 e della SBK, stava terminando il secondo turno di prove cronometrate in sella alla sua Yamaha. Alle 13 e 50 circa ha perso il controllo in curva, è stato sbalzato di sella ma è rimasto accanto alla moto, tenendosi al manubrio, mentre questa usciva di pista.
Non essendoci protezioni in quel punto, il Sagittario è di fatto un kartodromo di 1.600 metri, nel proseguire la sua corsa la moto ha invaso un altro tratto di pista, proprio mentre sopraggiungeva un altro pilota, Gianluca Vizziello, in direzione opposta.
Nell'impatto Doriano ha perso conoscenza ed è stato subito soccorso. É stato rianimato per una decina di minuti e quindi intubato e stabilizzato: ha ripreso a respirare, ma senza riprendere conoscenza.
In eliambulanza, Romboni è stato trasportato all'ospedale di Latina.
Le altre prove e la gara di domenica sono state annulate.
Non era questa la storia che pensavamo di raccontare: avremmo voluto parlar di una bella giornata di sport, di un clima festoso, di tanti appassionati che incontravano i loro beniamini e di come i piloti in pista lottassero sì per una vittoria, ma con spirito ben diverso da quello che li anima durante le gare di un campionato.
Avremmo voluto, e per diverse ore è stato proprio così: la pista del Sagittario a Latina, baciata da un sole ancora caldo a dispetto dei profeti del meteo che avevano vaticinato tuoni e fulmini, come una piccola bomboniera quasi a stento teneva insieme pubblico e piloti, hospitality dei team e venditori di souvenir. Una festa, con gente rilassata a fare foto, salutare amici, seguire le moto in pista.
Già, le moto: si era qui per un nobile motivo, ultimo appuntamento di una lunga stagione di gare, ma stavolta niente punti in palio. Solo la voglia di esserci, per ricordare Marco ed affermare che la voglia di vivere è più forte di ogni tragedia.
Insieme, piloti ancora in attività e vecchie glorie, giornalisti prestati per un giorno alla pista, personaggi celebri del mondo televisivo e dello spettacolo: tutti in tuta e casco, pronti a gareggiare ma in fondo senza prendersi troppo sul serio. Un bel mondo, che tanto amiamo perché è fatto di sentimenti forti e sinceri.
Poi, all’ultimo maledetto minuto del turno di prove, la prospettiva cambia, si ribalta lo scenario, cala un irreale silenzio dove prima era solo rombo di terminali aperti a scatenare cavalli sull’asfalto.
Ricostruire la dinamica dell’incidente, che pure abbiamo fissa nella retina avendola osservata a pochi metri di distanza, non serve a nulla, se non a rendere più forte il senso di impotenza davanti all’imprevisto. La moto che scarta, il pilota che ne resta avvinghiato, la sequenza inarrestabile del contatto; e l’urlo che ti resta in gola, che non sarebbe servito ad avvisare nessuno, la gola secca e gli occhi che si riempiono di lacrime quando capisci che in un lampo siamo passati dalla festa alla tragedia.
Mentre scriviamo, siamo ancora in attesa di un comunicato medico che ci possa dare speranza; restiamo incollati al telefono, aspettando una telefonata che trasformi l’angoscia di queste ore in sollievo.